Joinfruit e Open Baladin: arriva Liberi di coltivare

Presentato alla Casa circondariale di Cuneo il progetto Liberi di coltivare, coltivare una rinascita, dell’Op Joinfruit e Open Baladin Cuneo. L’iniziativa prevede l’avvio di un’attività agricola dentro al carcere. Un’opportunità di rieducazione e rinascita per i detenuti, recita il comunicato stampa. Joinfruit e Open Baladin Cuneo si dicono aziende attente a investire in economia sociale e circolare, con un focus anche verso le persone fragili. L’obiettivo principale del progetto è coinvolgere la comunità nella rieducazione, attraverso la cooperazione tra aziende del territorio e istituto penitenziario. “Il progetto Liberi di coltivare -spiega Domenico Minervini, direttore della Casa circondariale di Cuneo- crea un’occasione di lavoro professionalizzante. Si parte con l’assunzione di sette detenuti, ma ci si augura che tale numero possa ancora aumentare”.

Una serra per la libertà

Alla presenza della sindaca di Cuneo, Patrizia Manassero, è stata inaugurata una serra di 200mq della Casa circondariale, che verrà utilizzata insieme agli 800mq a campo aperto per produrre pomodori, zucchine, verdure a foglia, mirtilli e lamponi. L’Op Joinfruit metterà a disposizione le sue competenze: un agronomo formerà i detenuti, insegnandogli un lavoro che gli darà la possibilità di trovare un’occupazione, anche presso la stessa Joinfruit. Open Baladin Cuneo, si impegnerà ad acquistare gli ortaggi.

Liberi di coltivare una società più inclusiva

“Siamo convinti che progetti come Liberi di Coltivare possano promuovere lo sviluppo di una società più pacifica, inclusiva e caratterizzata da un benessere condiviso”, commenta Bruno Sacchi, direttore di Joinfruit. “Abbiamo maturato la profonda convinzione – dice Elio Parola, socio di Baladin – che la riabilitazione dei detenuti non solo sia un dovere di ognuno di noi, ma possa contribuire ad accrescere la cultura delle nostre aziende”.

Liberi di coltivare un sano reinserimento nella società

In un territorio fortemente vocato alla produzione agricola come il cuneese, Liberi di coltivare vuole costruire un ponte fra le persone che si apprestano ad affrontare un reinserimento socio-lavorativo e i mondi produttivi, per arrivare a un più efficace recupero sociale dei detenuti.

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