Meno frutta e più ortaggi nella produzione europea

Il Manuale delle statistiche Ue di Fruit Logistica evidenzia alcuni aspetti critici che incidono sui volumi: non solo cambiamento climatico ma anche aumenti dei costi dei semi, piante, agrofarmaci, macchinari e carburante

Frutteti sommersi nella campagna del Cesenate
L'alluvione a maggio 2023, frutteti sommersi nella campagna di Cesena

Un’Europa a diversa trazione, sempre più condizionata dal cambiamento climatico, con la frutta che nel 2023 perde volume (-2%) a vantaggio degli ortaggi (+2%). È questo uno degli aspetti salienti della nuova edizione del Manuale delle statistiche europee di Fruit Logistica,  prodotto da Agrarmarkt Informations-Gesellschaft (Ami) in collaborazione con il partner mediatico ufficiale della fiera, Fruitnet Media International. Un’analisi dettagliata sull’industria delle produzioni ortofrutticole nei mercati europei e delle principali fonti di approvvigionamento.

Mancano camion, manodopera carenza cronica

Il Manuale delle statistiche europee di Fruit Logistica
Il Manuale delle statistiche europee

La scarsità in diverse categorie di prodotto ha fatto aumentare i prezzi di frutta e verdura, deprimendo i consumi. Se il grande problema dell’impennata dei costi del gas e dell’energia elettrica sembra in qualche modo ridimensionato, inclusi quelli dei fertilizzanti, altri fattori di produzione incidono fortemente. In particolare gli aumenti dei costi dei semi, piante, agrofarmaci, macchinari, carburante. Cronica poi la carenza di manodopera per cui si rende necessaria, per alcuni fasi, la meccanizzazione e l’automazione. Naturale in questo contesto, la flessione del biologico, con la crescita dei discount nella distribuzione. “In tutta Europa c’è una carenza di autisti di camion e il salario minimo è aumentato più volte sia in Germania che in altri Paesi. Tutto ciò ha avuto un enorme impatto sul settore” ha fatto  notare Michael Koch, autore del Manuale e responsabile della divisione Orticoltura presso l’Agricultural Marketing Information Company (Ami), in  un’intervista sul newsblog FruitLog di Fruit Logistica.

Meno mele, pere,  uva e arance: sviluppare varietà più resilienti

Siccità, inondazioni e altre condizioni estreme continuano a limitare l’offerta. Ma il problema riguarda anche le coltivazioni in serra. L’Europa ha prodotto meno frutta, principalmente a causa di una minore produzione di mele ma anche di pere, uva (in particolare italiana) e arance. Rese più basse anche per gli easy peeler e il melone spagnolo.  Bene invece pesche, nettarine e albicocche. Il raccolto di verdure ha superato quello del 2022  anche se alcune produzioni, cavoli, cavolfiore, cavolo rapa e broccoli, hanno  ugualmente sofferto gli estremi climatici. L’Ue ha anche importato di più nel 2023, soprattutto per arance, agrumi facili da pelare, avocado, carote e cipolle. Sulla frutta tropicale meno ananas (per gli aumenti dei costi di agrofarmaci che hanno diminuito le rese), ma non banane.  “Dobbiamo sviluppare varietà più resilienti e ampliare l’uso di misure di protezione come reti antigrandine o coperture antipioggia”.

L’Italia in cerca di nuovi mercati nel Sudest asiatico

Nel Manuale il focus sull’Italia mette in evidenza il calo di produzione e il corrispondente aumento inflattivo che deprime i consumi. L’Italia, si fa notare, perde in particolare quote di mercato in alcuni tipi di frutta, come le pere a vantaggio del Belgio e i Paesi Bassi, o il kiwi verso la Grecia. Da alcuni anni il nostro Paese sta però cerca di trovare nuovi partner commerciali extra Ue, in particolare nel Sudest asiatico. Si sottolinea l’accordo nel 2023 con la Cina per le pere e con la Corea del Sud per il kiwi. Thailandia (pere) e Taiwan (mele) sono altri due mercati in cui l’Italia spera di consolidarsi.

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