Il bio cresce con Brio, 75 milioni di fatturato e buone rotazioni a scaffale nella gdo

La quota vendite con la gdo si attesta al 63%, con l'export al 35%

Se il bio tira, non possono esserne da meno le aziende che da sempre sono state icone dell’ortofrutta biologica. Una di queste è sicuramente Brio, parte della Op Apoconerpo, che meno di un anno fa ha riorganizzato la filiera, ampliando, in particolare con aziende agricole del Sud Italia, la propria offerta di prodotti ortofrutticoli, anche in un’ottica di esportazione.

I numeri del fatturato di Brio

Brio ha chiuso il 2018 con un fatturato consolidato di oltre 75 milioni segnando a valore un +8,5%. Nel corso dello scorso anno sono state commercializzate 45 mila tonnellate di prodotto.

La quota export si attesta al 35%, mentre il 67% delle vendite viene movimentato nel canale della grande distribuzione, il 25% attraverso la ristorazione, il 4% nel canale specializzato e il restante 4% attraverso l’industria.

Cresce la gamma Alce Nero, con buone rotazioni a scaffale

Tra le novità del 2018 di maggior successo si segnala la melograna siciliana biologica Chiccosa Alce Nero: varietà Wonderful dalle qualità organolettiche uniche proposta in un pack innovativo di carta riciclata, 100% riciclabile. Inoltre all’ultima edizione di Biofach Brio ha presentato il kiwi giallo, il Jingold biologico, con una prima produzione di 400 tonnellate.

“La gamma Alce Nero cresce e si sta affermando sul mercato –afferma Tom Fusato, direttore commerciale, marketing e sviluppo di Brio con una marcata crescita sia a valore (+55%) che a volume. Tra i prodotti con le migliori rotazioni a scaffale dell’offerta Alce Nero ricordo l’avocado Cremoso, il kiwi giallo Dorello, l’uva Crocchia, il peperone Delicato e il pomodoro datterino Piccolino.”

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