#vocidellortofrutta, R. Pastore (Cultiva): “Tornerà il consumo delle insalate pronte”

Il direttore della produzione industriale, commerciale e marketing, area retail quarta gamma di Cultiva esprime fiducia: "Nessuno switch permanente: riprenderà il ready to eat"

Riccardo Pastore, direttore della produzione industriale, commerciale e marketing, area retail quarta gamma
Riccardo Pastore, direttore della produzione industriale, commerciale e marketing, area retail IV Gamma

Dopo i numeri fuori controllo dell’inizio epidemia, la situazione della quarta gamma si sta stabilizzando e le perdite sono solo “di qualche punto percentuale“. Riccardo Pastore, è direttore della produzione industriale, commerciale e marketing, area retail quarta gamma di Cultiva. Dal suo punto privilegiato di osservazione getta acqua sul fuoco: “La ripresa progressiva delle attività lavorative porterà a un ripristino delle normali abitudini che prevedono il consumo di insalate ready to eat”.

Come avete risposto, sul piano della sicurezza, all’emergenza Covid-19?

Abbiamo una filiera completamente sotto controllo, che prevede da sempre l’applicazione di severe norme igieniche e di sicurezza alimentare. E dunque abbiamo potuto gestire rapidamente l’emergenza Covid-19, attuando immediatamente tutte le prescrizioni che sono state ritenute necessarie per affrontare questa pandemia, grazie alla collaborazione di tutti gli attori lungo il ciclo produttivo.

Qual è la verità sui consumi e quarta gamma? Che dati ha Cultiva?

I consumi, all’inizio dell’emergenza, hanno registrato degli andamenti imprevedibili, per equilibrarsi, nel corso delle settimane, registrando qualche punto percentuale in meno rispetto a un andamento di vendita che si sarebbe verificato in una situazione normale.

È vero che i consumatori hanno premiato maggiormente la prima gamma per la maggiore shelf-life?

La situazione contingente ha dato la possibilità di riprendere le pratiche culinarie che erano state abbandonate a causa dello stile di vita frenetico. Ora, essendo costretti a restare a casa e avendo, quindi, più tempo da dedicare alla cucina, sono state riscoperte vecchie abitudini che hanno portato in parte a prediligere prodotti di prima gamma.

Cultiva ha puntato sull’innovazione, utilizzando, per esempio, la selezionatrice ottica con sensori a infrarosso: quanto la meccanizzazione potrebbe aiutare il settore ortofrutticolo alle prese con una mancanza di manodopera, soprattutto in vista della raccolta estiva?

La selezionatrice Bellavista è un esempio di tecnologia al servizio della qualità e dell’efficienza, nel rispetto dell’ambiente
La selezionatrice Bellavista

Le selezionatrici ottiche sono state inserite da noi anche sulle macchine da raccolta in campagna. Per primi in Italia, per ora nelle due aziende più importanti come dimensione (Fiumicino e Taglio di Po), disponiamo di due raccoglitrici che possono, mediante sensori, rilevare ed espellere tutti i corpi che non contengono clorofilla.

Queste raccoglitrici di costruzione italiana (Gemini s.r.l.) non richiedono la presenza umana nella selezione ma soprattutto riescono a vedere anche quello che all’occhio umano sfuggirebbe.

Sui consumi c’è stato uno switch: si sono premiati alcuni prodotti durevoli a scapito di altri. Sarà un cambiamento permanente?

No, nel momento in cui lo stile di vita tornerà alla normalità riprenderanno anche le logiche che caratterizzano l’epoca.

Ci possiamo permettere, in questo momento, l’attenzione alla produzione bio e a politiche più restrittive sugli agrofarmaci?

Il concetto di biologico assume sempre più importanza perché rappresenta un processo molto più controllato. Il bio in situazioni come queste assume ancora più valore.

Che aspettative ci sono per la Fase 2, relativamente al consumo della quarta gamma, che puntava sull’on the go e uffici?

Insalate mix Cultiva con mirtilli rossi disidratati
Insalate mix Cultiva con mirtilli rossi

La ripresa progressiva delle attività lavorative porterà a un ripristino delle normali abitudini che prevedono il consumo di insalate “ready to eat”. Ciò nonostante, anche nella pratica dello smart working, l’impegno lavorativo richiesto non sempre consente di avere a disposizione tempo da dedicare ai fornelli.

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