Terra Mia Italia, il nuovo marchio di sistema che dialoga con la gdo #vocidellortofrutta

Il brand si basa su un contratto di rete che associa circa 400 aziende, Op e cooperative nazionali. Prodotti tracciati, made in Italy e distintivi, per dare valore aggiunto a produzione e distribuzione con cui avere un rapporto diretto, come spiega il presidente Marco Bellucci

Qualità e distintività made in Italy caratterizzano i prodotti con il marchio Terra Mia Italia
Qualità e distintività made in Italy caratterizzano i prodotti Terra Mia Italia

Accorciare la filiera dialogando direttamente con la grande distribuzione, forti di un messaggio chiaro, un prodotto made in Italy, non massificato e tracciato, che valorizza le antiche varietà. Terra Mia Italia è un contratto di rete che associa circa 400 aziende del territorio nazionale, Op, cooperative. Un marchio di sistema riconoscibile che garantisce la qualità dei prodotti: agrumi, cucurbitacee, ortaggi, patate, fragole, fichi, drupacee, ciliegie. E che punta a dare maggiore marginalità alla produzione, ma anche valore aggiunto alla distribuzione, come racconta il presidente Marco Bellucci. Dopo una fase di test nel 2019, il brand è pronto a immettere i primi prodotti sul mercato.

Come è nata l‘associazione?

Marco Bellucci, presidente del nuovo brand Terra Mia Italia
Marco Bellucci, presidente Terra Mia Italia

È un contratto di rete, nato dopo tanti anni di lavoro in campagna. Siamo circa 400 aziende con 150 prodotti pianificati: una massa critica che ha una filiera. Io ho iniziato come esperto di vendita  nel 1985 presso la ComAfrica specializzata nell’importazione di frutta secca. Poi sono entrato come buyer nel gruppo supermercati Conti. Ho lavorato in Codè Crai creando il servizio ortofrutta da zero. In America coordinavo gli acquisite italiani per Whole Foods. Poi ho sempre fatto il consulente. Oggi non c’è più la possibilità di creare costi aggiuntivi attraverso aziende commerciali che rilevano il prodotto e mettono il loro marchio. Per la prima volta la produzione si è strutturata per avere un rapporto diretto con la grande distribuzione ed essere protagonista.

Qual è il problema lungo la filiera?

Logo Terra Mia Italia. I primi prodotti lanciati sul mercato saranno gli agrumi
Logo Terra Mia Italia

Il rapporto tra grande distribuzione e mondo agricolo ha sempre vissuto delle fasi critiche. Nel 1990 la grande distribuzione decise di uscire da tutti i mercati all’ingrosso e si è rivolta alle aziende della commercializzazione. Oggi il rapporto sta avendo un altro cambiamento. La grande distribuzione si è accorta che i passaggi intermedi erano una grande comodità ma anche un problema per l’aggravio dei costi e c’è di nuovo la ricerca di Op organizzate.

Nella gdo c’è l’abitudine di avere moltissimi fornitori e referenze, ma aumenta il rischio in modo esponenziale. Si fanno male gli ordini, si va in rottura di stock. Mancando il personale e aumentando il numero di prodotti, si hanno mancanza di servizi a rotazione a banco e il prodotto non ha più le caratteristiche fisiologiche di freschezza. E aumentano le situazioni concorrenziali in campagna. La distanza siderale tra la grande distribuzione e gli agricoltori ha portato la prima a fare attività di vendita non in linea con gli andamenti produttivi.

Come è strutturata Terra Mia Italia?

Il contratto di rete è un gentlement agreement tra aziende che hanno l’obiettivo di creare un assortimento nazionale serio, la ricerca delle antiche varietà e quindi ritrovare il gusto dei prodotti. E tutta una serie di partecipazioni e coinvolgimento dei produttori all’interno dei punti di vendita. Questo potrebbe consentire omogeneità di prodotto e controllato, il rispetto della filiera in campagna. Con una grande novità: il contratto di rete farà la trattativa con la grande distribuzione.

Come si caratterizza la scelta dei prodotti ortofrutticoli?

Cetriolo Carosello da Brindisi
Cetriolo Carosello

Vogliamo essere presenti nella gdo senza costi aggiuntivi ma con un prodotto ricercato e non massificato. Quest’anno abbiamo fatto ricerca spasmodica su antiche varietà di albicocche e pesche: questo è il lavoro che c’è dietro. In Piemonte abbiamo ancora il susino Ramassin; nella zona di Brindisi coltiviamo il cetriolo Carosello grazie a una Op di Barletta. Ci rivolgeremo a una grande distribuzione attenta, che abbia voglia di fare un percorso di ricercatezza e qualità. Un prodotto programmato all’interno della filiera, con anche aziende che fanno bio.

Quali sono le prime produzioni che arriveranno sul mercato?

Fichi marchio Terra Mia Italia
Fichi Terra Mia Italia

Le prime, con il marchio Terra Mia Italia, saranno gli agrumi: quest’anno non siamo ancora pronti per l’uva. Saremo poi presenti con le produzioni invernali. Stiamo già producendo in Sila, a 1200, metri insalate di quarta gamma per l’industria: quest’anno 25 ettari, dal prossimo 50. Poi passeremo ai prodotti siciliani: siamo posizionati in Sicilia in modo interessante: ciliegini, datterini, zucchine, peperoni, melanzane. Garantiamo la continuità di fornimento. Con le ciliegie, per esempio, cominciamo con la Puglia e finiamo con il Piemonte. Con gli agrumi, partiamo dalla Calabria fino a concludere in Basilicata.

Quale packaging verrà utilizzato per il prodotto Terra Mia Italia?

Stiamo lavorando con una Op di Barletta, sensibile al sociale. Stiamo puntando a un prodotto il più possibile identificato in una confezione in materiale riciclabile, anche per i mercati esteri che sono particolarmente sensibili al packaging eco-friendly. Saremo poi i primi in Europa a comunicare in etichetta le caratteristiche organolettiche attraverso il sistema NutrInform Battery. Abbiamo già codificato 30 referenze.

Come siete strutturati nella logistica?

Terra Mia Italia non ha magazzini: sono quelli degli associati. Il coordinamento e smistamento degli ordini nelle varie aziende avverrà in un hub che dirotterà le informazioni. Abbiamo fatto accordi con aziende di trasporti, poi il nostro associato spedirà direttamente.

 

 

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