Moncada: presentiamo il pomodoro da coltura idroponica senza substrato #vocidellortofrutta

L’Op siciliana, che per il 90% produce per la pl, è pronta a portare sul mercato il ciliegino da serra hi-tech: “Tagliamo i costi di smaltimento del susbtrato e abbattiamo del 50% i consumi idrici” annuncia Salvo Moncada

Ciliegini da idroponica Moncada Op
Ciliegini Moncada Op

Da oltre 60 anni il gruppo Moncada, nel Sud-est della Sicilia, rappresenta l’eccellenza dell’ortofrutta siciliana. Un’impresa di famiglia focalizzata nella produzione di pomodori, tra cui ilCamone quello vero di cui è una delle quattro aziende autorizzate, e altri ortaggi. Prodotti destinati alla gdo come pl o a marchio proprio, come Fruttoghiotto. L’Op ha investito in serre tecnologiche per la coltivazione idroponica fuori suolo, ma sta sperimentando una produzione in idroponica senza substrato. A breve arriveranno i primi prodotti, ciliegini, annuncia Salvo Moncada, responsabile commerciale.

Come funziona la filiera?

Salvatore Moncada
Salvo Moncada

La nostra Op conta quindici soci, con una produzione che si estende a circa 150 ettari di colture protette.
L’80% del prodotto è pomodoro, il resto sono zucchino per il 15% e 5% melanzana.

Un’azienda familiare: quali i prodotti di punta e a quali canali sono destinati?

Nel 2012 nasce la Moncada società agricola cooperativa Op. Siamo a Ispica, la produzione dei soci si estende in tutta la provincia di Ragusa. Facciamo per il 90% private label per le principali insegne della gdo nazionale. Il restante 10% è un prodotto a nostro marchio premium, Fruttoghiotto. Da poco abbiamo anche acquisito un terreno per produrre il pomodoro Igp di Pachino. Il prodotto che fa più volumi è il ciliegino, ma siamo specializzati anche nel costoluto, ilCamone quello vero; produciamo circa 15 tipologie di pomodoro tra cui datterino rosso, datterino giallo, datterino arancione, piccadilly, ciliegino giallo, oblungo rosso intenso, oblungo verde, cuore di bue, ciliegino Igp di Pachino. La gamma è ampia.

La tecnologia è una delle chiavi del successo.

Abbiamo un 70% di serre convertite in idroponica fuori suolo. Una piccola parte è convertita al biologico, ma non è il futuro della nostra azienda: stiamo cercando di proiettare il prodotto a residuo zero e nichel free. Sarà nichel free già dal 2023 tutta la nostra produzione a marchio Fruttoghiotto. E stiamo lavorando anche sul residuo zero: i primi prodotti arriveranno sempre nel 2023. Il fuori suolo non certifica il bio e troviamo alternative.

State lavorando sul progetto Intesa: di cosa si tratta?

Serra progetto Intesa Moncada
Serra progetto Intesa

Con il progetto Intesa stiamo sperimentando una variante dell’idroponica senza substrato, con supporto di luci led per migliorare la produzione: bisognerebbe chiamarla idroponica senza substrato a ciclo chiuso, misto a NFT (Nutrien Film Technique). È un progetto che prevede diverse azioni tra cui la co-progettazione di un innovativo modello di serra ecosostenibile attraverso un Living Lab che è portato avanti da diversi partner, il Crea DC Bagheria, la Sosvi di Ragusa, Utap Tunisia, Enis Scuola Nazionale di Ingegneria di Sfax e IIT Istituto internazionale di Tecnologia di Sfax.

La prima sperimentazione di questo tipo di produzione è partita dalla Tunisia con il progetto Agriponic nel 2015, adesso è passata in Sicilia dove viene migliorata sia a livello tecnico che economico. Le radici sono sospese in aria e non c’è substrato. In Sicilia si fa molto fuori suolo, ma altra cosa è con controllo della temperatura e dell’umidità, illuminazione led ricircolo della soluzione. È un progetto che mira a ridurre i costi eccessivi di gestione. Il fuori suolo dura due anni poi la fibra di cocco deve essere smaltita: è un residuo speciale che ha un costo di smaltimento importante per un’azienda di 100 ettari. Con la nuova tecnica abbattiamo anche i consumi idrici del 50%.

Quando arriveranno sul mercato i primi prodotti in idroponica senza substrato?

Pomodoro a marchio Frutto Ghiotto
Pomodoro Fruttoghiotto

I primi prodotti in idroponica senza suolo saranno i ciliegini e saranno pronti tra una ventina di giorni: questi però saranno utilizzati solo per la sperimentazione, sul mercato arriveranno probabilmente il prossimo anno. Stiamo studiando il packaging e analizzando le caratteristiche qualitative per certificazioni a basso impatto. Il prossimo anno avremo molti dati per fare confronti e analisi sui costi del led. L’idea è che se è sostenibile, convertiremo la nostra produzione in questa nuova tecnica.

A proposito di packaging, qual è attualmente l’imballaggio che utilizzate?

La gdo ci chiede packaging in r-Pet 90% con materiale riciclato; a nostro marchio usiamo cartone Fsc e pellicola in pla compostabile.

Se questo articolo ti è piaciuto e vuoi rimanere sempre informato iscriviti alla newsletter gratuita.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome