Kiku Variety Management: “I volumi della Crimson Snow crescono del 30%” #vocidellortofrutta

Al via in questi giorni la raccolta della mela Club che sarà disponibile da Natale: “La sua lunghissima shelf-life piace alla filiera e ci permette di guardare a Medio Oriente e Far East” racconta l’ad Jürgen Braun

Raccolta della mela Crimson Snow
Raccolta della Crimson Snow

Crescono i progetti sulle mele Club che stanno dando risultati sempre più positivi. Tra questi quello di Crimson Snow, che vede insieme aziende top come Rivoira e Sanifrutta in Piemonte, Consorzio Vog e Fratelli Clementi a Bolzano. Ne parliamo con Jürgen Braun, ad di Kiku Variety Management.

Parliamo del progetto Crimson Snow.

È diventato il nostro progetto più importante come volumi: lo scorso anno ha superato Kiku e quest’anno ci sarà un ulteriore aumento. La stagione scorsa ha fatto 30 mila tonnellate e quest’anno la stima è intorno alle 40 mila, circa il 30% in più. La maggior parte di questa varietà è prodotta in Italia: lo sentiamo come progetto italiano fortissimo. In Piemonte abbiamo partner come Rivoira e Sanifrutta; in Alto Adige Vog e Fratelli Clementi: ognuno ha 150 ettari per un totale 600 ettari su 700 in Europa, l’85% è, dunque, made in Italy.

Qual è la sua destinazione?

Jürgen Braun, ad di Kiku Variety Management
Jürgen Braun

Soprattutto il mercato italiano, quello tedesco ed Est Europa. Lo scorso anno ci eravamo prefissi come obiettivo di conquistare la Spagna e siamo riusciti nell’intento. Siamo però sempre alla ricerca di nuovi mercati. Un mese fa sono stato a Hong Kong per Asia Fruit Logistica: il Far East diventerà sempre più importante. E due mesi fa sono stato a Riyadh, in Arabia Saudita: vogliamo conquistare anche il Middle East, mercato sempre più attrattivo. Ci muoviamo su diversi fronti. Il mercato italiano e spagnolo sono il focus della nuova campagna, ma ci guardiamo anche intorno: gli Stati arabi sono mercati in movimento fortissimo, come l’India. Paesi che diventano sempre più ricchi e che chiedono il nostro prodotto. Stiamo sviluppando test in altri continenti.

Qual è il plus di questa varietà?

Ha proprietà di stoccaggio impressionanti. Lavoriamo fino a  fine settembre con le mele della precedente raccolta: prodotti ancora bellissimi, croccantissimi. La raccolta inizia in questi giorni (primi di novembre) e la commercializzazione partirà a Natale. Al morso non delude. Piace a tutti perché non è eccessiva in acidità e dolcezza: è bilanciata. Ha lunghissima shelf-life e riduce gli sprechi. Anche il retail è soddisfatto, tutta la catena ne guadagna, è sostenibile e fa diminuire i costi. È poi rustica, robusta, non deve intervenire il contadino per diradare con prodotti chimici, è autodiradante. E non serve neanche tagliarla più di tanto, non è bio ma molto vicina. Evita costi di logistica essendo un frutto che si vende tutto l’anno. E sempre più buyer sono conquistati da questo plus. L’obiettivo per il futuro è sviluppare varietà che danno benefit in termini di sostenibilità e la Crimson Snow è molto sostenibile.

Quali risultati stanno dando gli altri progetti di mele Club?

Stand Crimson Snow in una fiera ortofrutticola
Stand Crimson Snow

Kiku è il progetto che ha ormai una certa esperienza, ha produzione stabile, una sua dinamica quasi automatica. Isaaq è la mela snack dal breeding del Civ ed è una tipologia che sta crescendo. Altri player come Rivoira e Vog hanno  licenze per nuove mele snack e spero che anche loro le lancino, essendo una necessità per il consumatore, hanno valore altissimo, riducono lo spreco essendo piccole.

Ci saranno nuovi lanci di varietà?

All´Interpoma 2022 abbiamo lanciato Alnova, un clone precoce di Pinova, ormai abbiamo circa una dozzina di licenziatari in tutta. Ha altissimo valore perché appunto non trattasi di Club e inoltre permette di organizzarsi con la raccolta, anticipando di due settimane rispetto alla Golden Delicious. Per il resto non è il momento per nuovi Club. Ce ne sono tanti di nuovi, tutti stanno facendo un lavoro impressionante, a parere mio, però dobbiamo comunicare ancora meglio, parlando anche delle qualità organolettiche, come fanno chi produce piccoli frutti, avocado. La mela ha una marcia in più, essendo pratica, e poi quella italiana come qualità è al top nel mondo.

Il futuro?

Sta crescendo fortemente la tecnologia, c’è una ricerca e sviluppo impressionante. Qualche anno fa ho visto una ditta israeliana che sperimenta la robotizzazione della raccolta, mi ha impressionato molto, ma siamo agli inizi di un’avventura emozionante.

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