L’Africa Terra di tesori vegetali da scoprire #vocidellortofrutta

Victoire Gouloubi, prima donna nera executive chef in Italia, racconta come utilizzare la miniera di prodotti ortofrutticoli del suo Paese attraverso un format culinario itinerante

La pluripremiata chef italo-congolese Victoire Gouloubi
La chef italo-congolese Victoire Gouloubi

L’Africa è ricca di prodotti ortofrutticoli. A portare avanti l’opera di divulgazione c’è Victoire Gouloubi, pluripremiata chef italo-congolese e prima donna nera executive chef nel nostro Paese. Dopo gli studi in Africa, è arrivata in Veneto 22 anni fa, formandosi con chef stellati e di alta cucina quali Claudio Sadler, Marc Farellacci, Fabrizio Ferrari e Fabrizio Cadei. Oggi è ambasciatrice dei prodotti africani con un format itinerante. La sua visione è condivisa nel progetto Afrofoody promosso dall’Alto Commissariato dell’Onu per i Diritti Umani. L’abbiamo recentemente incontrata a Milano in una cena-evento, patrocinata dall’Ambasciata della Repubblica Democratica del Congo in Italia, dall’United States Foreign Trade Institute e dal Gambero Rosso.

Cominciamo dalla frutta, cosa c’è da scoprire?

I prodotti vegetali della cultura africana sono innumerevoli. Alcuni dei frutti reperibili e conosciuti in Occidente sono il platano, il frutto della passione, le arance, la frutta a guscio, le fave del cacao, le fragole del Madagascar. Tra i meno noti il frutto di corrosol o durian, che ha proprietà anticancro, la goyava. Quest’ultima ha un colore porpora con semi chiari, assomiglia al dragon fruit alla vista, ha gusto dolce bilanciato e profumato. Si trova nei Paesi all’equatore e tropicali. La uso, per esempio, come dessert.

L’ananas è tra i prodotti più esportati.

Un piatto della chef Victoire Gouloubi: Carpaccio di Nanasi al tamarindo, tartare di capesante e mela Granny Smith con caviale di ananas
Un piatto della chef: Carpaccio di nanasi al tamarindo, tartare di capesante e mela Granny Smith con caviale di ananas

Uno dei maggiori Paesi esportatori è la Costa d’Avorio. I prodotti africani che vengono dai Tropici hanno un sapore diverso. Vengono maturati al sole, non subiscono processi chimici o utilizzo di pesticidi durante le coltivazioni: sono completamente bio.

Cosa differenzia il platano dal banano?

Il platano è una banana più grande e va consumato cotto: le foglie sono usate per cotture al vapore o sotto terra. Anche la buccia del platano, che non va mangiata, è utilizzata per cotture alla brace. La parte edibile è invece il frutto, più come contorno: bollito, fritto, come una patata. E si usa anche come farina, che è senza glutine, per fare, per esempio, dei ravioli: è addensante ed è ricca di amido. La patata dolce è impiegata come la patata o la zucca: per dolci, come purè, arrosto. Il tubero di manioca viene lessato o fritto o essiccato per ricavare una farina, sempre senza glutine. Sono prodotti che hanno grandi potenzialità, molto versatili e purtroppo snobbati.

E tra le verdure? Molte hanno proprietà curative, diversi tuberi sono usati per farine senza glutine.

Tra le verdure, ricordo le liane di asparagi: sono molto più lunghi del normale prodotto, arrivano anche a tre metri. Sono di color porpora, le spine ricordano quelle del gambo di una rosa. Quando sono cotte, tornano sul verde e sono amare, con la stessa consistenza del radicchio. L’ocra è una verdura meravigliosa, è una pianta delle Malvacee. Come il peperone, è piena di semi, ha buccia verde e in bocca ha consistenza del fungo, si mangia cotta.

Per succhi ed estratti cosa si potrebbe usare?

Prepariamo il carcadè con i fiori di ibiscus, che possono essere usati anche in polvere per colorare i dolci. Io creo anche un burro con ibiscus e burro di karité. Il tamarindo arriva dalla zona del Maghreb e dal Corno d’Africa. È molto usato per succhi ed estratti con zenzero e foglie di ibiscus, per preparare il guaranà o succhi con il  melograno. Le foglie di ibiscus si sposano bene con la fragranza del tamarindo.

Parliamo di spezie.

Le spezie sono innumerevoli. Per i dolci usiamo la bacca della pace, “tondolo” in africano, le bacche della cannella, i semi di coriandolo, cumino, la scorza della combava, il fieno greco. Il pepe del Penja, selvatico e raccolto in Camerun, è pregiato come quello del Kivu, il “caviale” dei pepi, e del Madagascar. Hanno fragranze diverse e cambiano in base alle diverse cotture. Quello del Penja è più pungente, non perde fragranza anche due settimane dopo che si apre il barattolo: ancora di più quello del Kivu.  Hanno proprietà curative e in Francia cominciano a essere scoperti. Il berberè è misto di spezie malgasce, dall’Etiopia, Somalia. Si usa per salse, come hummus, può essere dolce e piccante. Abbiamo poi la galanga, lo zenzero.

Quali sono i superfood vegetali dell’Africa?

Il fonio, anche se è un cereale. Poi la moringa: le foglie hanno sapore aspro, verde, si possono usare nelle riduzioni, sciroppi, gelati. È antiossidante, la usiamo in stufati, con il pesce, soprattutto in Congo. I benefici sono tantissimi a livello curativo: fa crescere i capelli, in Africa la usiamo anche a questo scopo. Il baobab, poi, la polvere è usata per preparare una sorta di milk shake, ha sapore asprigno con proprietà depurative dello stomaco e intestino e lassative. Del baobab si usano soprattutto le bacche.

Come avviene la distribuzione dei prodotti africani?

Un piatto della chef Victoire Gouloubi: ganache di goyava, burro di Ibiscus, granella di cioccolato bianco e gel di agrumi
Ganache di goyava, burro di Ibiscus granella di cioccolato bianco e gel di agrumi

Oggi nei supermercati italiani si trovano avocado, frutto della passion, dragon fruit, platano, zenzero, patata dolce, lemon grass, papaya, ananas. Ma è ancora poco e c’è moltissimo da scoprire. Alcuni prodotti non sono conosciuti e gli chef non sanno come usarli.  La finalità del mio forum è diffondere conoscenza culturale e far capire come impiegarli in cucina per creare poi la domanda. Nel nostro Paese è difficile trovare prodotti di qualità perché i rivenditori sono spesso asiatici e non ci badano. Pian piano però si stanno diffondendo grazie a negozi online che vendono spezie e prodotti. Alcuni produttori riescono a vendere direttamente in Francia. Uno di questi, Misao poivre, è sul web e fornisce anche la maggior parte degli chef stellati. A livello retail tra le insegne più attente in Francia c’è Carrefour che ha piccoli reparti: in Italia non esiste uno spazio ad hoc, si trova solo qualche prodotto, ma spesso di provenienza sudamericana, come il platano.

Cosa consigliare in queste festività natalizie?

Questa è la stagione delle piogge ai Tropici. Io vengo da un Paese che ha la terza foresta più grande al mondo, con una varietà impressionante di vegetali. Consiglierei le bacche della pace, è la loro stagione, arrivano essiccate e possono aromatizzare torte o condire verdure e piatti vegetariani: sono dolci e leggermente asprigne.

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