Proteste dei Tir: logistica in tilt e dal Sud non arrivano i prodotti

Difficoltà di approvvigionamento per negozi e anche Mercati agroalimentari, come al Car di Roma: un vantaggio per l'ortofrutta spagnola che invece non ha problemi di trasporto

blocco tir ortofrutta

La protesta dei Tir nel Centro-Sud contro il caro-carburante mette in crisi la distribuzione dei prodotti ortofrutticoli nei mercati agroalimentari e nella gdo: logistica in tilt e rischio di ulteriore rialzo dei prezzi, come abbiamo riportato questa mattina anche su Mark Up.

I prezzi dell’ortofrutta rischiano un ulteriore rialzo

Fabio Massimo Pallottini è stato riconfermato nel board del World Union of Wholesale Markets in rappresentanza di Italmercati
Fabio Massimo Pallottini, direttore generale del Car

Nessun prodotto agroalimentare proveniente dalla Sicilia e dalla Puglia è arrivato oggi al Centro Agroalimentare Roma. Gli italiani –fa sapere il Car- avranno a disposizione prodotti in arrivo dalla Spagna, che però non sono sufficienti a soddisfare l’intera domanda e porteranno a un ulteriore incremento dei costi.

“La situazione che abbiamo davanti rischia di far saltare le logiche dell’intera filiera agroalimentare -commenta Fabio Massimo Pallottini, direttore generale del Centro Agroalimentare Roma-. Abbiamo disponibilità di prodotti locali, la cui distribuzione non è stata impattata dallo sciopero; la merce già raccolta e rimasta bloccata per lo sciopero sarà destinata solamente ai mercati vicini e non alla gdo. Gli agricoltori dovranno continuare a raccogliere i prodotti nei prossimi giorni, anche se non riusciranno a distribuirli”.

“Stanno già arrivando segnalazioni di carenza di prodotti alimentari sugli scaffali o nei mercati. Ho scritto una lettera al ministro Patuanelli per sollecitare un rapido intervento del Governo affinché siano adottate le misure più opportune ed efficaci per porre fine a questa drammatica situazione”. Così Giorgio Mercuri, presidente di Alleanza Cooperative Agroalimentari. 

“Dalla frutta e verdura che marcisce nei magazzini ai fiori che appassiscono nei vivai, lo sciopero dei tir causa danni incalcolabili alla filiera agroalimentare in un Paese come l’Italia dove l’85% delle merci viaggia su strada -comunica Coldiretti-. Dalle arance ai limoni fino ai pomodori e agli altri prodotti ortofrutticoli si rischia di dover buttare i prodotti salvati nelle campagne dalla difficile situazione climatica. Su questo scenario pesa il deficit logistico italiano per la carenza di infrastrutture per il trasporto merci, costa al nostro Paese oltre 13 miliardi di euro”.

“Mentre i nostri trasportatori stanno fermi, così come le nostre autorità nazionali, dall’estero può arrivare tutto -scrive in un post  Orsini & Damiani– . In questo modo nessuno si accorge che i prodotti che dovevano arrivare dal Sud del nostre Paese non stanno arrivando, perché ci sono i prodotti provenienti dall’estero. Tante aziende come la nostra, stanno già subendo aumenti sconsiderati su tutto (concimi, materiali packaging, bollette, gasolio etc.), aumenti che i prezzi riconosciuti non coprono se non in parte”.

Per Assoutenti  “La protesta degli autotrasportatori, giusta nelle intenzioni, finisce tuttavia per danneggiare sia i produttori, sia i consumatori, portando a un ulteriore incremento dei prezzi a causa della riduzione dei prodotti che non arriveranno in questi giorni nei negozi e nei supermercati”

“Da Nord a Sud gli scaffali di negozi e supermercati iniziano a svuotarsi e la minore offerta di prodotti sta determinando immediati rialzi dei listini al dettaglio -afferma il Codacons-. I consumatori segnalano incrementi dei prezzi a macchia di leopardo in particolare per frutta, verdura e generi alimentari, ma presto l’ondata di rincari potrebbe estendersi ad altri prodotti che viaggiano su gomma, considerato che l’85% della merce venduta in Italia è trasportata dai Tir”.

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