Anche il pack in plastica per l’ortofrutta può essere socialmente responsabile

Carton Pack adotta la plastica riciclata del progetto di Plastic Bank. L’imballo Social Plastic costa meno dei packaging di carta (-30% circa) o in bioplastiche (-75% circa)

Un progetto di economia circolare legato al riciclo della plastica nei paesi del mondo più danneggiati dall’assenza di un sistema di raccolta organizzato. È questa l’idea, attuata da Plastic Bank, grazie a cui si trasforma un rifiuto in una fonte di reddito per la popolazione locale e si riduce l’inquinamento delle acque dei fiumi e degli oceani. La plastica raccolta infatti viene trasformata in un rPet “socialmente responsabile”.

Il progetto di imballaggi con plastica con rPet socialmente responsabile Carton Pack

Il materiale è disponibile anche per il settore ortofrutticolo grazie a Carton Pack che ha sposato l’iniziativa dall’inizio di quest’anno e ha avviato la realizzazione di imballaggi, idonei al food contact, in vari formati per uva, berries, pomodori e ciliegie.

L’azienda stima che in un anno utilizza la plastica derivante dal recupero di 50 milioni di bottiglie

Ad oggi il progetto Social Plastic coinvolge Indonesia, Filippine, Haiti, Egitto ed è in fase di estensione anche in altri paesi. In queste aree sono stati installati dei centri di raccolta sostenuti direttamente dalle aziende che hanno partecipato direttamente all’attivazione di quello che si chiama l’“ecosistema di raccolta”, ovvero alla costruzione del centro e all’assunzione in loco di operatori che quotidianamente svolgono il lavoro di recupero della plastica nelle spiagge, nei fiumi e nei centri urbani. Tra le aziende partner Henkel, Shell, Aldi, SC Johnson e DM.

plastica socialmente responsabile carton PackGli operatori sono retribuiti in contanti in base alla quantità raccolta, o in servizi oppure attraverso un’applicazione sviluppata in collaborazione con Ibm, che rappresenta una sorta di banca dove ciascun lavoratore accumula moneta virtuale da spendere per le proprie esigenze. La remunerazione virtuale protegge gli stessi operatori dai furti e dal rischio di aggressione che in certi paesi è elevato.

La plastica viene pesata, suddivisa manualmente per polimeri e successivamente divisa per qualità. Le balle vengono poi trasportate in centri di riciclo negli Stati Uniti, Europa e Asia per la macinazione. Carton Pack acquista la materia prima seconda in scaglie e nei propri impianti di Bari procede all’estrusione.

“La materia prima Social Plastic -spiega Massimiliano Persico, direttore marketing di Carton Pack- rispetto all’rPet proveniente dal circuito del conferimento differenziato domestico nei paesi sviluppati ha un valore più elevato dovuto al costo della remunerazioni degli operatori di raccolta e alla logistica, ma va anche considerato che è proprio nei paesi dove mancano i sistemi di raccolta differenziata che si produce il 95% dei rifiuti plastici. L’imballo Social Plastic costa comunque meno dei packaging di carta (-30% circa) o in bioplastiche (-75% circa). Inoltre, l’emergenza Covid-19 ci ha ricordato come la plastica venga percepita dai consumatori come un imballaggio sicuro tanto che nel settore ortofrutticolo si è assistito a un incremento della richiesta del prodotto confezionato in involucro di plastica e non in cartoncino”.

Se questo articolo ti è piaciuto e vuoi rimanere sempre informato iscriviti alla newsletter gratuita.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome