Valter Longo: “Ortofrutta degli antenati, bio e a km 0, per la longevità”

Molti alimenti vegetali della dieta mediterranea, sostiene il noto professore della University of Southern California, sono antinfiammatori e migliorano il microbiota: pomodoro, cavolo cappuccio, noci, bergamotto

Valter Longo, biochimico, è professore ordinario di Gerontologia e Scienze biologiche, nonché direttore dell’Istituto di Longevità alla University of Southern California (credits: Carlo Furgeri Gilbert)
Valter Longo, biochimico, è stato indicato dal Time tra le 50 persone più influenti al mondo nel campo della sanità (credits: Carlo Furgeri Gilbert)

“La dieta della longevità è ricca di verdure e legumi, oltre ai cereali integrali. Mangiare gli alimenti dei propri antenati, biologici e a km zero, evita molti problemi”. Valter Longo, biochimico, inserito dal Time nell’elenco delle 50 persone più influenti al mondo nel campo della sanità, è professore ordinario di Gerontologia e Scienze biologiche, nonché direttore dell’Istituto di Longevità alla University of Southern California.

Professore, perché dovremmo privilegiare frutta e verdure consumata dai nostri antenati? Meglio la mela della curcuma?

“Per proteggerci dall’insorgenza di malattie intestinali e/o autoimmuni (intolleranze, allergie, morbo di Crohn, colite, celiachia eccetera), anche se il meccanismo non è ancora chiaro. La curcuma ha note caratteristiche antinfiammatorie, presenti però anche nel più comune olio extravergine di oliva, spremuto a freddo”.

Flavonoidi, antociani, licopene, quercetina: quali famiglie o molecole smart sono tra le più interessanti nel mondo vegetale?

“Tutte sono importanti perché ciascuna ha delle caratteristiche uniche e insostituibili, positive per flora intestinale, peso, colesterolo e invecchiamento. La presenza di flavonoidi, per esempio, conferisce proprietà anti-infiammatorie al bergamotto, e anti-fatica, tipica della sclerosi multipla, al cacao”.

Oggi l’attenzione è focalizzata soprattutto sui polifenoli. Le aziende sementiere investono nello sviluppo di prodotti fortemente pigmentati. È una strada giusta?

“In natura esistono già alimenti ricchi di polifenoli: selezionare tra questi quei prodotti che ne sono particolarmente ricchi è senz’altro un buon modo per integrare la dieta. Senza rivolgersi all’utilizzo di multivitaminici o altri integratori”.

Su circa 30mila di sostanze attive stimate complessivamente nei vegetali solo poche centinaia sono note (l’Usda ne riporta circa 150). Qual è il potenziale della “dark matter of nutrition”?

“L’ortofrutta ha enorme potenzialità nella promozione della salute. Basta inserire le parole antiossidanti o flavonoidi nei principali motori di ricerca scientifica per vedere che ci sono decine di migliaia di studi, sempre nuovi e approfonditi, per cui possiamo aspettarci che le nuove ricerche colmino alcune lacune attuali”.

Perché la scelta bio o a residuo zero è migliore di quella convenzionale?

“La filosofia dell’agricoltura biologica si fonda su metodi di coltivazione che rispettano l’ambiente e la salute dell’uomo, in tutte le fasi. Dal punto di vista agronomico le rotazioni colturali rispettano il mantenimento del suolo e delle sostanze organiche e gli animali vengono allevati attraverso pratiche che rispettano il loro benessere”.

Il mondo sta diventando plantocentrico: anche la “carne” diventa vegetale. È un bene?

“Quella ‘vegetale’ può essere un’alternativa rispettosa dell’ambiente e degli animali. Chi non vuole consumare alimenti animali può avere una dieta senza alcuna carenza”.

Grazie a diverse tecniche si stanno sviluppando verdure naturalmente arricchite di calcio, selenio, iodio: possono sostituire gli integratori?

“Un’alimentazione completa e bilanciata in teoria non necessita di integratori, ma è anche vero che molti metodi di coltivazione, produzione e trasporto, impoveriscono molto gli alimenti dei loro nutrienti, soprattutto vitamine e minerali. Mangiare gli alimenti dei propri antenati, biologici e a km zero evita tutti questi problemi. E anche gli alimenti arricchiti possono essere una alternativa in molti casi”.

Prodotti prebiotici, probiotici, fermentati, nutraceutici, funzionali: sono sviluppi positivi della dieta mediterranea?

“Molti alimenti della dieta mediterranea hanno questo tipo di proprietà: pomodori, cavolo cappuccio, noci. In un mio studio recente ho dimostrato come migliori la composizione della flora intestinale, arricchendola di batteri ‘buoni’ e impoverendola di quelli ‘cattivi’”.

Nutrigenomica e nutrigenetica, epigenetica, metaboloma, microbiota: l’alimentazione diventerà personalizzata?

“Ci sono studi in cui i ricercatori hanno visto che è possibile predire la risposta agli alimenti prima che vengano consumati, conoscendo il tipo di batteri intestinali di quel soggetto. Ciò consente nuove prospettive nella cosiddetta nutritecnologia e nell’alimentazione personalizzata”.

Ci sono prodotti vegetali che danno la longevità?

“Assolutamente sì: la dieta della longevità che ho elaborato sulla base di moltissimi studi è ricca di verdure, legumi e cereali integrali. Consumarli regolarmente, soprattutto se di origine biologica e di stagione, può senz’altro contribuire positivamente alla longevità”.

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