John Mackey di Whole Foods e i dubbi sui burger plantocentrici

Anche il parere del professor Paparella sull'utilizzo utilizzo della leghemoglobina all'interno dei burger di Impossible Foods e Beyond Meat

Impossible Whopper è preparato con la
Impossible Whopper è preparato con la "carne" hi-tech di Impossible Foods, startup premiata al Ces di Las Vegas

“Sono pur buoni per l’ambiente e sono un primo passo per liberare le persone dai prodotti a base di carne, ma non sono buoni per la salute”. John Mackey, co-fondatore e co-ceo di Whole Foods Market stronca gli innovativi prodotti di Beyond Meat e Impossible Foods che stanno avendo un boom sul mercato.

“Non appoggerò cibi altamente trasformati”

Sorprendono le dichiarazioni  di John Mackey, vegano da oltre 20 anni, rilasciate a Cnbc-Make It. Anche perché è stata Whole Foods, nel 2013, a lanciare la start-up Beyond Meat vendendo le sue strisce di “pollo” vegane in tutto il Paese. “Eravamo il loro trampolino di lancio, in effetti –ha ammesso– (tra i supporter c’era anche Bill Gates, ndr), ma non credo che oggi mangiare cibi altamente trasformati sia salutare: non li appoggerò”. Mackey afferma che esiste però un buon argomento dietetico per la carne a base vegetale: “È un buon primo passo per liberare le persone dai prodotti a base di carne”.

Un mercato da 2,5 miliardi dollari entro il 2023

Secondo le stime di Euromonitor, il mercato dei sostituti della carne dovrebbe raggiungere 2,5 miliardi dollari entro il 2023. Beyond Meat e Impossible Foods sono oggi l’avanguardia per quanto riguarda i burger food tech. Si tratta di prodotti che imitano consistenza e sapore della carne, di qui il successo in tutto il mondo. I prodotti di Impossible Foods sono in circa 10 mila ristoranti di varie catene,  tra cui White Castle, Red Robin e Burger King.

I dubbi sulla sicurezza

Antonello Paparella, professore ordinario di Microbiologia alimentare presso la Facoltà di Bioscienze dell'Università di Teramo
Il professore Antonello Paparella

Molti però storcono il naso di fronte a cibi comunque trasformati. Per l’utilizzo della leghemoglobina, una proteina bioingegnerizzata, derivata dalla soia, c’è voluto il via libera dalla Food and Drug Administration. “Ci sono perplessità sulla sicurezza oltre che sulla palatabilità -fa notare Antonello Paparella, professore ordinario di Microbiologia alimentare presso la Facoltà di Bioscienze dell’Università di Teramo– . La Food and Drug Administration ha una visione diversa dalla nostra: tutto quello per cui non si può dimostrare la pericolosità viene approvato. Non segue il principio di precauzione come in Europa. I test di Impossible Foods dicono che la leghemoglobina non presenta tossicità e rischio di allergie. Però il ferro eme è quello della carne. E siccome lo Iarc ha fatto valutazioni di cancerogenicità sulla carne, proprio legata al ferro eme, resta qualche dubbio.

Un’ulteriore criticità riguarda il fatto che si tratta comunque di alimenti ultraprocessati che andrebbero limitati nella dieta. Infatti studi recenti indicano che il consumo di questi alimenti (più di 4 razioni al giorno) aumenta del 62% il rischio di mortalità per tutte le cause, oltre a incrementare il rischio di cancro, obesità, celiachia e diabete tipo 1. La sostanza di Impossibile Foods -aggiunge- interviene poi sull’aroma: si è visto che il ferro eme catalizza reazioni che portano alla formazione di composti che caratterizzano l’aroma della carne. L’innovazione mira a far assomigliare il prodotto alla carne”.

Ma i burger vegetali fanno bene all’ambiente

Su una cosa però anche il ceo di Whole Foods è d’accordo: i burger vegetali sono prodotti che fanno bene all’ambiente. Secondo uno studio commissionato da Beyond Meat al Center for Sustainable Systems dell’Università del Michigan, rispetto a un chilo di carne tradizionale americana, un burger di origine vegetale genera il 90% in meno di emissioni di gas serra e il 93 % in meno di impatto sull’uso del suolo; richiede il 45% in meno di energia e il 99% in meno d’acqua.

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