I danni del clima, ma la produzione teme di più la crisi dei consumi

Allarme di Coldiretti su radicchi scoloriti e fioriture anticipate di limoni e nocciole

Dopo l'inverno caldo e la pioggia si temono le gelate
Dopo il caldo e la pioggia si temono le gelate

I danni provocati da siccità e maltempo hanno superato nel 2022 i 6 miliardi di euro, secondo Coldiretti. Il caldo anomalo di questo inverno sta rallentando la pigmentazione di diversi prodotti ortofrutticoli. Se le arance tarocco faticano a prendere colore, Coldiretti segnala radicchi scoloriti che senza il freddo non riescono ad arrivare a maturazione nelle campagne venete, con perdite per almeno il 30% a causa della temperatura; noccioli e limoni fioriscono poi con mesi di anticipo e rischiano di essere bruciati dal gelo, con le api disorientate dalle alte temperature. Ma a sentire i produttori i timori maggiori sono sulla riduzione dei consumi.

Odorizzi  (La Grande Bellezza Italiana): “Con caldo e piogge c’è meno tenuta nelle celle e tutti vogliono vendere velocemente”

Varietà di radicchi La Grande Bellezza Italiana
Radicchi La Grande Bellezza Italiana

“Il radicchio rosa, un nostro prodotto di nicchia del Veneto, non è come dovrebbe essere: il colore non è vivo -spiega  Leonardo Odorizzi  tra i soci fondatori della  Grande Bellezza Italiana-. Il nostro radicchio rosso prodotto in Veneto, sia come Igp Verona, Chioggia e Treviso, o semilungo e tondo, ha invece colorazione normale. Anche le clementine sono bellissime.

In generale  abbiamo un po’ di problemi di qualità per caldo e piogge e c’è meno tenuta nelle celle. La pera ha sofferto, è molto rugginosa, la mela è soggetta al cracking nelle celle e i kiwi hanno una calibrazione inferiore. Abbiamo pertanto problemi di scarto in lavorazione e si guasta la media produttiva. Poi le intense piogge al Sud danno fastidio agli agrumi, ne compromettono la qualità. Tutti pertanto vogliono spingere la vendita, ma il mercato ha anche inflazione a doppia cifra e c’è crisi dei consumi. Se il mercato compensasse i danni sotto forma di prezzo in più, saremmo  a posto. Ma come possiamo chiedere più soldi a un cliente che già riduce i consumi? E questo il corto circuito. La soluzione è comunque vendere meglio, selezionando la qualità e garantendo al consumatore qualcosa di più alto livello”.

Menin (L’Insalata dell’Orto): “Natale sotto tono per tutta la filiera e ora è peggio”

Radicchio Variegato di Castelfranco Igp, prodotto di quarta gamma Insalata dell'Orto
Radicchio Variegato di Castelfranco Igp Insalata dell’Orto

“Noi trasformiamo e il 50% del prodotto è Igp e deve avere pertanto le caratteristiche previste dal disciplinare -riflette Sara Menin, responsabile marketing, comunicazione e sviluppo prodotto dell’Insalata dell’Orto -: il problema colore è più vivo nel mercato del fresco. Il Radicchio di Castelfranco Igp è di nostra produzione e non abbiamo riscontri di diminuzione della pigmentazione. Avendo poi la quasi totalità della produzione delle altre colture sotto serra, non abbiamo problemi di clima: con più caldo in serra si anticipano le produzioni. Non è mai un bene, perché significa trovarsi in alcuni momenti con degli esuberi e poi magari senza prodotto la settimana dopo, però la cosa si gestisce. Il problema vero è che non ci sono vendite, non c’è richiesta di prodotto nei mercati. Il Natale non ha avuto le vendite sperate e ora è peggio. Tutti hanno avuto un Natale sotto tono nella filiera, fino alla distribuzione”.

Boscolo (Cultiva): “Problema di pigmentazione minimo e sulle varietà tardive”

Radicchio rosso Cultiva
Radicchio Cultiva

“Il clima di questo ultimo periodo ha creato qualche minimo problema di colorazione in particolare sulle varietà di radicchio tardive, a causa della ridotta escursione termica tra giorno e notte e delle temperature elevate rispetto alla media del periodo che possono essere gestiti con una monda più accurata -fa notare Federico Boscolo, ad di Cultiva-.  Quello che stiamo riscontrando in campo a causa del caldo è che le piante continuano a crescere in altezza, i cicli sono sensibilmente accorciati e questo potrebbe influire sulla struttura e consistenza delle foglie. Inoltre sembrerebbe, in generale, che il prodotto sia di dimensioni inferiori e la resa potrebbe risultare più bassa. Per le precipitazioni non segnaliamo particolari disagi se non che, abbinate alle temperature miti, possono favorire un’accelerazione del ciclo di crescita”.

L’anno più caldo di sempre

Va detto che il 2022 è l’anno più bollente registrato in Italia, con una temperatura media superiore di 1,15 gradi e la caduta del 30% di precipitazioni in meno, rispetto alla media storica del periodo 1991-2020, secondo l’elaborazione Coldiretti su dati Isac Cnr che rileva le temperature dal 1800. E la classifica degli anni più roventi negli ultimi due secoli comprende, nell’ordine dopo il 2022, 2018, 2015, 2014, 2019 e 2020.

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