Restrizioni: meglio allargare la possibilità di spesa anche ai Comuni limitrofi?

A shot of fruit and vegetables section in a grocery store

Allargare i “confini della spesa” imposti dalla misure restrittive dal singolo Comune a quelli limitrofi. Questa la proposta del presidente di Adm e Ad di Gruppo VéGé Giorgio Santambrogio, che prima in tv e poi su social apre al dibattito.

Una soluzione non solo per le lunghe code, ma per evitare in generale grandi squilibri di utenza tra punti di vendita, soprattutto tra quelli di prossimità e grandi superfici.

Come sottolinea Santambrogio: “”L’ordinanza che blinda i cittadini nei comuni è rimarchevole come concetto (nessuno vuole incoraggiare le migrazioni dei clienti), ma errata nell’applicazione, troppo manichea. Le imprese che hanno click & collect perdono centinaia di migliaia di euro per la paura dei clienti di superare il confine comunale nel ritirare il loro ordine. Ci troveremo inoltre con supermercati/ipermercati vuoti di clienti, zero code e pieni di merce, e 500 metri in fianco, magari, piccoli negozi con code bibliche, assembramenti di persone e scaffali vuoti”.

Una proposta dunque a beneficio di consumatori e commercianti, sulla quale Gdoweek e Fresh Point magazine sostengono uno scambio di visioni, a partire da un post della loro direttrice Cristina Lazzati su LinkedIn. A rispondere allo stesso con un commento anche Eleonora Graffione, presidente Consorzio Coralis:

“Parliamo del risultato di una decisione ‘centrale’ (quella di limitare la spesa entro il Comune ndr) che non tiene conto di dimensioni dei Comuni, numero abitanti, tipologie di strutture esistenti, che ricordiamo svolgono in questo momento un ruolo sociale importante, e di tante altre componenti. Le Regioni in questo caso potevano avere un ruolo di maggior equilibrio“.

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