I retailer adottino il marchio FairTrade per la sostenibilità delle banane

Lo chiedono le associazioni dei produttori ed esportatori dell'America Latina e dei Caraibi contro la proliferazione degli standard di certificazione. A Roma dall’11 al 14  marzo il World Banana Forum

Banane certificate con il marchio Fairtrade
Banane certificate FairTrade

I retailer adottino la metodologia FairTrade per calcolare il prezzo equo, che tenga conto degli sforzi per la sostenibilità ambientale e per salari giusti, in modo che i costi non ricadano solo sui produttori. Lo chiedono le associazioni dei produttori ed esportatori di banane dell’America Latina e dei Caraibi in vista della quarta conferenza del World Banana Forum (Wbf), in programma a Roma dall’11 al 14 marzo 2024.

Pesano anche l’aumento dei costi dei materiali e la crescita dei patogeni

Le associazioni di produttori ed esportatori di banane, che rappresentano Paesi come l’Ecuador, la Colombia, il Guatemala, la Repubblica Dominicana, il Peru, denunciano una situazione di  crescente difficoltà dal 2020. A cominciare dall’aumento drammatico dei costi dei materiali (cartone, trasporto, fertilizzanti), dei patogeni (il fungo FOC R4T) cui si aggiungono la frammentazione e sovrapposizione degli standard di certificazione per poter esportare nel mercato europeo, che generano oneri amministrativi ed economici insostenibili per i produttori.

A titolo di esempio vengono citati GlobalGap, Global Risk Assessment for Social Practices (Grasp), Rainforest Alliance, FairTrade, Smeta/Sedex, SA8000, Wwf World Wildlife Fund, Basc Business Alliance for Secure Commerce, Scs Sustainable Grown, Leaf Marque, Gap Good Agricultural Practices, Usda Organic, Eu Organic Regulation.

Sarà pertanto istituito un Comitato permanente all’interno del Wbf, in cui retailer, produttori ed esportatori parteciperanno con l’impegno di raggiungere la razionalizzazione e l’armonizzazione di metodologie e certificazioni.

 

 

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