Il made in Italy diventa più verde

Si chiamerà “made green in Italy” (non solo made in Italy ma anche green) e sarà una sorta di bollino verde da applicare alle aziende più virtuose sul fronte della sostenibilità. È l’iniziativa lanciata dal sottosegretario all’Ambiente Barbara Degani nel corso del convegno sulla gestione ambientale che si è tenuto all’università Bocconi di Milano lo scorso 2 luglio, che rappresenta anche l’ultima novità introdotta nel testo del collegato ambientale che si è caratterizzato sin da subito per il complesso e farraginoso iter legislativo.

Obiettivo 2016. «Se tutto procede senza intoppi – ha spiegato il sottosegretario Degani – e l’iter legislativo non viene interrotto, potremmo pensare di avere questa nuova certificazione già dai primi mesi del 2016. In questo stesso periodo il mio obiettivo è quello di indire gli Stati Generali della sostenibilità coinvolgendo tutte le aziende potenzialmente interessate con l’intento di migliorare le prestazioni ambientali delle attività produttive oltre che dei modelli di consumo».

La strada legislativa che si prospetta in realtà è ancora tutta da sviluppare dal momento che, dopo l’approvazione del collegato ambientale bisognerà lavorare per altri sei mesi per varare, nei 180 giorni successivi, i decreti attuativi necessari per definire tempi e modi per il rilascio della certificazione “made green in Italy”.

Le aziende candidate. I requisiti potrebbero essere analoghi a quelli richiesti per l’ottenimento della certificazione “Carbon and water footprint”, anche perché l’etichetta “made green” si inserisce con continuità rispetto a questo progetto pilota nazionale che ha premiato le imprese più sostenibili in fatto di riduzione delle emissioni di carbonio e ottimizzazione dell’uso dell’acqua. Tra queste ci sono anche alcuni grandi produttori ortofrutticoli tra cui Conserve Italia, a titolo esemplificativo, Orogel Fresco, Consorzio Casalasco del pomodoro o anche Frutthera che potrebbero essere le prime a sperimentare sul mercato anche questo nuovo bollino “green”.

«Il Piano per la qualificazione ambientale – si legge in una nota del ministero dell’Ambiente – dei prodotti dei sistemi produttivi locali, dei distretti industriali e delle filiere tipiche del nostro sistema produttivo sarà un ulteriore strumento per rafforzare l’immagine e l’impatto comunicativo che distingue le produzioni italiane coniugandolo con gli aspetti di qualità ambientale e con la verifica del rispetto dei requisiti di sostenibilità anche sociale».

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