L’Ue glissa sul sostegno alla campagna estiva

Serve lo stato di calamità per potere attivare la macchina burocratica europea e inviare il sostegno finanziario richiesto dai produttori in vista della seconda campagna estiva sotto embargo. È questa la risposta ufficiale della Commissione europea inviata alla Copa Cogeca che rappresenta i produttori e le cooperative europee dopo l’espressa richiesta dei mesi scorsi di un supporto finanziario che limiti gli effetti distorsivi sul commercio e che, come l’anno scorso, era stato quantificato in 30 milioni di euro.

Il commento di Fedagri. «La comunicazione– spiega Davide Vernocchi, presidente del settore ortofrutticolo di Fedagri- Confcooperative che ha partecipato all’incontro del gruppo misto di Ortofrutta Italia Francia e Spagna che si è tenuto ieri e l’altro ieri a Madrid – chiarisce che non saranno messe in pratica delle misure finché non verrà dichiarato uno stato di calamità per il settore ma è una risposta che fa pensare al cane che si morde la coda perché significa che anche quest’anno saremo lasciati soli ad affrontare una campagna difficile».

I timori. Le richieste del fronte produttivo sono sostenute anche dai ministri dell’agricoltura dei tre Paesi che hanno inviato lo scorso febbraio una lettera alla Commissione al momento rimasta senza risposta. La paura è che anche questa campagna possa essere disastrosa come la prossima e che, di fronte a questo scenario, gli aiuti arrivino fuori tempo massimo come l’anno scorso. Allora arrivarono a fine campagna quando ormai non servivano più. Obiettivo del sostegno (richiesto a luglio ed arrivato a settembre, a campagna finita) era quello di fare acquistare la frutta in eccesso presente sul mercato devolverla in beneficenza.

«Quando sono arrivati i fondi – chiarisce Vernocchi – la campagna era finita e i giochi erano fatti sicché non sono neanche stati usati tutti. Perciò questanno abbiamo deciso di muoverci in anticipo e in questo senso la risposta della Commissione europea ci spiazza perché ci rinvia ancora temporalmente alla fine della campagna estiva. Abbiamo chiesto ai nostri ministri di fare fronte comune per supportare le nostre istanze».

Le richieste. E in questo senso, al termine della riunione di ieri, i rappresentanti dei rispettivi ministeri dell’agricoltura (Carlos Cabanas Godino, segretario generale del ministero dell’Agricoltura spagnolo, Catherine Geslain-Lanéelle, direttore generale del Ministero delle Politiche agricole francese, e Felice Assenza, direttore generale del Mipaaf), hanno firmato una nuova lettera destinata alla Commissione europea, per sottolineare la gravità della situazione e richiedere misure eccezionali.

Le misure. Intanto i rappresentanti delle cooperative e i produttori dei tre Paesi, presenti all’incontro, hanno annunciato che nelle prossime settimane saranno approntati gli strumenti di gestione e di prevenzione della crisi non senza sottolineare come l’adeguamento del settore alla nuova situazione è molto difficile. Bisogna adeguare l’offerta, trovare nuovi mercati. Non son bruscolini o cose che si possono ottenere da un giorno all’altro. Ci vuole tempo e la campagna estiva è alle porte. Anzi quella spagnola è già iniziata.

Il Marocco. Sotto accusa anche l’accordo con il Marocco intervenuto l’anno scorso che, di fatto, ha favorito le importazioni verso l’Ue da quel Paese appesantendo ulteriormente la situazione del mercato comunitario.

Una maggiore attenzione sulle importazioni viene richiesta anche con riferimento alla protezione fitosanitaria delle colture europee.

Le barriere fitosanitarie. «Prevenire è meglio che curare – ha commentato nel suo intervento Cirillo Arnandis, alla guida della delegazione spagnola delle cooperative agroalimentari -. Chiediamo all’Unione Europea misure efficaci per spostare l’attenzione della legislazione comunitaria in materia di protezione dei vegetali di confine e per stabilire il principio della lista positiva che stabilisca cioè quello che può entrare onde evitare le conseguenze nefaste di un’eccessiva permeabilità delle frontiere ue che si sono verificate con i casi di contaminazione da Macchia nera proveniente da Sud-Africa o di Xylella fastidiosa presumibilmente proveniente dal Costarica».

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