Corteva lancia Biologicals, i fitofarmaci di origine naturale

Una gamma innovativa pensata per la biodifesa e la nutrizione capace di rispondere alle politiche Ue che chiedono il taglio di agrofarmaci e fertilizzanti

Corteva da anni investe in ricerca e innovazione
Corteva investe in ricerca e innovazione

Rispondere con l’innovazione alla politica Ue che per la transizione green chiede il taglio dei fitofarmaci (fino al 62% per l’Italia è la stima). Va in questa direzione Corteva Agriscience che nell’headquarters di Cremona ha presentato la linea Biologicals.

Soluzioni sostenibili per frutta, orticole, patate e frutta secca

Renzo Pedretti strategic marketing manager di Corteva Agriscience
Renzo Pedretti strategic marketing manager di Corteva

“Biologicals è un brand che identifica alcuni prodotti non necessariamente dedicati all’agricoltura biologica o al residuo zero, ma ideali anche per l’agricoltura integrata -ha spiegato Renzo Pedretti, strategic marketing manager di Corteva-. I biologicals sono pensati per l’agricoltura moderna. L’elemento comune è l’origine naturale, talora sono microorganismi. Il trend è verso la rivoluzione verde, che oltre a richiedere un aggiornametno delle tecniche produttive, diventa un elemento determinante per la redditività dell’impresa agricola: verranno premiati i produttori che abbracceranno tecniche più sostenibili. E questo comporta innovazione”.

Due sostanzialmente le grandi aree coperte da Biologicals: biocontrollo e nutrizione. La prima comprende bioinsetticidi, biofungicidi e bionematocidi. Alcuni prodotti sono già stati presentati, altri sono in fase di test. Successi consolidati nella difesa da insetti comprendono Jemvelva Active (conosciuto come Spinetoram), Qalcova active (Spinosad) e il Bacillus thuringiensis.

Jemvelva Active garantisce la difesa di colture come la frutta, orticole, vite; Qalcova active, con alcune soluzioni (come Laser e Spintor Fly), parte dalla fermentazione di un batterio ed è per esempio impiegato nel controllo dei tripidi, delle mosche della frutta e dell’olivo o, nella sua versione granulare (Success GR), per il controllo del ferretto che colpisce la patata.

Un altro esempio è Af X1, un aspergillo pensato per contrastare lo sviluppo di aflatossine: un microorganismo usato per una competizione intraspecifica con l’aspergillo che le produce. “È una soluzione sviluppata da Pioneer (piattaforma seed di Corteva, ndr) con l’Università di Piacenza. Non ha ancora l’autorizzazione definitiva ma è stato utilizzato negli scorsi anni a  seguito dell’ottenimento degli “usi di emergenza” richiesto da operatori di filiera. Sono allo studio anche impieghi su altre colture, come per esempio, frutta a guscio  e drupacee utilizzate per conserve e succhi”. Subelus è invece un biofungicida, capace di agire contro oidio delle cucurbitacee e bremia della lattuga e sviluppato in collaborazione con una società spagnola.

BlueN, un microorganismo fissatore d’azoto presentato a Interpoma

Il biostimolante BlueN lanciato da Corteva
Il biostimolante BlueN

Il capitolo nutrizione prevede tre macrocategorie, biostimolanti (sostanze attive o estratti), fertilizzanti classici e nutrizionali (fertilizzanti con anche una componente organica). Una delle novità, presentata a Interpoma, si chiama BlueN, un biostimolante. È un microorganismo, un azoto fissatore che cattura dall’aria questo elemento e lo restituisce alla pianta in forma di molecole ad alto valore biologico prontamente utilizzabili. Integra così la concimazione azotata minerale consentendone una gestione più razionale.

La soluzione è stata sviluppata da  Symborg, società che ha sede a Murcia, “l’orto d’Europa”, e che Corteva ha poi recentemente acquisito. “Per BlueN abbiamo fatto due anni di sperimentazione sul melo e abbiamo visto che il vantaggio non è solo dare azoto, ma ci sono riflessi interessanti sulla qualità della frutta. Abbiamo lavorato con Fondazione Mach e sono emersi dei dati interessanti che abbiamo presentato a Interpoma”.

Recente l’annuncio di un accordo pluriennale stipulato con STI Biotechnologie per la distribuzione sui mercati europei di dueceppi specifici di Lactobacillus per la biostimolazione delle piante. Il prodotto, commercializzato con il nome di Utrisha Rhizo, è disponibile per tutte  le colture, con un focus particolare su ortaggi e patate. La tecnologia agisce sia in campo sia in serra.

Il mercato dei prodotti di origine naturale cresce a doppia cifra

Gabriele Burato e Renzo Pedretti, Corteva
Gabriele Burato e Renzo Pedretti

Corteva considera strategico il mercato dell’Europa occidentale. In Italia vanta quattro siti: quello commerciale e amministrativo è a Cremona; i due siti produttivi sono a Mozzanica, in provincia di Bergamo e a Sissa, in provincia di Parma. Il quarto sito, a Gadesco-Pieve Delmona, è una sede polifunzionale: ha sia la logistica del seme, ma è anche centro di ricerca per tutto il Sud dell’Europa per lo sviluppo della genetica di Pioneer. Ospita poi l’Agrolab, un polo di eccellenza che sviluppa servizi anche digitali per le aziende agricole.

“Il mercato dei prodotti di origine naturale avrà un tasso di crescita a livello globale tra l’8 e 10% per i prossimi 15 anni -ha ricordato Gabriele Burato, country leader Italia-. Il mercato sarà quasi il triplo rispetto allo scorso anno nel 2035. Stimiamo  che i prodotti di origine naturale possano arrivare al 20-25% del mercato dell’agrochimico a livello globale nel 2035”. In catalogo complessivamente Corteva vanta circa 130-140 referenze. Nel mondo ha oltre 20 mila dipendenti (in Italia sono 650 i collaboratori) per più di 15 miliardi di dollari di fatturato. I prodotti raggiungono oltre 140 Paesi.

 

 

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