Finocchio, un primato italiano da preservare

L’Italia è leader in Ue nella produzione ed export, nel corso degli anni è cresciuto il prodotto confezionato

Finocchio analisi campagna prezzi

Ecco un altro primato italiano noto a pochi, al di fuori degli addetti ai lavori: riguarda la produzione di finocchi, di cui il nostro Paese è leader nell’Unione Europea con circa 370mila tonnellate annue, ottenute da 17mila ettari distribuiti in varie parti del territorio nazionale. Dei finocchi deteniamo anche la prima (e unica) indicazione geografica registrata nella Ue: l’Igp assegnata nell’estate del 2022 al Finocchio di Isola Capo Rizzuto, in Calabria

L’Italia è primo esportatore mondiale di finocchio in grumolo, con un controvalore di circa 57 milioni di euro, per oltre il 60% generati in due soli paesi -Francia e Germania- come emerge da un rapporto della Fondazione Edison. Anche sul mercato interno i finocchi sono tra gli ortaggi più venduti nel reparto ortofrutta della gdo, in particolare nei mesi invernali: secondo l’osservatorio Gfk Consumer Panel, quasi il 57% delle famiglie italiane li acquista almeno una volta l’anno per un importo medio che supera i 2 euro ad atto d’acquisto. Una cifra cresciuta nel corso del 2022, ma solo a causa degli aumenti di prezzo, visto che la quantità comprata per atto d’acquisto è diminuita. “In un anno la penetrazione in famiglia è scesa di cinque punti percentuali e ha coinvolto tutti i canali, discount compresi -spiega Daniela Mastropasqua, business development manager consumer panel & services di Gfk Italia-. Ma il dato va contestualizzato nel normale ristabilirsi degli equilibri fra i consumi domestici e quelli fuoricasa avvenuti con la fine della pandemia”.

Paolillo, azienda salernitana specializzata che produce, lavora e commercializza finocchi freschi tutto l’anno grazie a un’attenta rotazione colturale e varietale. Nel 2022 la produzione ha sfiorato i 160mila quintali di finocchi puliti e pronti al consumo, coltivati su 700 ettari da una quarantina di aziende agricole in diverse regioni italiane: Abruzzo, Molise, Campania, Puglia e Calabria. “Attualmente il mercato sta andando abbastanza bene, ma i prezzi sono aumentati a causa della produzione generalmente ridotta a dovuta all’andamento climatico -spiega Gennaro Paolillo, Ceo dell’azienda-. I consumi sembrano più o meno stabili, anche rispetto all’andamento stagionale e la nostra azienda, che punta sull’eccellenza del prodotto, viene particolarmente premiata nei contesti di mercato in cui chi decide di comprare un finocchio può farlo dopo averne verificato la qualità”. Da alcuni mesi Paolillo ha introdotto sui prodotti un bollino di qualità che, che tramite un Qr Code, dà accesso a contenuti extra del nuovo sito web aziendale.

Per l’autunno 2023 è in preparazione un concorso a premi, con una raccolta punti che mette in palio i cosmetici Foen, realizzati a base di estratto naturale di finocchio. L’azienda lavora sullo sviluppo dell’export. “Il finocchio si sta affacciando sempre di più sui mercati esteri e riscontriamo molto più interesse rispetto al passato non solo nei clienti storici, ma anche in Regno Unito, Olanda e Scandinavia -sottolinea Ciro Paolillo, sales manager dell’azienda-. Le richieste sono diverse rispetto a quelle italiane sia in termini di quantità e modalità di approvvigionamento, sia per il calibro, perché si preferiscono finocchi più piccoli”.

L’estero resta fondamentale anche per la Op Primo Sole, che ha nel finocchio un prodotto strategico, con 150mila quintali conferiti e il 30% di export. “Nonostante le difficoltà dettate dall’andamento della campagna produttiva, la nostra Op ha affrontato il mercato con ottimismo -spiegano dall’ufficio marketing-. I nostri soci produttori hanno svolto un eccellente lavoro in campo per consentirci di ricevere prodotti di alta qualità e di continuare ad attestarci sul mercato come uno dei player più importanti”. La società materana considera il finocchio una referenza strategica e un’eccellenza della Basilicata, tanto da aver puntato sulla territorialità per posizionare il suo brand premium Dolce Lucano, che esplicita già nel naming la sua principale caratteristica organolettica. “Siamo stati i primi a credere che questa referenza, da sempre trattata come una commodity, potesse avere e dare valore alla categoria e all’intero reparto ortofrutta -proseguono dall’azienda-. Così abbiamo vestito il nostro prodotto con un packaging ecofriendly, dandogli un nome e un’identità valoriale e accompagnandolo con il pay off  ‘gustalo crudo’ per farne cogliere appieno le caratteristiche”. Il risultato è che in un anno la Op ha commercializzato più di 500mila vassoi di Dolce Lucano, oltre a più di 7 milioni di kg di finocchi a marchio Primo Sole.

Ampliare la presenza nei circuiti della gdo italiana ed europea, allargandosi anche a nuovi mercati è anche l’obiettivo dichiarato della cooperativa Colt.Or, che produce 77mila quintali di finocchi, coltivati su 191 ettari, realizzando nel 2022 4,1 milioni di euro di vendite (di cui 159mila dalla quarta gamma). Il programma colturale 2023, sviluppato in collaborazione con Apofruit, di cui Colt.Or fa parte e che ne ha assunto direttamente la gestione produttiva e operativa dall’estate 2022, prevede un ulteriore sviluppo mirato ad assicurare la fornitura di finocchi per 12 mesi l’anno, anche a livello internazionale. Altri importanti investimenti previsti da Colt.Or. sono l’ammodernamento delle celle frigorifere e della climatizzazione di tutti i reparti di lavorazione, nonché un nuovo impianto per la gestione delle acque di lavorazione, sia in entrata sia in uscita.

Che il mondo del finocchio italiano attiri investimenti è un dato di fatto. Tre anni fa la romagnola Ortofrutta Caligari e Babbi (che detiene il marchio Finò e lavora 140mila quintali di finocchi grezzi l’anno) ha ottenuto la certificazione biologica e realizzato un nuovo magazzino da 4mila mq, necessario per sostenere lo sviluppo internazionale dell’azienda, che realizza il 30% delle vendite all’estero (65% nei mesi invernali). È di pochi mesi fa, invece, l’inaugurazione dello stabilimento più grande d’Europa per la trasformazione e la lavorazione dei finocchi, quello aperto dalla società agricola Lago d’Oro a San Benedetto dei Marsi (Aq): esteso su 6mila mq, ha una capacità di circa 150 tonnellate al giorno (7 ore) e può lavorare il prodotto fresco 365 giorni l’anno grazie ai finocchi provenienti da un migliaio di ettari suddivisi tra Abruzzo, Puglia, Basilicata, Molise e Calabria. “Il mercato è in continua espansione, ma la nostra azienda non poteva più soddisfare nuovi clienti. Per questo abbiamo deciso di investire per crescere -ha commentato Luigi D’Apice che guida la Lago d’Oro insieme al fratello Nicola-. Questo nuovo e moderno sito produttivo ci permetterà di ampliare l’offerta per il mercato e di puntare sulla gamma più evoluta, in modo da rendere il finocchio più appetibile e alla portata di tutti”. •

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Fennel, an Italian primacy to be preserved

Italy is the EU leader in fennel production and export, and over the years, packaged fennel has grown

Another Italian record known to few, other than ‘professionals’, concerns the production of fennel, of which our Country is the leader in the European Union with about 370 thousand tonnes per year, obtained from 17 thousand hectares distributed in various parts of our national territory. As for fennel, we also hold the first (and only) geographical indication registered in the EU: the PGI assigned in the summer of 2022 to the Fennel of Isola Capo Rizzuto. Not only that: we are also the world’s leading exporter of core fennel, with a value of around 57 million Euros, over 60% of which is generated in just two Countries – France and Germany – as emerges from a report by Edison Foundation.

However, there are not only foreign Countries. Even on the domestic market, fennel has a consolidated market,historically among the best-selling vegetables in the fruit and vegetable department of large-scale distribution, especially in winter months: according to the GfK Consumer Panel observatory, almost 57% of Italian families buy them at least once per year for an average amount exceeding 2 Euros per purchase. This figure increased during 2022, only due to price increases, given that the quantity per single purchase has decreased. Daniela Mastropasqua, Business Development Manager – Consumer Panel & Services of GfK Italia, explained: ‘In one year, penetration in families has dropped by five percentage points and has involved all channels, including discount stores, but the data must be contextualized in the normal re-establishment of the balance between domestic and away-from-home consumption occurred with the end of the pandemic’. When we talk about fennel in Italy, it is inevitable to start from Paolillo, a specialized company, headquartered in Salerno, which produces, processes, and markets fresh fennel all year round thanks to careful crop and varietal rotation. In 2022, its production approached 160,000 quintals of cleaned and ready-to-eat fennel, grown on 700 hectares by about forty farms in different Italian regions: Abruzzo, Molise, Campania, Puglia and Calabria. Gennaro Paolillo, Ceo, explained: ‘The market is currently going quite well, but prices have increased because of the generally reduced production due to the climatic trend. Consumption seems more or less stable, even compared to the seasonal trend, and our company, which focuses on product excellence, is particularly rewarded in market contexts where those who decide to buy fennel can do it after verifying its quality’. A few months ago, Paolillo introduced a quality label on its products, which, through a QR Code, gives access to extra contents of the new company website, created for the final consumers, from cooking to health. A prize competition is being prepared for autumn 2023, with a points collection that is giving away Foen cosmetics, made with natural fennel extract. Meanwhile, the company works a lot on the development of exports. Ciro Paolillo, sales manager, underlined: ‘Fennel is appearing more and more on foreign markets and we find much more interest than in the past, not only by historical customers, but also in the United Kingdom, Holland and Scandinavia. The demands are different compared to the Italian ones both in terms of quantity and method of provision, as well as calibre, because smaller fennels are preferred’.

Foreign markets also remain fundamental for the producer organisation Primo Sole, which has fennel as a strategic product, with 150,000 quintals delivered and 30% of exports. The marketing office of PO Primo Sole explained: ‘Despite the difficulties dictated by the progress of the production campaign, our PO faced the market with optimism. Our producer partners have done an excellent job in the field to allow us to receive high quality products and to continue to establish ourselves on the market as one of the most important players, allowing us to maintain our share on foreign markets despite the presence of local products’. The company headquartered in Matera considers fennel a strategic reference in Italy and an excellence in Basilicata, so much so that it has focused on territoriality to position its premium brand ‘Dolce Lucano’, which already expresses its main organoleptic characteristic in the naming (sweetness and better balance between sugars and anethole, precursor of aromaticity), certified by studies with Nir spectroscopy and by consumer panel tests. ‘We were the first to believe that this reference, which has always been treated as a commodity, could have and give value to the category and to the entire fruit and vegetable department. So, we used eco-friendly packaging for our product, giving it a name and a value identity and accompanying it with the slogan ‘taste it raw’ to fully appreciate its characteristics’. The result is that in one year the PO has marketed more than 500,000 trays of Dolce Lucano, as well as more than 7 million kg of Primo Sole branded fennel, and the effort now is to further expand the sales network.

Expanding the presence in the circuits of the Italian and European large-scale distribution, expanding to new markets too is also the declared objective of Colt.Or cooperative, which produces 77 thousand quintals of fennel, grown on 191 hectares, realizing 4.1 million Euros in 2022 sales (of which 159 thousand from fresh-cut produce). The 2023 crop programme, developed in collaboration with Apofruit- of which Colt.Or is a part and which has directly taken over both production and operational management since summer 2022- provides for further development aimed at ensuring the supply of fennel for 12 months a year, also at international level. Other important investments foreseen by Colt.Or. are the modernization of cold rooms and air conditioning of all the processing departments, as well as a new system for the management of processing water, both incoming and outgoing.

It is a fact that the world of Italian fennel attracts investments. Three years ago, Ortofrutta Caligari e Babbi from Romagna (company that owns Finò brand and processes 140,000 quintals of raw fennel a year) obtained organic certification and built a new 4,000 sqm warehouse, necessary to support the company’s international development, which makes 30% of its sales abroad (65% in the winter months). A few months ago, the largest plant in Europe for the transformation and processing of fennel was inaugurated. It was opened by the agricultural company Lago d’Oro at San Benedetto dei Marsi (8 million Euro investment): spread over 6 thousand square meters, it has a capacity of about 150 tonnes per day (7 hours) and can process the fresh product 365 days a year, thanks to fennel from a thousand hectares divided between Abruzzo, Puglia, Basilicata, Molise and Calabria. Luigi D’Apice, who manages Lago d’Oro together with his brother Nicola, commented: ‘The market is constantly expanding, but our company could no longer satisfy new customers. For this reason, we decided to invest to grow. This new and modern production site will allow us to expand our range of packages offered to the market and to focus on the most advanced range, in order to make fennel more palatable and within everyone’s reach’.

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