Il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini, non ci sta. E, dopo la bocciatura dell’emendamento sulla reintroduzione dei voucher agricoli da parte della Commissione Bilancio del Senato nell’ambito dei lavori per la conversione del dl Cura Italia, avverte che una tale decisione rischia di lasciare presto vuoti gli scaffali dei supermercati.
“Stiamo vivendo una situazione eccezionale con l’intera filiera alimentare impegnata in prima linea a garantire il cibo necessario alle famiglie italiane –sottolinea Prandini-. Cibo che rischia di mancare se non saranno assunti provvedimenti straordinari per assicurare la presenza di manodopera nelle campagne. Soprattutto ora che il blocco delle frontiere ha impedito l’arrivo di gran parte dei 370mila lavoratori stranieri dai quali dipende un quarto della produzione di Made in Italy alimentare”.
Per Prandini, in una situazione di emergenza nazionale, serve una radicale semplificazione del voucher agricolo che possa consentire da parte di cassaintegrati, studenti e pensionati italiani lo svolgimento dei lavori nelle campagne in un momento in cui scuole, università attività economiche e aziende sono chiuse e molti lavoratori in cassa integrazione potrebbero trovare un’occasione di integrazione del reddito proprio nelle attività di raccolta nelle campagne.
“Chi si oppone ai voucher per il lavoro agricoltura si dovrà assume la responsabilità di situazioni di tensione sociale generata dalla mancanza di lavoro e di fonti di reddito per sé e per la propria famiglia ma anche dal rischio di carenza di prodotti alimentari in negozi e supermercati. In questo momento –conclude Prandini– l’Italia non ha bisogno di posizioni ideologiche, ma di scelte pragmatiche per il bene del Paese, come quelle che riguardano l’agricoltura e la produzione alimentare. Chiediamo quindi al Governo di riammettere l’emendamento nell’ambito della discussione Parlamentare in un clima di collaborazione delle forze politiche nell’interesse generale”.
Bellanova: “Regolarizzare stranieri da assumere”
Intanto, la ministra delle Politiche agricole, Teresa Bellanova, in un incontro organizzato su Facebook da Più Europa ha chiarito: “A chi ha fatto richiesta di asilo o di permesso di soggiorno dobbiamo dare subito una risposta. A chi non lo ha fatto, se c’è la disponibilità e un impegno di una impresa ad assumerlo, dobbiamo concedere il permesso di soggiorno”.
“Abbiamo una carenza di manodopera nei campi – ha ricordato la ministra – che si è aggravata con il coronavirus. Il caporalato si contrasta dando un’alternativa ai lavoratori e alle imprese. Propongo che si dia un permesso e che si regolarizzino i lavoratori in nero“.