Gianluca Cornelio Meglio (Caat): “Prezzi aumentati fino al 30-40%”

Secondo il direttore del Centro Agroalimentare di Torino scostamenti di prezzo su agrumi, broccoli e cavolfiori. I prodotti di provenienza dal mercato domestico cresciuti fino al 75% dei quantitativi. La contrazione del numero di ingressi da parte degli operatori scesa al 10%

Il Centro Agroalimentare di Torino ha una gamma di circa 260 referenze di prodotti agroalimentari, con volumi pari a circa 500 mila tonnellate l’anno
Il Centro Agroalimentare di Torino ha una gamma di circa 260 referenze di prodotti agroalimentari

Con circa 260 referenze di prodotti agroalimentari il Caat è tra i primi tre Centri Agroalimentari di interesse nazionale e una cartina di tornasole per il settore ortofrutticolo. “I prodotti di provenienza dal mercato domestico sono cresciuti fino al 75% dei quantitativi” racconta Gianluca Cornelio Meglio che certifica il cambiamento in atto, con una forte domanda della gdo e la difficoltà dell’ambulantato che “necessita di rinnovamento con nuovi assetti organizzativi”, a cominciare dalle consegne a domicilio.

Sui prezzi si rilevano aumenti anche del 30-40%: gli scostamenti più forti registrati nell’ultimo periodo, dice, hanno interessato principalmente agrumi, broccoli e cavolfiori, ma anche fragole e asparagi. Gli accessi sono nettamente migliorati: la contrazione del numero di ingressi degli operatori è scesa dal 40% iniziale, concomitante con il lockdown, al 10%.

Direttore, quali sono i numeri del Caat per l’ortofrutta?

Il Centro Agroalimentare di Torino, con volumi pari a circa 500 mila tonnellate l’anno e transazioni commerciali superiori, su base annua, a 500 milioni, si colloca tra i primi tre Centri Agroalimentari di interesse nazionale. Con i suoi 440 mila mq di area, gli 85 grossisti, i 150 produttori e gli oltre 500 addetti alla movimentazione delle merci, questa infrastruttura assume un ruolo strategico per l’approvvigionamento di prodotti agroalimentari non solo per le regioni del Nord-ovest, bensì anche per i Paesi confinanti come Francia e Svizzera. L’offerta commerciale è contraddistinta da una gamma assai ampia con circa 260 referenze di prodotti agroalimentari di elevata qualità che giungono quotidianamente al Centro prevalentemente dai produttori nazionali.

Con il crollo del settore Horeca e mercati rionali, è soprattutto la gdo a sostenere il mercato ortofrutticolo. Quali cambiamenti rilevate?

Gianluca Cornelio Meglio, direttore del Centro Agroalimentare di Torino
Gianluca Cornelio Meglio, direttore del Caat

Il Centro Agroalimentare di Torino, a differenza di altri centri del Nord Italia, ha contenuto la contrazione in termini di accessi quotidiani in considerazione delle scelte politiche che, a livello locale, hanno visto proseguire i Mercati rionali seppure con l’adozione di misure volte allo scaglionamento degli ingressi. In questo particolare periodo, il fenomeno che si è registrato all’interno del Centro attiene a una rinnovata domanda da parte della gdo che, per garantire l’approvvigionamento dei punti vendita senza rotture di stock, si è rivolta al Centro Agroalimentare per il completamento di gamma. Ciò si spiega anche in ragione della maggiore versatilità che un Centro Agroalimentare, come il Caat, ha rispetto alle piattaforme logistiche delle rispettive realtà della distribuzione organizzata che presentano maggiori rigidità in materia di approvvigionamento alla produzione e logistica. Il trend che si è riscontrato nel corso delle ultime settimane, e che trova conferma in questi ultimi giorni, è il dato afferente ai prodotti di provenienza dal mercato domestico cresciuti sino al 75% dei quantitativi complessivamente commercializzati all’interno del Centro. Tale incremento si spiega in ragione delle criticità riscontrate sia nel settore della produzione nei Paesi esteri, come la Spagna, nonché in quello dei trasporti.

Quali sono gli ultimi dati sugli accessi al Caat?

Dall’avvio del lockdown, in cui gli accessi al Centro da parte degli acquirenti hanno registrato flessioni sino al 40%, si è assistito a un costante recupero in termini di accessi che, nel corso dell’ultima settimana, hanno ridotto la contrazione del numero di ingressi da parte degli acquirenti in misura pari al 10% circa (a oggi il Centro registra 750 ingressi circa su base giornaliera). Un forte impulso, invece, è derivato dalla logistica interna che continua a registrare importanti volumi di merce smistata dal Centro verso piattaforme esterne.

Nelle ultime settimane sono stati rilevati prezzi in rialzo: che numeri registrate?

Il Centro Agroalimentare, anche in questo periodo, ha continuato a rilevare quotidianamente i prezzi proprio per un costante monitoraggio del loro andamento al fine di rilevare eventuali fenomeni speculativi. Gli scostamenti registrati nell’ultimo periodo hanno interessato, principalmente, agrumi (arance Tarocco e limoni) e ortaggi (broccoli e cavolfiori) ricchi di vitamine C e D la cui forte domanda, da un lato, correlata alla fine del loro ciclo produttivo, dall’altro, ha determinato aumenti anche in misura pari al 30/40%. In alcuni casi, vedasi ad esempio gli asparagi, i forti aumenti registrati nell’ultimo periodo sono da ascriversi alla scarsità di prodotto determinata dalle difficoltà registrate in fase di produzione. Le fragole, sotto il periodo pasquale, hanno altresì registrato rilevanti aumenti dovuti, principalmente, a una domanda sostenuta a fronte di quantitativi di prodotto ridotti per la difficoltà di approvvigionamento da parte della Spagna.

Che misure di sicurezza avete attuato?

Caat, misure di igienizzazione
Caat, igienizzazione

“Il Centro Agroalimentare di Torino, oramai da 5 settimane, prosegue una capillare azione di igienizzazione e sanificazione di tutte le aree comuni e dei servizi pubblici. Tali interventi, di recente, sono stati implementati sino a 3 alla settimana con l’intento di elevare lo standard di sicurezza e salubrità dell’ambiente di lavoro all’interno del Centro. Con decorrenza dal giorno 8 aprile 2020 è stato previsto l’obbligo di indossare mascherine e guanti all’interno del Centro. Nell’ambito delle misure di scaglionamento, volte a meglio tutelare l’incolumità dell’utenza, si è convenuto di posticipare l’orario di inizio delle contrattazioni alle ore 5 am per garantire una netta separazione tra il flusso dei conferenti merce con quello degli acquirenti.

Il Caat si è impegnato anche in iniziative solidali.

Questo periodo, fortemente connotato da un’emergenza sanitaria e sociale, è altresì stato caratterizzato da talune iniziative di solidarietà che hanno messo in evidenza il ‘grande cuore’ del Caat. Cogliendo l’appello lanciato sui social #aiutiamochiciaiuta, il Centro Agroalimentare di Torino, con la preziosa collaborazione dell’Associazione dei Grossisti e di un operatore della logistica, ha organizzato la raccolta di oltre 4.500 kg di prodotti ortofrutticoli donati a 5 presidi ospedalieri dell’area metropolitana torinese.

Finita la fase di stretta emergenza, a quale modello futuro i mercati agroalimentari dovranno pensare?

Il Caat ha volumi pari a 500 mila tonnellate l’anno ed è tra i primi tre mercati agroalimentari nazionali
Il Caat ha volumi pari a 500 mila tonnellate l’anno

I Centri Agroalimentari, mai come in questo periodo, hanno riscoperto quell’antica vocazione che tradizionalmente hanno avuto come presidi strategici per l’approvvigionamento di prodotti agroalimentari e il monitoraggio dei prezzi al fine di concorrere al loro calmieramento. Le sfide del futuro, tuttavia, impongono da subito una riflessione sul ruolo che i Mercati intenderanno ricoprire all’interno della filiera agroalimentare. La crisi che ha interessato il settore dell’ambulantato ha mostrato in modo incontrovertibile la fragilità di centri come il Caat ancora saldamente ancorati a tale categoria.

L’ambulantato ha potuto constatare con mano, soprattutto in questo periodo, come la propria sopravvivenza e il conseguente sviluppo non possa che passare attraverso un rinnovamento che se da un lato impone nuovi assetti organizzativi, dall’altro richiede l’offerta di nuovi servizi (per esempio, consegne a domicilio) per intercettare nuove quote di mercato. Al pari, il Centro agroalimentare di Torino dovrà, attraverso un nuovo assetto organizzativo che passi sia da una rimodulazione degli orari di funzionamento che da un ripensamento dei servizi offerti, creare quelle condizioni per favorire quel ricambio generazionale necessario per affrontare le sfide future.

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