Confagricoltura, costi raddoppiati per l’export con la crisi di Suez

Mele, kiwi e agrumi soggetti a rotte più lunghe che comportano anche minore freschezza dei prodotti. Giansanti: “Intervenire a livello europeo”

Massimiliano Giansanti
Massimiliano, Giansanti presidente di Confagricoltura

“Circumnavigare l’Africa per evitare il canale di Suez comporta problemi di conservazione dei prodotti freschi e di tipo economico, con costi raddoppiati delle merci, tensioni sui consumi e un generale rallentamento degli scambi. Questa situazione deve essere approfondita sul piano europeo”.

Sulle tensioni interazionali, relative al blocco del transito delle navi nel canale di Suez, che si aggiunge a quelle belliche in Medio Oriente e in Ucraina, interviene Massimiliano Giansanti presidente di Confagricoltura: l’accento è sui rischi del nostro export frutticolo.

Il transito verso i mercati asiatici vale 4 miliardi di euro di prodotti agroalimentari

Le esportazioni di questo periodo sono costituite principalmente da mele (soprattutto verso l’India), kiwi e agrumi. La prolungata percorrenza verso i mercati finali dell’Asia non garantisce più le stesse caratteristiche di freschezza. Inoltre, nei Paesi importatori, la merce deve essere venduta a un prezzo inevitabilmente più alto per far fronte alle nuove rotte

“Il 40% dell’intero interscambio marittimo del nostro Paese passa dal Mar Rosso e il settore agroalimentare risente più degli altri di questa situazione: il transito verso i mercati asiatici vale 4 miliardi di euro di prodotti”.

Il comparto ortofrutticolo italiano sta attraversando delle difficoltà per la minore produzione dovuta al cambiamento climatico e all’aumento dei costi di produzione.  La preoccupazione è che la nuova crisi possa di nuovo far ripartire l’inflazione che era stimata in discesa per il 2024. “Se aumenta l’inflazione, sarà inevitabile un ulteriore calo dei consumi agroalimentari, già in discesa di quasi 5 punti percentuali nello scorso anno”.

 

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