Accordo commerciale tra Europa Messico, le opportunità e i pericoli

Siglato il 21 aprile a Bruxelles l'accordo tra Europa e Messico che prevede meno dazi doganali e più opportunità per i paesi europei che vogliano esportare i propri prodotti nel Paese

Meno dazi doganali e più opportunità per i paesi europei che vogliano esportare i propri prodotti in Messico, questo in sintesi ciò che prevede l’accordo commerciale raggiunto tra Europa e il Messico, siglato il 21 aprile, ma Coldiretti alza l’attenzione sulla mancata tutela delle denominazioni di origine dei prodotti.

L’intesa aggiorna l’accordo sul commercio bilaterale in vigore dal 2000 e grazie a essa il 99% dell’interscambio di merci, compresi i prodotti agricoli, non sarà più soggetto a dazi, come già aviene per il vino, e tariffe. Il Messico inoltre considererà l’Europa come soggetto unico e non ci saranno accordi con ciascuno Stato membro dell’Unione.

Nel dettaglio l’accordo tra Europa e Messico

Grazie a questo accordo il Messico rimuoverà le sue tariffe elevate sui principali prodotti alimentari dell’Ue come la pasta (attualmente soggetta a tariffe fino al 20%), cioccolato e dolciumi (con tariffe superiori al 20%), formaggi gorgonzola (fino al 20%), mele e pesche in scatola (fino al 20%), praticamente tutti i prodotti a base di carne di maiale (fino al 45%) e di pollame di rilevanza economica (fino al 100%).

In materia di sicurezza alimentare l’accordo prevede: maggiore trasparenza reciproca e scambio di informazioni; consultazioni tecniche e cooperazione tra autorità; continui controlli di certificazione e importazione; procedure trasparenti di approvazione delle importazioni con scadenze chiare.

Positivo il commento di Cia-Agricoltori Italiani: “L’ultima proposta negoziale tra Europa e Messico va interpretata come un’opportunità per l’export delle nostre produzioni. Novità per i formaggi e la pasta made in Italy, che avranno l’occasione di fruire di nuovi spazi di mercato nell’area del centro America”.

Il monito di Coldiretti, tutelare il made in Italy

“Dall’intesa con il Canada (Ceta) a quella siglata con il Giappone e Singapore da quella con il Messico fino alla trattativa in corso con i Paesi del Sudamerica (Mercosur), si assiste – sottolinea la Coldiretti -, al moltiplicarsi di accordi di libero scambio da parte dell’Unione Europea che legittimano a livello internazionale la pirateria alimentare a danno dei prodotti made in Italy più prestigiosi. Una scelta autolesionista della Commissione Europea contro la quale la Coldiretti è impegnata a dare battaglia con l’avvio di una mobilitazione popolare per fermare il cibo falso e proteggere la salute, tutelare l’economia, bloccare le speculazioni e difendere l’agricoltura italiana. La tutela delle denominazioni – continua la Coldiretti – avrebbe dovuto rappresentare un obiettivo primario. Il furto di identità delle produzioni più tipiche è un costo troppo elevato per l’Italia che non è certo compensato dalla riduzione delle barriere tariffarie per il formaggio e per la pasta con le esportazioni dall’Italia, che nel 2017 sono state pari rispettivamente il valore di 3,3 milioni di euro e di 6,3 milioni di euro, anche per gli effetti della delocalizzazione industriale”.

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