Bergamotto di Reggio Calabria, stop all’Igp ora si vuole la Dop

Scontro tra agricoltori e industriali dell’essenza. La Regione ha chiesto l’interruzione dell’iter per l'Igp ormai concluso. Domenica manifestazione a Locri del Comitato dei bergamotticoltori

Il Bergamotto di Reggio Calabria, un agrume pregiato
Il Bergamotto di Reggio Calabria

Da una parte gli agricoltori, dall’altra gli industriali dell’essenza. Chiamiamola la disfida del Bergamotto di Reggio Calabria. Sembrava tutto fatto con lapprovazione dell’Igp e relativo disciplinare di produzione dal Masaf, dopo due anni e mezzo di istruttoria. A febbraio la Regione ha però deciso di scrivere agli uffici ministeriali per sollecitare l’interruzione dell’iter ormai concluso, a favore invece dell’ipotetica Dop chiesta dai produttori dell’olio essenziale che vogliono estendere l’attuale Denominazione di origine protetta, riconosciuta all’essenza, anche al frutto. Risultato, una situazione di stallo.

Cambiare tutto perché nulla cambi

Rosario Previtera, coordinatore del Comitato per il Bergamotto di Reggio Calabria
Rosario Previtera, coordinatore del Comitato per il Bergamotto di Reggio Calabria Igp

“Aprire alla Dop significherebbe ricominciare tutto da capo come fosse un nuovo prodotto, perché l’essenza è un’altra categoria -fa notare Rosario Previtera, che coordina le centinaia di agricoltori aderenti al Comitato per il Bergamotto di Reggio Calabria-. La mossa di estendere il disciplinare Dop al frutto è in realtà per non avere né Dop né Igp e mantenere tutto com’è, così gli industriali ci guadagnano. Probabilmente si andrà alla conta delle due domande sulla base della rappresentatività degli ettari”.

Si è intanto formato un comitato spontaneo di bergamotticoltori reggini che sta facendo incontri pubblici. Domenica  24 marzo, a Locri, è prevista una nuova manifestazione presso l’aula consiliare comunale  dove verrà presentato e distribuito il Disciplinare dell’Igp approvato dal ministero dell’Agricoltura. Precedentemente sono state organizzati altri incontri e un sit-in di sensibilizzazione svoltosi nella sede del Consiglio regionale della Calabria, insieme a Copagri, Conflavoro Agricoltura, Liberi Agricoltori-Anpa, Nuova Unci Calabria, USB Lavoro Agricolo e Comitato promotore per l’Igp Bergamotto di Reggio Calabria.

Un kg di bergamotto pagato 80 centesimi, l’essenza venduta a 90-180 euro

“Abbiamo mandato avanti l’Igp con un gruppo di più di 300 agricoltori tre anni fa -racconta Previtera-. La controparte, i produttori dell’essenza, vedono però nell’Igp un pericolo: che gli agricoltori possano liberarsi dal giogo dell’essenza. Da quasi due secoli il prezzo del bergamotto è stabilito dagli industriali cui l’80-90% degli agricoltori conferisce il prodotto. All’agricoltore danno 80 centesimi al kg ma un kg di essenza viene venduto tra 90 e 180 euro, se tagliato o puro. Con l’Igp questo sistema potrebbe cambiare: al Nord Italia il bergamotto arriva nelle catene a 5 euro al kg  e c’è grande richiesta anche dal Nord Europa. Con l’affrancamento, ci sarebbe anche con un rilancio per il comparto dei derivati, succhi, confetture eccetera, che beneficerebbero del marchio”.

La Dop non ha protetto dalle sofisticazioni

Sostanzialmente alcuni industriali vorrebbero estendere al frutto l’attuale Dop, conferita all’olio essenziale di Bergamotto reggino nel 2001. “L’essenza va nella cosmesi non si era mai vista una Dop del genere, fu già allora una forzatura. Doveva servire a tutelare dalla sofisticazione ma non è mai avvenuto. Basti dire che in provincia di Reggio Calabria si producono 150 mila kg di essenza all’anno ma nel mondo se ne vendono 4 milioni: i tagli con limonene e altro sono all’ordine del giorno”.

Che l’Igp sia una medaglia d’argento rispetto a quella d’oro della Dop non è poi vero, nessun rischio che si spacci per Bergamotto reggino quello libico. “Abbiamo scritto un disciplinare che vale quello della Dop, perché gli agricoltori hanno deciso di inserire tutte le fasi e non una sola”. Al contrario nel disciplinare presentato per l’estensione della Dop ci sarebbero incongruenze. “Li racconteremo al prossimo incontro di Locri. Scrivono che il portinnesto per la Dop è l’arancio amaro ma è vietato da dieci anni. Dicono che hanno studi dell’Università a supporto (per la Dop servono gli studi analitici, per l’Igp basta la reputazione), ma non esistono”.

 

 

 

 

 

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