Comunità energetiche al via in Italia: il caso di La Mediterranea

La Mediterranea ha implementato ad Acàte, in provincia di Ragusa, una produzione di energia fotovoltaica

Una buona parte del nostro futuro energetico proverrà dalle comunità energetiche, che hanno il potenziale per rivoluzionare il sistema energetico degli Stati, sfruttando al meglio la disponibilità di energia gratuita. L’unione europea le ha normate nella direttiva Red II e l’Italia è tra le nazioni europee che l’hanno  recepita. È ora possibile la condivisione dell’energia elettrica rinnovabile prodotta localmente da una organizzazione ed erogata, in parte o in toto, anche ad altre organizzazioni o consumatori, associati in autoconsumo collettivo e comunità energetiche.

Un esempio tra i primi si ha ad Acàte, in provincia di Ragusa, dove è stata implementata una produzione di energia fotovoltaica proprio a norma Red II. La società consortile La Mediterranea, dedita alla coltivazione di crisantemi a ciclo continuo anche per l’esportazione, ha infatti avviato due dei primi tre impianti del genere in Italia. Due impianti, ciascuno da 200 kW, forniscono l’energia necessaria all’impianto, identificata per tempi e modi da un’analisi dei profili di consumo. Fin qui niente di nuovo: tramite un consorzio, però, l’energia extra attività viene ripartita tra altre aziende, ottimizzando i risultati a livello locale. Gli incentivi verranno spalmati su un periodo di vent’anni. Un terzo impianto è stato realizzato per il vino cerasuolo di un’altra azienda locale, Valle dell’Acàte.

L’innovazione di Acàte va avanti: è in corso l’azione necessaria per entrare nel mondo dell’agrifotovoltaico, che prevede l’installazione di pannelli sopra al terreno coltivato, controllando l’insolazione e l’umidità del suolo mentre si assorbe energia solare. L’iniziativa è stata presa coinvolgendo numerosi interlocutori, tra i quali la Banca Agricola Popolare di Ragusa, una società catanese di riqualificazione ed Enel X.

L’elevatissima insolazione del territorio italiano rende estremamente attraente la possibilità di sviluppare comunità energetiche sia nel pubblico, sia nel privato, sia direttamente tra i cittadini. Certamente sarà necessario guardare con modo diverso a norme e leggi esistenti e alle frequenti gelosie tra aziende e condòmini, per sviluppare un futuro competitivo per i posti di lavoro e per l’ambiente. Andare oltre le norme finora affastellate è una necessità evidente ormai a tutti, dal cittadino al Governo.

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