Andrea Battagliola (La Linea Verde): “Toccati duro dalla crisi, ora salubrità ed emozionalità per il post”

Nella crisi Coronavirus l'azienda ha saputo garantire la continuità negli approvvigionamenti alla gdo. Calo dei volumi fino al 30% e difficoltà di fare previsioni i principali problemi

Andrea Battagliola, eletto neopresidente di Ortomad
Andrea Battagliola, neopresidente di Ortomad

Partire dalla garanzia della salubrità degli ambienti di lavoro, sostegno ai lavoratori, per accettare la sfida di non far mancare i prodotti nella distribuzione, dando continuità e certezza degli approvvigionamenti. “I nostri lavoratori hanno risposto molto bene, considerando che siamo posizionati in una delle zone più colpite da questa emergenza, abbiamo lanciato un hashtag #facciamolanostraparte per ribadire il nostro impegno in questa direzione” ci tiene a sottolineare Andrea Battagliola, direttore generale de La Linea Verde.

Come ha impattato l’emergenza Coronavirus sulla vostra azienda?

L’impatto è stato davvero molto forte anche perché la nostra azienda ha sede nella provincia di Brescia, nel cuore di una delle zone della Lombardia più colpite. Noi abbiamo reagito sin da subito, creando un’unità di crisi in azienda per poter rispondere a tutte quelle che sono state le nuove esigenze e anche alle direttive governative. La Linea verde emergenza coronavirusQuesto ci ha richiesto un grosso impegno. In particolare sotto due aspetti, quello della salute con il distanziamento sociale, l’adozione di smart working e un aumento di sanificazione non solo degli ambienti produttivi, cosa alla quale siamo abituati in quanto azienda alimentare, ma anche in tutti gli altri ambienti dell’azienda. Una rincorsa all’adattamento fino ad arrivare alle più recenti misure come il controllo della temperatura a campione. L’altro aspetto è stata la garanzia della continuità, accettando la sfida di non far mancare i prodotti nella grande distribuzione.

Abbiamo dovuto lavorare anche sulla gestione della paura, del timore. Abbiamo quindi messo in atto un’operazione di vicinanza con i nostri collaboratori, per condividere e spiegare tutto lo sforzo messo in atto, con una comunicazione settimanale (ringraziando per lo sforzo fatto), entrando nel dettaglio sulle linee guida adottate in azienda. E tutto questo si è dimostrato efficace.

Uscendo dall’azienda e guardando alla filiera, dai campi alla logistica?

Abbiamo cercato di essere il più vicino possibile alla nostra filiera, abbiamo così esteso le nostre best practice aziendali anche nei campi, con la fornitura di materiali necessari e le abbiamo rese disponibili anche nella fase logistica e di magazzino. Abbiamo passato fasi molto concitate nel corso di marzo per capire che direzioni prendere, per esempio nelle disposizioni agli autisti e nel far fronte all’emergenza.

Abbiamo visto che i consumi della quarta gamma sono stati altalenanti e in generale flessione, quali dati avete raccolto?

I momenti di accaparramento hanno creato alcune difficoltà a livello di filiera per picchi e discese repentine cui abbiamo fatto fronte. Il punto in cui soffre la filiera è l’abbassamento dei volumi che purtroppo rischia di lasciare in campo molto prodotto buono. Stiamo parlando di un 30% di calo. Speriamo che il mese di maggio, con la ripartenza di alcune attività produttive, possa invertire la tendenza

Entrando nel dettaglio?

Ci sono andamenti diversi, il mondo Horeca e food service è quasi fermo. Questa crisi ha impattato però anche sui consumi fuoricasa e dei prodotti ad altro contenuto di servizio, quindi insalate arricchite e ricettate: abbiamo volumi per meno della metà rispetto allo scorso anno, anche gli estratti sono in sofferenza. Nel mondo della quarta gamma ci sono diversi andamenti: per le insalatine, come lattughino e rucola, abbiamo un -10%, mentre per le miste, come iceberg, lattughe, toccano anche un calo del -25%. Calo che abbiamo visto anche nelle zuppe, che in parte è dovuto alla stagionalità e al caldo eccezionale, ma il rallentamento arriva fino al -25%. L’export di prima gamma soffre molto, intorno al 30%, invece la quarta gamma arriva al 15%. I dati sono comunque difficili da raccogliere vista l’estrema variabilità del mercato.

Siete una piccola multinazionale italiana: questo scenario lo avete riscontrato anche all’estero? Per esempio in Spagna, nazione colpita come noi dall’emergenza?

Macroscopicamente sì, ma le dinamiche sembrano essere più rapide: di certo il fatto di essere qui in Italia, in una delle zone più colpite, ha reso tutto più complicato. Il nostro stabilimento in Spagna si trova nella Navarra, che è una zona meno colpita e non ha dovuto far fronte alle nostre difficoltà. Se il mercato in Italia è sceso, mi pare che la cautela nella ripresa della normalità possa far stabilizzare prima il mercato spagnolo.

Data la vostra capacità previsionale come pensate di affrontare quella che tutti chiamano “Fase 2”?

La fase che stiamo vivendo ci obbliga a fare uno sforzo, anche molto difficile, perché tanto del nostro tempo è al servizio della continuità e della garanzia della salubrità. È una crisi che ha bisogno di una gestione continua e quotidiana per garantire ciò che in altre situazioni segue meccanismi e automatismi che non richiedono quasi risorse. Abbiamo comunque preso decisioni sui prossimi lanci, alcuni rinviati e altri annullati, però non ci fermiamo e ci concentriamo su ridurre il numero e concentrare le nostre risorse su quelli.

Pensate che la salubrità del prodotto potrebbe essere un driver più forte d’acquisto per il post emergenza?

Stiamo riflettendo sulle direzioni strategiche da seguire nei prossimi mesi, perché è già cambiato il modo di comunicare, seguendo anche le abitudini di consumo mutate. Ci vorrà del tempo per tornare alla normalità. Quindi sicuramente la sicurezza alimentare è una leva, ma punteremo anche su quelle emozionali, quindi non solo razionali. Il consumo in casa è chiave nell’abitudine di consumo, come le zuppe e insalate che possono essere ingredienti della cucina italiana. Ripenseremo al tono, adattato alla situazione contingente: ‘Noi ci siamo, facciamo prodotti buoni, continua a fidarti di noi, del nostro marchio Dimmidisì‘. Ma vogliamo diffondere anche un piccolo sorriso in un momento di difficoltà estremo come quello che stiamo attraversando.

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