Ue e Giappone verso un accordo di libero scambio

Participation of Jean-Claude Juncker, President of the EC, Donald Tusk, President of the European Council and Shinzō Abe, Japanese Prime Minister at the EU-Japan Summit
Participation of Jean-Claude Juncker, President of the EC, Donald Tusk, President of the European Council and Shinzō Abe, Japanese Prime Minister at the EU-Japan Summit

È solo un primo passo nel segno del libero scambio di merci, quello siglato ieri, 6 luglio, tra la Commissione Europea e il Giappone a Bruxelles. L’accordo, che per ora viene definito politico, ha già un sottostante accordo commerciale su svariati argomenti che è stato messo a punto a partire da marzo 2013 quando sono iniziati i primi negoziati.  La comunicazione sull’intesa è arrivata dal presidente della Commissione Europea, Jean-Claude Juncker, in conclusione del summit Europa-Giappone a cui hanno partecipato il presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk, e il premier ministro giapponese Shinzo Abe.

Mercato aperto ed equo

L’accordo economico è stato definito Economic partnership agreement e va ben oltre il semplice libero scambio eliminando progressivamente i dazi ma anche tutta una serie di altre barriere al commercio. L’accordo sancisce l’eliminazione della maggior parte dei dazi pagati dalle aziende europee negli stati membri, circa un miliardo di euro all’anno risparmiati, e apre il mercato giapponese all’export agricolo europeo.

“Oggi abbiamo trovato un accordo di massima per un Economic Partnership Agreement il cui impatto andrà ben oltre i confini europei -ha dichiarato il presidente Juncker-. Attraverso l’accordo, Unione Europea e Giappone sostengono i valori condivisi e l’impegno per tutelare gli standard più elevati nelle aree del lavoro, della sicurezza, della protezione ambientale e della tutela del consumatore. Nell’ottica di decisioni mutualmente congrue, è stato preso anche un significativo impegno nel sostegno dei diritti fondamentali della protezione dei dati personali. Insieme stiamo inviando al mondo un messaggio forte, una presa di posizione a favore di un commercio aperto ed equo. Per quanto ci riguarda, non c’è protezione nel protezionismo. Solo lavorando insieme saremo in grado di fissare standard globali ambiziosi. È questo il messaggio che Europa e Giappone portano insieme al G20″.

Per Cecilia Malmström, commissario al commercio: “L’accordo ha un’importanza economica enorme, ed è anche un modo per avvicinarci. Stiamo dimostrando che Europa e Giappone, partner globali democratici e aperti, credono nel libero commercio, nella costruzione di ponti e non di muri. Il Giappone è la quarta potenza economica a livello globale, e ha dimostrato grande interesse per i prodotti europei, dunque l’accordo apre grandi potenzialità per l’Europa. Ci aspettiamo che dia una grossa spinta alle esportazioni in molti settori dell’economia europea”. L’incremento è stimato dalla Commissione nell’ordine dei 20 miliardi di euro con maggiori opportunità per le aziende e incremento nei posti di lavoro nei settori dell’agricoltura, produzione di alimenti, pelle, abbigliamento, calzature, farmaceutico e dei dispositivi medici, ecc.

Riconosciuta in Giappone una lista di 205 indicazioni geografiche

L’impatto dell’accordo si estende a una lista di 205 Dop e Igp,su un totale di 3154 denominazioni tutelate dall’Ue . “L’accordo va a vantaggio di tutti, ed è particolarmente vantaggioso per l’Europa rurale -ha dichiarato Phil Hogan, commissario per lo Sviluppo Agricolo e Rurale-. Oggi fissiamo un nuovo benchmarck per il commercio in agricoltura. Scompariranno le tariffe sull’esportazione del vino sin dal primo giorno di entrata in vigore dell’accordo, e significa per i produttori di vino un risparmio pari a 134 milioni di euro l’anno. Ugualmente lo speck del Tirolo austriaco, la birra tedesca Münchener, il Jambon d’Ardenne belga, la Wódka polacca, al pari delle oltre 200 indicazioni geografiche europee che godranno in Giappone delle stesse tutele di cui godono in Europa”. In particolare si cancellano le imposte sui formaggi, oggi al 29,8%, e sul vino, al 15%, favoriti l’export di carne e si apre il mercato dei servizi finanziari, di eCommerce, telecomunicazioni e trasporto. Più protezione invece per l’automotive, grazie a un periodo di transizione che precederà l’apertura dei mercati.

Il passo successivo consiste nella messa a punto dei punti ancora in sospeso, e nell’emissione, a fine anno, di un testo finale condiviso. L’accordo verrà poi sottoposto all’esame del Consiglio, del Parlamento europeo e deli Stati membri.

 

Se questo articolo ti è piaciuto e vuoi rimanere sempre informato iscriviti alla newsletter gratuita.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome