Pratiche sleali, è la Spagna la prima a recepire la direttiva Ue

Da Madrid, dove ha incontrato il ministro Planas, Paolo De Castro ha ricordato come l'Italia sia ancora in attesa della legge nazionale

La Spagna è il primo Paese Ue a recepire la direttiva contro le pratiche commerciali sleali nel settore agroalimentare approvata a Strasburgo nel marzo 2019. Il decreto legge, che sarà firmato questa settimana, lo renderà direttamente applicabile. Differente la situazione nel nostro Paese, dove il provvedimento è ancora in attesa di recepimento – che comunque prevede un iter più lungo – da parte del Parlamento.

Lo ha fatto sapere da Madrid il coordinatore S&D alla commissione Agricoltura del Parlamento europeo, e relatore della direttiva, Paolo De Castro, al termine della bilaterale con il ministro dell’Agricoltura spagnolo, Luis Planas, sulla riforma della Politica agricola comune.

La direttiva europea contiene diverse misure per proteggere gli agricoltori dalle pratiche commerciali sleali da parte degli acquirenti e dei distributori. Si va dai ritardi nei pagamenti per i prodotti forniti, alle cancellazioni unilaterali tardive o alle modifiche retroattive dell’ordine e, ancora, dal rifiuto di firmare un contratto scritto con il fornitore all’uso improprio di informazioni riservate.

All’incontro, al quale ha partecipato anche l’eurodeputata Clara Aguilera, sono state discusse anche altre tematiche per le quali c’è stata ampia convergenza di vedute, quali il bilancio europeo e la transizione ecologica prevista nel Grean Deal, che deve rappresentare una opportunità per gli agricoltori e non una penalizzazione.

Pochi giorni fa, dal palco del recente Festival del giornalismo alimentare di Torino, Luigi Scordamaglia, consigliere delegato di Filiera Italia, aveva detto: “Assicurare rapporti di filiera trasparenti ed equilibrati con una corretta ripartizione del valore aggiunto lungo tutte le sue fasi è interesse comune. Una filiera squilibrata non sopravvive e senza una parte agricola correttamente remunerata cessa di funzionare anche l’industria e la distribuzione”.

“Gli accordi volontari non bastano – ha ricordato Scordamaglia – bisogna ora recepire nel più breve tempo possibile, come già fatto dalla Spagna, la direttiva sulle pratiche commerciali sleali e individuare un’autorità di controllo diversa da quella dell’articolo 62 (AGCM antitrust) che non ha funzionato adeguatamente, essendo strutturata per altre finalità”.

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