Da oggi frontiere aperte per 150mila braccianti stranieri

Mipaaf: pubblicate le misure per la regolarizzazione del lavoro. Per la Coldiretti non basta, servono i voucher agricoli

Raccolta del pomodoro, pratica a rischio caporalato
Raccolta del pomodoro

La regolarizzazione dei migranti non basta a risolvere il problema della mancanza di lavoro nelle campagne dove è necessaria subito una radicale semplificazione del voucher agricolo che possa ridurre la burocrazia e consentire anche a percettori di ammortizzatori sociali, studenti e pensionati italiani lo svolgimento dei lavori in un momento in cui scuole, università e molte attività economiche sono rallentate e tanti sono in cassa integrazione. E’ quanto afferma la Coldiretti in occasione dell’avvio delle procedure per l’emersione dei rapporti di lavoro e il rilascio di permessi di soggiorno temporaneo previste dall’articolo 103 del decreto legge numero 34 del 19 maggio 2020.

In questo contesto – sottolinea la Coldiretti – è invece rilevante l’apertura delle frontiere italiane dal 3 giugno ai cittadini europei senza obbligo di quarantena con il possibile ritorno dei circa 150mila lavoratori stagionali comunitari provenienti da Romania, Polonia e Bulgaria e altri Paesi europei e dell’area Schengen rimasti finora bloccati per la pandemia, mentre per quelli extracomunitari occorrerà attendere il 15 giugno.

Si tratta di una decisione che – precisa la Coldiretti – consente di garantire professionalità ed esperienza alle imprese agricole italiane grazie al coinvolgimento temporaneo delle medesime persone che ogni anno attraversano il confine per un lavoro stagionale per poi tornare nel proprio Paese. Secondo le stime della Coldiretti più di un quarto del Made in Italy che finisce sulle nostre tavole è raccolto nelle campagne da mani straniere con 370mila lavoratori regolari che arrivano ogni anno dall’estero, fornendo il 27% del totale delle giornate di lavoro necessarie al settore.

La comunità di lavoratori agricoli europei più presente in Italia è quella rumena (107.591) con polacchi (13.134) e bulgari (11.261). Numeri che contribuiscono a colmare il gap attuale, dopo che su sollecitazione della Coldiretti sono già stati prorogati fino al 31 dicembre i permessi di soggiorno per lavoro stagionale in scadenza ed è stato ottenuto nel decreto Cura Italia che le attività prestate dai parenti e affini fino al sesto grado non costituiscono rapporto di lavoro nè subordinato nè autonomo, a condizione che la prestazione sia resa a titolo gratuito.

Con il mese di giugno – riferisce la Coldiretti – si intensifica l’attività nelle campagne: dopo fragole, asparagi, carciofi, ortaggi in serra (come meloni, pomodori, peperoni e melanzane in Sicilia) con l’aprirsi della stagione i prodotti di serra hanno lasciato il posto a quelli all’aperto, partendo dal sud per arrivare al nord. Le raccolte di frutta stanno partendo con le ciliegie e le albicocche, poi prugne e pesche, sempre iniziando dal meridione, per poi risalire lo stivale e arrivare, grazie ai tempi di maturazione differenziati delle diverse varietà, fino a settembre. E’ iniziata la raccolta dell’uva da tavola in Sicilia e a giugno le prime pere, ad agosto le prime mele e poi l’inizio della vendemmia, mentre a ottobre – conclude la Coldiretti – inizia la raccolta delle olive e a novembre quella del kiwi.

Bellanova: “Partiamo con queste misure, Parlamento potrà migliorarle

In riferimento alla pubblicazione sul sito del Mipaaf delle misure per l’emersione del lavoro nero, la ministra delle Politiche agricole, Teresa Bellanova, ha dichiarato: “Si può sempre fare di più, adesso partiamo con queste misure, poi il percorso parlamentare potrà migliorare la proposta che noi abbiamo avanzato”.

“La misura che abbiamo messo in campo – ha precisato – punta a dare la possibilità di un permesso di soggiorno col quale garantire un lavoro dignitoso ai migranti, persone che in questi anni non solo sono state dimenticate, ma ghettizzate. Faccio un appello alle istituzioni, alle organizzazioni sindacali, a quelle degli imprenditori e al mondo del volontariato, di far sapere a questi cittadini che vengono da un’altra parte del mondo che oggi possono uscire dall’invisibilità, chiedere un permesso di soggiorno dando un’opportunità alle imprese e alle famiglie che li impiegano come colf e badanti di farli lavorare in modo regolare”.

 

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