E’ stato firmato l’accordo salva-pomodoro made in Italy per sostenere l’economia e l’occupazione con la valorizzazione del prodotto simbolo dell’identità nazionale in Italia e all’estero. Nel contesto dell’emergenza coronavirus l’intesa di filiera ha visto protagoniste Coldiretti e Princes Industrie Alimentari, società che gestisce a Foggia il più grande stabilimento in Europa per la trasformazione del pomodoro.
L’accordo, sottolinea Coldiretti, “garantisce produzioni di qualità eccellenti, sostenibilità ambientale e sostenibilità sociale con particolare attenzione alla tutela dei lavoratori e alla lotta al caporalato”. Ai coltivatori sarà riconosciuto un prezzo di acquisto equo, basato sugli effettivi costi sostenuti per rispettare il disciplinare di produzione basato su una equa pianificazione degli investimenti. L’intesa prevede una remunerazione di 121 euro a tonnellata per il pomodoro tondo e 125 euro a tonnellata per il pomodoro lungo con un aumento dei prezzi riconosciuti in campagna agli agricoltori del 23% rispetto al 2019. Questi prezzi saranno applicati ai pomodori coltivati in Puglia, Basilicata e Molise, dove si realizza circa la metà del produzione nazionale. Sarà, inoltre, riconosciuto un premio di 10 euro a tonnellata in corrispondenza dell’utilizzo della tecnica agronomica della pacciamatura.
“L’accordo rientra nell’azione di responsabilizzazione dal campo allo scaffale promossa da Coldiretti per garantire che dietro tutti gli alimenti in vendita ci sia un percorso di qualità che riguarda l’ambiente, la salute e il lavoro, con un’equa distribuzione del valore – sottolinea Ettore Prandini, presidente di Coldiretti – nel precisare che l’intesa rappresenta anche un prezioso punto di riferimento per sostenere la competitività del Made in Italy in Italia e all’estero”.
La filiera del pomodoro impegna in Italia complessivamente circa settemila imprese agricole, oltre 100 imprese di trasformazione e 10mila addetti, ed esporta 1,7 miliardi di euro di derivati del pomodoro in tutto il mondo. L’Italia è il principale produttore dell’Unione europea con la produzione nazionale prevista quest’anno in calo su valori attorno ai 4,5 milioni di tonnellate.