Valorizzare e raccontare l’ortofrutta, una visione #alfemminile al Macfrut

Allo stand di Macfrut de La Grande Bellezza Italiana una tavola rotonda con esponenti dell'associazione donne del retail e dell'ortofrutta moderate da Cristina Lazzati

La seconda giornata del Macfrut è stata animata dal dibattito tenuto presso lo stand de La Grande Bellezza Italiana, la prima rete di imprese ortofrutticole nel panorama ortofrutticolo nazionale. Una tavola rotonda tutta al femminile dal titolo “Valorizzare l’ortofrutta nel punto di vendita, stimoli e visioni” condotta da Cristina Lazzati, a cui hanno partecipato donne appartenenti alle associazioni donne del retail e donne dell’ortofrutta.

Tra queste Micaela Montano, buyer ortofrutta Coop; Eleonora Graffione, presidente del consorzio Coralis; Alessandra Manzato, group category manager Conad, Cristiana Furiani, responsabile commerciale Op Geofur e responsabile commerciale ortaggi La Grande Bellezza Italiana, Giulia Ingino, responsabile commerciale Agem Frutta e presidente del consorzio del Marrone e Castagna di Serino Igp e di Laura Damiani, direttrice di produzione Orsini &Damiani.

Uno spazio di riflessione al femminile su diversi temi che riguardano il settore ortofrutticolo. Si è parlato di innovazione digitale, del possibile apporto dell’intelligenza artificiale, degli ormai pre-requisiti della sostenibilità e di ambito Esg, di certificazioni, fino alla scottante questione del prezzo e delle nuove forme di comunicazione necessarie per rilanciare i consumi.

Prezzo e qualità, serve mantenere le promesse

La grande distribuzione si basa ancora su politiche di acquisto e non di vendita, sottolinea Eleonora Graffione. “Oggi si sta assistendo ad un’inversione di tendenza. E’ necessario valorizzare e formare i professionisti del settore affinché comprendano le esigenze del consumatore e del produttore. Nei punti di vendita va curata l’esposizione del reparto ortofrutticolo, comunicata la filiera produttiva, educato il consumatore attraverso i social. Non è ammissibile che lungo la filiera ci sia ancora qualcuno che rimane indietro e il consumatore deve comprendere il valore della filiera”.

La filiera ha bisogno di essere sostenuta dichiara Giulia Ingino, responsabile commerciale Agem Frutta e presidente del consorzio del Marrone e Castagna di Serino Igp. “Dobbiamo informare il consumatore sull’origine dei prodotti per chiedere un prezzo adeguato al consumatore”. Per lavorare sul prezzo è necessario lavorare sulla qualità e sulla quantità, sottolinea Cristiana Furiani, anche se diventa sempre più difficile a causa dei cambiamenti climatici.

Si può dare valore al prodotto sfruttando anche le tecnologie

È toccato a Cristiana Furiani, responsabile commerciale Op Geofur e responsabile commerciale ortaggi de La Grande Bellezza Italiana aprire il dibattito sul tema della valorizzazione del prodotto. “Valorizzare un prodotto significa dare valore ad un territorio e soprattutto al produttore. Cosi facendo si attribuisce valore a tutto il contesto che sta intorno ad esso”.

Alessandra Manzato, group category manager Conad, guarda agli aspetti del punto di vendita e punta dritto al reparto ortofrutta. “Vi sono mediamente più di 250 referenze nel reparto ortofrutta di un punto di vendita e valorizzare un prodotto diventa fondamentale. E’ necessario però farlo con una comunicazione semplice e moderna che sfrutti le tecnologie e stimoli l’acquisto d’impulso come si fa, per esempio, nel reparto gastronomia”.

Tutte concordi nel ritenere che gli spazi di manovra siano ancora tanti e che la comunicazione possa sfruttare driver inediti come quello del benessere, spesso ignorato dal consumatore per il prodotto ortofrutticolo”. Laura Damiani sottolinea il ruolo del packaging, strumento indispensabile per raccontare al consumatore la storia del prodotto.

Micaela Montano, buyer ortofrutta Coop, apre al tema degli strumenti tecnologici e dei social. “Il packaging ha un valore intrinseco potentissimo, arrivando nelle case di milioni di italiani e raccontando prodotto e produttore. Laddove non si arriva con la confezione bisogna intervenire con i social e le tecnologie”, conclude Montano. La tavola rotonda si anima sul tema delle tecnologie e dell’intelligenza artificiale, strumenti utili e necessari per comunicare l’ortofrutta. Per Cristiana Furiani l’intelligenza artificiale è già una realtà per il settore ortofrutticolo, aiuta il produttore a risolvere una serie di problematiche legate alle risorse idriche e in futuro avrà un peso sempre più importante.

Puntare sulle certificazioni, sul sistema di certificazioni e sul branding

Tutte concordi sul valore delle certificazioni, strumenti di controllo e verifica. Micaela Montano, buyer ortofrutta Coop, ricorda lo storico impegno di Coop nei confronti delle politiche ambientali. “Già nel 1996 si lavorava per ridurre l’impatto ambientale in campo, cosi come la gestione dei rifiuti. Nel 2000 Coop e stata la prima società in Europa ad ottenere la certificazione SA8000 per il rispetto delle condizioni dei lavoratori. Oggi tutti i nostri fornitori sono certificati secondo i principali schemi di certificazione”.

Unanime il consenso per quanto riguarda le politiche di branding, che aiutano a dare un senso alle politiche di acquisto del consumatore. Secondo Laura Damiani il brand dà valore alle promesse che vengono fatte al consumatore, in questo modo il cliente è rassicurato sul prodotto che acquista. “Quando si parla di branding dobbiamo essere sicuri di quello che dichiariamo in particolare in tema di lavoro. Il branding diventa il tuo elemento distintivo e la realtà con cui ti presenti”, conclude Eleonora Graffione.

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