Antagonisti microbici per il controllo dei patogeni nelle fragole e pomodori

L’Università di Torino, nell’ambito del progetto europeo Excalibur, sta lavorando all'identificazione di nuovi microrganismi in grado di tenere sotto controllo le malattie delle piante, in alternativa a fungicidi chimici

Excalibur, test su patogeni di piante di fragole e pomodori in serra
Excalibur, test su patogeni di piante in serra

Ridurre l’uso di fungicidi chimici in favore di antagonisti microbici per il controllo degli agenti patogeni nella produzione orticola. L’Università di Torino, sotto la guida del professor Massimo Pugliese, nell’ambito del progetto Excalibur, sta lavorando all’identificazione di nuovi microrganismi in grado di tenere sotto controllo le malattie delle piante, in particolare pomodori e fragole.

Il test in due aziende commerciali del Piemonte: le soluzioni migliori saranno applicate a partire dal prossimo anno

“Abbiamo selezionato due aziende agricole commerciali, situate in Piemonte: una addetta alla produzione di fragole e l’altra di pomodori -spiega Massimo Pugliese-. Nel corso del 2020 abbiamo monitorato le principali malattie che colpiscono tali colture. Stiamo cercando gli antagonisti microbici. A tale scopo stiamo effettuando test su diversi ceppi di Trichoderma, Bacillus e Fusarium non patogeno, presenti nella raccolta di Agroinnova-Università di Torino, per valutare le loro capacità di tenere sotto controllo gli agenti patogeni provenienti dal terreno che colpiscono le due colture.

Contemporaneamente stiamo valutando l’effetto di fertilizzanti biologici, come il compost, utilizzato da solo oppure rafforzato con ceppi microbici, come il Trichoderma, nella soppressione del patogeno del terreno Phytophthora capsici”. Le soluzioni più promettenti saranno applicate a partire dal prossimo anno nelle due aziende agricole commerciali.

Un progetto internazionale che riunisce 16 partner per un uso più efficiente di biopesticidi e biofertilizzanti

Excalibur (Exploiting the multifunctional potential of belowground biodiversity in horticultural farming) è un progetto di ricerca internazionale finanziato (6.995.197,50 euro) dall’Ue attraverso il programma Horizon 2020. Inaugurato nel 2019 riunisce 16 partner europei, tra cui CRPV-Centro Ricerche Produzioni Vegetali, Agrinnova e Crea. Nell’arco di cinque anni i ricercatori esamineranno le modalità d’interazione tra colture, suolo e microorganismi. Le conoscenze acquisite promuoveranno un uso più efficiente di biopesticidi e biofertilizzanti per pratiche produttive sostenibili.

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