Il 2024 si conferma un’altra annata difficile per l’uva da tavola: dopo un 2021 e 2022 con un andamento normale dal punto di vista di quantità e prezzi, è seguito un 2023 caratterizzato da scarsa produzione e prezzi alti. Quest’anno la campagna di commercializzazione è iniziata con quotazioni elevate per le uve precoci, quali la bianca Vittoria, e i valori sono scesi come di consuetudine entrando nel vivo della stagione produttiva con l’aumentare della produzione.
Quotazioni in rialzo con il calo della produzione
Poi a settembre la scena è radicalmente mutata a seguito delle intense e prolungate precipitazioni che hanno colpito l’area produttiva del Sud Italia (e l’intera penisola). I prezzi, di conseguenza, mai scesi nel 2024 sotto i 2 euro al chilo (se non in una prima fase per la varietà Red Globe), hanno iniziato uva velocemente a risalire verso i 4 €/kg per l’uva bianca Italia e i 5 – 6 €/kg per le varie apirene. Anche la Red Globe sta raggiungendo quotazioni considerevoli che sfiorano i 3 €/kg. Le quantità presenti sono ridottissime e la campagna 2024 si avvia ad un termine particolarmente anticipato. Si può ritenere che il dato parziale della produzione nazionale non sarà soggetto a ritocchi significativi e anche quest’anno i volumi ridotti hanno spinto le quotazioni al rialzo.
La geografia dell’uva in Italia
La coltivazione dell’uva da tavola in Italia è concentrata in Puglia e Sicilia, con una percentuale complessiva del 94%. Da quando regioni come Abruzzo, Campania e Lazio hanno quasi abbandonato la produzione di uva da tavola, si può ben immaginare che un andamento climatico avverso che colpisce le due primarie aree produttive citate (e negli ultimi anni non mancano), compromette la produzione. Ciò con conseguenze per l’approvvigionamento di uva non solo a livello nazionale, considerato che il nostro prodotto è ampiamente gradito ed esportato principalmente in Germania e Francia.
Cala l’export a valore, cresce a volume
Il 2023 è stata un’annata produttiva difficile, con importazioni cresciute del 16% a volume. Nello stesso anno, dati i volumi ridotti prodotti, c’è stata una flessione delle quantità in esportazione del 13,6% ma l’elevato pregio e valore del nostro prodotto, nonostante il minor export, ha generato un rialzo del 12,8% in valore economico. Il 2024 si sta rivelando simile alla precedente stagione, con una produzione lievemente superiore e le quotazioni che seguono un trend analogo.