Nel 2021 crescono del 53% i consumi di frutta in quarta gamma

Un mercato che vale 25 milioni di euro, ancora non tornato ai livelli prepandemia

Risponde a un’esigenza di benessere e praticità la frutta in quarta gamma, settore in ripresa dopo un brusco crollo dovuto alla pandemia, grazie anche al ritorno dei consumi fuoricasa.

La frutta di quarta gamma, selezionata, tagliata, lavata e pronta al consumo, a settembre 2021, infatti, ha segnato un + 53% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, per un valore complessivo di oltre 25 milioni di euro, ancora una nicchia se si paragona al valore degli ortaggi in quarta gamma che vale 867 milioni di euro, ma con un buon potenziale di crescita.

Frutta in quarta gamma: in attesa di tornare ai consumi pre pandemia

Andrea Battagliola, direttore generale della Linea Verde
Andrea Battagliola, presidente del Gruppo IV Gamma di Unione Italiana Food

La pandemia del 2020 ha rappresentato un momento di forte difficoltà anche per il settore della frutta di IV gamma, con un crollo delle vendite del 50% -commenta Andrea Battagliola, presidente del Gruppo IV Gamma di Unione Italiana Food-. Il 2021, anche se i volumi non sono ancora tornati a quelli pre-pandemia, si è distinto invece per una grossa ripresa che ci fa ben sperare per quest’anno”. La frutta di quarta gamma è comoda e pratica sia da acquistare sia da consumare. Offre, inoltre, un elevato contenuto di servizio, perché permette di consumare anche frutti che altrimenti il consumatore non acquisterebbe perché difficili da aprire o pulire.

Frueat SpreaficoMattia Menni, marketing manager di Spreafico, azienda associata a Unione Italiana Food Gruppo IV Gamma che aveva presentato la linea Frueat a Macfrut 2019, commenta così, “Abbiamo notato che il consumatore riconosce in questo prodotto un forte contenuto di servizio. La frutta, infatti, viene selezionata al giusto momento di maturazione e lavorata poi a mano, per garantire il massimo dal punto di vista del gusto e della morbidezza. È anche un prodotto sostenibile: si mangia tutto quello che si acquista e tutti gli scarti del processo produttivo, ad esempio le bucce, vengono riutilizzati come concime in agricoltura” 

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