Cresce la filiera del tropicale made in Sicilia #vocidellortofrutta

“Entro settembre 2022 avremo sette nuove aziende associate, che saliranno a 39 su oltre 140  ettari” annuncia Andrea Passanisi, titolare dei brand Sicilia Avocado, Etna Mango, Dal Tropico e Avocado di Sicilia

Andrea Passanisi è titolare del brand Sicilia avocado
Andrea Passanisi con l'avocado made in Sicilia

Andrea Passanisi, 37 anni, presidente di Coldiretti Catania, è tra gli artefici della scommessa del successo della frutta tropicale made in Sicilia. Con quattro brand, Sicilia Avocado, Etna Mango, Dal Tropico e Avocado di Sicilia, ha investito sin dagli anni Duemila nell’esotico italiano. La produzione comprende avocado, passion fruit, mango, papaya e litchi. Completamente biologica per i primi due e a metà per mango e litchi: solo la papaya ha una produzione convenzionale. I numeri gli stanno dando ragione. “Tra aprile  e settembre 2022 avremo sette nuove aziende associate, con nuovi impianti, e saliranno pertanto a 39 su oltre 140  ettari”.

Come sta andando la campagna dell’avocado?

Avocado a marchio Sicilia Avocado
Il prodotto a marchio Sicilia Avocado

In questo momento stiamo distribuendo Hass, che è la nostra punta di diamante: abbiamo cinque varietà: Bacon, Hass, Fuerte, Orotava, Reed. La campagna sta andando bene: tanto prodotto ma disomogeneità nei calibri. Cerchiamo di comunicare che anche il frutto piccolo è ottimo. È ancora più buono, in realtà: la polpa è più cremosa e il seme è più piccolo.

Dove viene distribuito?

Abbiamo puntato tanto sulla gdo, con l’offerta in vaschette flowpack o clamshell:  siamo a completa disposizione. Siamo in Lidl, con contratto di filiera Fai, Firmato agricoltori italiani e in altre insegne italiane.

C’è molta richiesta di tropicale made in Italy: come gestite il calendario?

Ho richieste di commerciali che vogliono l’avocado 12 mesi: ci chiedono di importarlo nei mesi in cui non lo coltiviamo, ma io dico no. Il nostro core business è meramente tropicale italiano seguendo la stagionalità. Per l’avocado la nostra commercializzazione va da ottobre a maggio; a giugno inizia quella di passion fruit, papaya e litchi e termina a settembre. A fine agosto il mango, con chiusura a fine novembre. Abbiamo cinque varietà  di avocado e sette per il mango: Glenn, Palmer, Irwin, Kent, Keitt, Kensington e Osteen.

Qual è la marcia in più del vostro prodotto made in Sicilia?

Mango 100% prodotto in Sicilia
Mango made in Sicilia

Distribuiamo un frutto a giusta maturazione da filiera corta, che all’estero arriva in 48 ore dalla raccolta e non dopo 12-13 giorni di trasporto. La differenza è di sostanza secca, che significa freschezza, maggiore compattezza di polpa e cremosità. Noi raccogliamo a scalare, gradualmente, nel momento giusto: prima effettuiamo le analisi in laboratorio. A novembre dello scorso anno, a inizio raccolta, per l’avocado avevamo una sostanza secca, superiore del 24%.

Contano molto poi il clima e il terreno. Mango e avocado devono essere piantati seguendo la vocazione pedoclimatica del territorio: le sue caratteristiche influiscono sull’attecchimento, crescita e di conseguenza sulla produttività. Paghiamo poi bene i conferitori: devono investire e io do garanzie a loro, questo è il patto. Diamo supporto non solo commerciale alla filiera, ma anche assistenza tecnica: c’è un agronomo che gira in tutte le aziende agricole.

State puntando anche all’estero e all’ecommerce.

Sì, con il primo soprattutto in Francia: l’estero è un mercato già maturo, riconosce una varietà rispetto a un’altra, associa un gusto e chiede qualità. Abbiamo fatto tanta Francia perché volevamo fare tanta Italia: stiamo riscontrando una clientela italiana sempre più evoluta anche nel nostro Paese. Noi puntiamo su trasparenza, etica, identità, comunicazione. Il nostro prodotto va raccontato, non è solo mera vendita. Arriveremo al punto anche di presentarlo con un progetto di blockchain legato alla geolocalizzazione. Con l’ecommerce guardiamo al mercato italiano: sulla piattaforma abbiamo superato le 60 mila utenze.

Con Deavocado il vostro avocado è diventato anche l’ingrediente di un integratore, distribuito nelle farmacie, per il benessere e la fertilità della donna. Che prospettive ci sono con queste partnership legate alla farmaceutica e nutraceutica?

Andrea Passanisi con Chiara Maffei per il lancio del nutraceutico Deavocado a base di avocado
Andrea Passanisi con Chiara Maffei per il lancio del nutraceutico Deavocado

Sta andando forte: segue il progetto il ceo di Pecten Group, Chiara Maffei, con cui abbiamo siglato la collaborazione. È il primo integratore al mondo a base di avocado fermentato, una formula esclusiva. È un settore parallelo, pensiamo di sfornare altre idee legate al settore della nutraceutica.

Quali sono i maggiori problemi oggi?

Il problema principale è la manodopera professionale in campagna: difficile trovarla. Noi proponiamo formazione e  assunzione. Abbiamo assunto ex chef, baristi, persone in grosse difficoltà. Sono orgoglioso di questo perché li abbiamo formati. Abbiamo meccanizzato il sistema di calibratura, chiusura, confezionamento, ma ci devono essere le persone che devono portare il pane a casa.

Grosse difficoltà arrivano poi dagli aumenti delle materie delle prime (cartone, plastica, legno) energia (gasolio), trasporto: incidono sul 30% di tutto. Serve aprire un dialogo e confronto con tutti gli attori della filiera.

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