De Biasi (MìPulia): “Fungo cardoncello richiesto da gdo tutto l’anno, crescita a dismisura” #vocidellortofrutta

L’azienda tarantina ne produce 400 tonnellate, con alti standard qualitativi. Dal prossimo anno la produzione è anche biologica

MìPulia ha una tradizione trentennale nella fungicoltura, svolta nella Murgia pugliese
MìPulia ha una tradizione trentennale nella fungicoltura

Da oltre trennt’anni MìPulia, a Castellaneta, in provincia di Taranto, è specializzata nel settore della fungicoltura. Tradizione ma anche innovazione grazie a strutture e infrastrutture all’avanguardia nel campo della ricerca e della tecnologia. Il focus business è il cardoncello, con un produzione di circa 400 tonnellate garantita tutto l’anno, senza l’utilizzo di agrofarmaci. “Dal prossimo anno saremo anche bio” fa sapere il titolare William De Biasi.

Quando nasce MìPulia?

L’azienda nasce nel 2017, è molto giovane, ma ha alle spalle trent’anni di esperienza come produttrice di substrato per funghi. Siamo un gruppo costituito da quattro imprese, di cui tre producono substrati, soprattutto da scarti della lavorazione agricola (farina, paglia, polpe, in piccole percentuali anche fondi di caffè).

Qual è il focus business?

La coltura di funghi si svolge in serre
La coltura si svolge in serre

Facciamo coltivazione in serra e in particolare siamo specializzati sul cardoncello: una produzione annua di circa 400 tonnellate, per un fatturato intorno ai due milioni. Siamo, del resto, a ridosso della Murgia pugliese, territorio di questa varietà. MìPulia nasce anche per rispondere alla richiesta della gdo di avere il cardoncello tutto l’anno.

Il suo consumo in Italia è cresciuto a dismisura. Noi garantiamo standard quantitativi e qualitativi grazie a un ciclo controllato. Per l’80% produciamo per partner aziendali che si occupano del confezionamento e distribuzione.

Quali sono le altre varietà che MìPulia produce?

Funghi cardoncelli MìPulia
Funghi cardoncelli

Il cardoncello è un fungo di nicchia ed è abbastanza costoso: nella gdo varia dai 9 ai 14 euro al chilo, si mangia crudo o cotto. Noi produciamo anche lo champignon, che per volumi è il più consumato in Italia  e in piccoli volumi lo shitake. Abbiamo tutte le certificazioni, tra cui GlobalGap.

Quanto sta crescendo l’appeal dello shitake?

Sta prendendo piede, ma ancora lentamente, soprattutto al Sud. È un mercato in divenire.

Quali sono i plus di MìPulia?

Garantiamo quantitativi sia in estate sia in inverno, alta qualità, non utilizziamo agrofarmaci e il nostro cardoncello ha una shelf-life più elevata, dai 10 ai 15 giorni.

Qual è oggi il trend sui funghi?

Nel cardoncello si usano ceppi diversi rispetto ad anni fa: gambo più grosso, più scuro, selezioni più resistenti a malattie, più produttive e con attenzione al lato estetico.

Che novità arriveranno prossimamente?

Dal prossimo anno entriamo nel bio con un substrato certificato. E nei prossimi due, tre anni vogliamo uscire anche con un nostro brand, che dovrebbe chiamarsi MìPulia.

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