Rago Group, arriva il basilico in vertical farming #vocidellortofrutta

L’azienda di Battipaglia lancia un test pilota con PAC 2000A Conad e farà sperimentazioni sulle baby leaf, come racconta il direttore commerciale Rosario Rago

Rago Group investe nella vertical farming
Rago Group diventa una vertical farm

Svolta tecnologica per il Gruppo Rago di Battipaglia, nella Piana del Sele, la “California d’Italia”, tra le maggiori aziende produttrici di baby leaf in Europa. L’azienda familiare, che è guidata dalla quinta generazione, punta sulla vertical farming, l’agricoltura del futuro, sostenibile, in grado di dare prodotti a residuo zero con un risparmio del 90% di acqua. Il test pilota con PAC 2000A Conad sarà il basilico, come annuncia il direttore commerciale Rosario Rago, nonché vicepresidente di Confagricoltura Salerno.

Perché la scelta di puntare sulla vertical farming?

Siamo la prima vertical farm agricola, fatta e gestita da agricoltori. Abbiamo sempre guardato avanti, attenti all’innovazione. È un piccolo impianto, modulare e scalabile, con il quale stiamo facendo delle esperienze: un capannone di 500 mq con una serra tecnologica di 200 mq, entrambi ampliabili. Una struttura a cinque piani in altezza, che arriva a circa 3 metri. Il lockdown ha un po’ rallentato l’installazione, ma è pronto.

Con quale tecnica e quali produzioni? Quando arriveranno i primi prodotti sul mercato, avete già stipulato accordi con insegne della gdo?

Serre tecnologiche Rago Group
Serre tecnologiche Rago

La tecnica è una sorta di idroponica ibrida: una parte di prodotto è a contatto con l’acqua, direttamente con le radici, un’altra è su substrato, zeolite, ed è comunque a contatto con l’acqua. La vertical farm è nata su brevetto israeliano ma l’abbiamo importata dagli Usa, prodotta dall’azienda Sananbio. Ci è sembrata la più performante, soprattutto per la maggiore produttività e per la modularità.

Il primo prodotto, coltivato a residuo zero e impatto zero, è il basilico e usciremo a settembre sul mercato. Abbiamo già un accordo con una catena della gdo nel Centro-Sud, PAC 2000A Conad. Il test pilota durerà circa tre mesi per capire andamento e consumi. Una parte della vertical farm sarà dedicata a nuove colture che sperimenteremo, baby leaf. Il vantaggio è che in una decina di giorni riusciamo ad avere un campione disponibile come serve al cliente. Dopo di che si stabilisce se le produzioni possano bastare con la vertical farming o se serva espanderle con l’agricoltura convenzionale.

E sulle insalate di quarta gamma?

Si sta lavorando sempre di più sulla sostenibilità. Siamo state una delle prime aziende a misurare l’impatto ambientale dei prodotti  nel loro intero ciclo di vita (Lca– life cycle assessment). Lo stiamo ottimizzando sempre di più. Con il post Covid dobbiamo tutti andare in quella direzione.

In futuro farete anche insalate di quarta gamma in vertical farming?

Rosario Rago, direttore commerciale Rago Group
Rosario Rago

Facciamo un test pilota, a misura d’uomo, su un’aromatica proprio per adattarci al nuovo tipo di agricoltura, vedere i conti e quanto impatta per chilo di prodotto. È un investimento importante, si va a operare in camere asettiche, dove anche gli operatori devono essere gestiti in un certo modo.

Sulla quarta gamma il prezzo è diventato molto basso ed è una variabile ormai importante: stiamo cercando di capire se è sostenibile economicamente. Dobbiamo decidere per il futuro se continuare a fare serre o vertical farming.

La vertical farming riduce la manodopera?

Basilico Rago Group da vertical farming
Basilico Rago da vertical farming

Il costo della manodopera sarà sicuramente più basso, ma quello delle tecnologie, a cominciare dalle luci led, è impattante. Nella prima fase è prevista la robotizzazione della semina (la raccolta ancora no, ma ci sta lavorando un team di tecnici). Il controllo è in remoto, tramite una app. Siamo la seconda azienda in Europa (la prima è in Islanda) che utilizza le vertical farm prodotte da Sananbio.

Quale sarà il brand del basilico in vertical farming e con quale pack?

Il packaging è in cartoncino compostabile, diviso in due parti, tolto quella superiore, diventa un vasetto per gestire la piantina. Il marchio sarà sempre Rago e sarà indicato che il prodotto è in vertical farming a impatto zero e residuo zero.

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