Barbera: “Il melone retato diventerà un nuovo prodotto simbolo” #vocidellortofrutta

Parte la stagione commerciale, come racconta, il general manager Alessandro Barbera: “Alto grado brix e nessun problema di siccità. Con le arance, uva da tavola e il ficodindia rappresenta la produzione principale” 

Melone retato Barbera International
Melone retato Barbera

Barbera International punta sul melone retato di qualità. Negli obiettivi del gruppo diventerà una delle referenze forti, con le arance, l’uva da tavola e il ficodindia. Alessandro Barbera, il general manager, ci racconta il prodotto che è appena arrivato a scaffale e le strategie future.

Comincia per Barbera la stagione del melone: a scaffale arriva la prima produzione.

Melone retato Barbera
Melone Barbera

Il melone è ormai una referenza importante nel nostro paniere: è diventato uno dei nostri prodotti principali con ficodindia, uva e arance. Abbiamo cominciato la commercializzazione da tre anni. Proponiamo varietà di melone retato a pasta rossa nel corso della stagione. Puntiamo su caratteristiche di gusto, profumo e lunga shelf-life. Alta qualità, con grado brix tra i 13 e 15. Con il primo invio raggiungeremo tutti i nostri clienti Italia ed estero, circa una ventina, in Paesi come Francia, Belgio, Lussemburgo, Olanda e Germania.

Come si presenta il prodotto quest’anno?

La stagione si presenta bene, non ci sono stati problemi nella maturazione. Non abbiamo avuto neanche problemi di siccità: il mese di marzo, quello decisivo, non è stato freddo. Lo scorso anno la campagna è stata entusiasmante, e anche quest’anno le previsioni sono ottime. La stagione commerciale va da fine marzo-inizio aprile fino a metà giugno. È coltivato nell’area di Licata, in tunnel per la maggior parte, serre più basse. In campo seguiamo la produzione integrata.

Cosa possiamo dire della prossima produzione estiva?

Il nostro prodotto di punta per l’estate è l’uva da tavola, poi il ficodindia: l’uva è la regina dell’estate, il ficodindia è il prodotto consolidato. Per l’uva da tavola inizieremo a fine maggio con l’uva apirena Arra Sugar Drop (Arra 30), a bacca bianca: in genere la Vittoria è la più precoce, da metà giugno, con l’Arra anticipiamo di un paio di settimane. Avremo un’ottima produzione, per alcune piante è il secondo o terzo anno a frutto, sarà a pieno regime. Il ficodindia arriva a fine luglio.  Il pack è in cassetta sfuso o in vassoio in cartone flowpack e da scorso anno abbiamo introdotto il film compostabile.

Qual è la tipologia che va di più?

Il consumatore italiano preferisce quello a polpa bianca. All’estero si preferisce il rosso, anche per il trend di associazione alla nutraceutica. La bianca è più croccante e dolce, la gialla più morbida, la rossa una via di mezzo.

Che riscontro c’è stato con il lancio della linea di arance Extra Rosse?

L’abbiamo portata a scaffale quest’anno in Italia e all’estero, riscuotendo un grande successo. Il feedback è stato ottimo. Con la linea Extra Rosse offriamo un prodotto di qualità superiore, selezionato per la sua intensa pigmentazione interna. Il marchio è stato ideato per risaltare specifici cloni varietali di moro v.c.r., tarocco v.c.r. e sanguinello moscato della nostra tradizione agricola. Sviluppano un’elevata pigmentazione della polpa e di conseguenza un più elevato livello di antociani (in media circa 650 mg/l, fino a 4 volte in più rispetto ad altri cloni varietali di arancia rossa), come dimostrano le analisi che l’azienda ha svolto presso laboratori certificati.

A quali fiere parteciperete prossimamente?

Saremo a fine aprile a Perpignan per il MedFel, poi a Madrid, a ottobre, per Fruit Attraction e a Parigi per Natexpo.

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