Collaborazioni con università, enti di ricerca, alzando l’asticella su tracciabilità, sostenibilità ed economia circolare per il riutilizzo degli scarti della filiera produttiva. Il Pomodoro di pachino Igp punta a rafforzare la reputazione e lo fa attraverso il Consorzio, che vede alla guida da ben 18 anni (sei mandati!) il presidente Sebastiano Fortunato: 140 soci, di cui 30 soci confezionatori e 110 soci produttori. L’area territoriale del Pomodoro di Pachino Igp comprende i comuni di Pachino, Portopalo di Capo Passero, Noto (Sr) e Ispica (Rg).
La produzione, da 600 mila chili nel 2007, è arrivata a quasi 9 milioni di chili (2024) per un fatturato di oltre 30 milioni di euro. “La più grande soddisfazione è quella di aver riportato il marchio ai legittimi proprietari, aumentando la domanda e creando un valore aggiunto necessario per la sopravvivenza della filiera”. Per dare visibilità, il Consorzio sarà presente al Macfrut 2025, con uno spazio di 192 mq, nell’ottica di continuare la sua missione principale, volta alla promozione e alla tutela del prodotto.
Cosa aspettarsi da Macfrut?
Nei tre giorni di Fiera lo spazio sarà teatro di showcooking e light lunch nei quali saranno ospitati i buyer della gdo, i rappresentanti di stampa e tv e i referenti istituzionali. Sarà soprattutto un’importante occasione di incontro e di contatto diretto con i soci del Consorzio, con la possibilità di instaurare e/o fidelizzare al meglio i rapporti di collaborazione. Seguiranno altre partecipazioni a fiere, in veste di espositore, tra le quali Fruit Attraction, a Madrid, in programma dal 30 settembre al 2 ottobre 2025. L’internazionalizzazione è oggi una carta fondamentale per l’ortofrutta, come si sta muovendo il Consorzio in questa ottica, con quali attività? All’estero pretendono che il prodotto sia tracciato e che soprattutto si tutelino i lavoratori. Il Consorzio ha intrapreso un dialogo con l’Ufficio Ice-l’Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane, e con loro sono stati fatti a Pachino degli incoming con numerosi buyer europei in visita presso le nostre aziende, attraverso programmi di incontri B2b. Attualmente quasi tutto il prodotto viene commercializzato in Italia, tranne una piccola percentuale, circa il 10%, che va in Europa. Purtroppo con i trattati bilaterali non riusciamo a esportare il pomodoro fresco in Paesi quali Stati Uniti, Canada, Russia; in Oriente poi per le forti limitazioni fitosanitari non riusciamo a esportare.
Sul mercato interno ci saranno quest’anno attività di collaborazione con i retailer?
Alcune aziende del Consorzio organizzano periodicamente delle promozioni con banchetti e hostess per promuovere il Pomodoro di Pachino Igp all’interno dei supermercati. Inoltre, come Consorzio, abbiamo aderito a un progetto, denominato Spettacoli alla frutta, un’organizzazione che prevede la partecipazione sul punto di vendita di attori con costumi che rappresentano frutti o verdure, per coinvolgere bambini e famiglie, spiegandone loro la qualità e le proprietà nutritive dei singoli prodotti. Non per ultima, la presenza al Macfrut 2025 di Rimini, manifestazione al quale il Consorzio partecipa ogni anno. Evento di riferimento per i professionisti del settore ortofrutticolo, in Italia e all’estero, una fiera internazionale nel suo genere, in rappresentanza dell’intera filiera.
A livello di tutela del marchio, come si realizza il contrasto al suo uso illegittimo?
Il Consorzio opera nella sua attività di tutela per mezzo dei suoi agenti vigilatori. Inoltre ogni anno, viene stipulato un piano di controllo con l’Icqrf, attraverso controlli presso la gdo, canale horeca, siti web, mercati.
La sostenibilità, nonostante certi annunciati ammorbidimenti sul Green deal, è ancora fondamentale per veicolare un prodotto. E può aggiungere ulteriore appeal al marchio Igp. Misurazione della Carbon footprint, produzione nichel free e certificata Sqnpi, smart irrigation: in quali direzione e verso quali certificazioni il Consorzio punta?
Le condizioni pedoclimatiche della zona di produzione, caratterizzata da temperature elevate, grazie anche all’esposizione prolungata delle piante ai raggi del sole (da un rapporto dell’Enea emerge che Pachino è il comune più assolato d’Europa) consentono la produzione in serre fredde. Gli impianti serricoli dove viene prodotto l’Igp Pomodoro di Pachino, inoltre, sono caratterizzati da un basso impatto energetico e conseguentemente da una forte riduzione di CO2 la cui quantificazione e misurazione nelle fasi selezionate del ciclo di vita dello stesso ci potranno portare al raggiungimento della certificazione Carbon footprint. Infatti la nostra tipica serra fredda mediterranea è caratterizzata da due fattori essenziali, calore e luce. Allo scopo di sperimentare impieghi innovativi della Lca (Valutazione del ciclo di vita) per studi di Carbon footprint associati a produzioni di pomodoro di Pachino, secondo il disciplinare Igp, è stata stipulata una convenzione con l’Università di Messina in corso di espletamento. In particolare l’obiettivo sarà quello di determinare, attraverso casi applicativi, un approccio metodologico modulare della Carbon footprint a favore di varie tipologie di consorziati aderenti al disciplinare Igp Pomodoro di Pachino. A livello di efficienza energetica oggi si punta poi molto sul fotovoltaico come principale fonte rinnovabile.
Sono in corso o in programma progetti di economia circolare? Gli scarti di pomodoro hanno alto valore, aziende innovative sfruttano, per esempio, le bucce per produrre coating biobased.
Stiamo studiando come lavorare sugli scarti del pomodoro, estrazione del licopene da utilizzare nel settore farmaceutico come integratori e ci auguriamo di poter avviare presto dei progetti in questo senso.
Come si muovono i soci sulla sostenibilità sociale, tema sensibile per il pomodoro, diverse aziende utilizzano, per esempio, la certificazione Sa8000.
La Sa8000 non è una certificazione che riguarda direttamente il Consorzio. Molte aziende aderenti al Consorzio hanno anche diverse certificazioni, come per esempio la Global Gap o il Grasp, che è un modulo che si può aggiungere alla certificazione Global Gap frutta e verdura, che significa Valutazione del rischio sociale. Ma temi etici come la sostenibilità sociale ci stanno molto a cuore e sensibilizziamo sempre i nostri soci su questi argomenti.
La coltivazione del Pomodoro di Pachino Igp è in serra: in Sicilia siccità e alte temperature stanno mettendo in difficoltà i produttori, con aumento di patogeni. Qual è la situazione?
Fino all’anno scorso la situazione è risultata abbastanza drammatica. Quest’anno sembra che tutto sia tornato quasi alla normalità.
Giusto che sull’uso di agrofarmaci l’Ue punti a essere meno restrittiva?
A noi non risulta. I parametri usati dai nostri agricoltori sono molto restrittivi rispetto a quelli europei, in quanto vengono imposti principalmente dalla gdo. C’è una collaborazione con le società di breeding per innovare le varietà in base alle richieste di mercato e di risposta a clima e patogeni? Si richiede sempre più alto grado brix, ma anche shelf-life. Sul territorio c’è la presenza di multinazionali sementiere, che sono direttamente in contatto con i singoli soci, e non con il Consorzio, la cui mission è unicamente quella di promuovere e tutelare il prodotto. Attualmente stanno lavorando soprattutto per individuare una resistenza contro il virus del Tomato Brown, oltre al gusto e alla consistenza. Il trend del pomodoro riconduce sempre alla soddisfazione del consumatore finale, il quale ha sempre più l’esigenza di avere un prodotto sempre più perfomante in termini di gusto e resistenza. La prerogativa rimane sempre quella di mantenere una qualità costante del prodotto. •
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PGI Pachino Tomato with increasingly green brand
Sebastiano Fortunato, President of the Consortium, talked about some of the ongoing projects in terms of sustainability, from Carbon footprint certification to the use of waste for the pharmaceutical industry
Collaborations with universities, research institutions, with special focus on traceability, sustainability, and circular economy for the reuse of waste from the production chain. PGI Pachino Tomato aims to strengthen its reputation and does this through its Consortium, which has seen President Sebastiano Fortunato at the helm for 18 years (six terms!): 140 members, of which 30 are packaging members and 110 are producer members. The territorial area of PGI Pachino Tomato includes the municipalities of Pachino, Portopalo di Capo Passero, Noto (Siracusa), and Ispica (Ragusa). Production, from 600 thousand kilos in 2007, has reached almost 9 million kilos (2024), for a turnover of over 30 million Euros. ‘Our greatest satisfaction is having brought this brand back to its rightful owners, increasing demand and creating an added value necessary for the survival of the supply chain’. To give visibility to this product, the Consortium will be present at Macfrut 2025, with a space of 192 square meters, with a view to continuing its main mission, aimed at promoting and protecting Pachino Tomato.
What can you expect from Macfrut?
During the three days of the Fair, our space will be the stage for show cooking and light lunches, in which buyers from large-scale retail trade, press and TV representatives, as well as institutional representatives, will be hosted. Above all, it will be an important opportunity to meet and have direct contact with the Consortium members, with the possibility of establishing and/or building loyalty in the best possible way to collaborate. Other participations in fairs will follow, as an exhibitor, including Fruit Attraction, in Madrid, scheduled from September 30th to October 2nd 2025.
Internationalization is today a fundamental element for fruit and vegetables. How is the Consortium moving in this perspective, with what activities? Abroad, the operators demand that the product be traced and above all that workers be protected.
Our Consortium has started a dialogue with ICE Office – the Agency for the promotion abroad and the internationalization of Italian companies, and with them incoming visits were made to Pachino with numerous European buyers visiting our companies, through B2B meeting programs.
Currently almost all the product is marketed in Italy, except for a small percentage, about 10%, which goes to Europe. Unfortunately, through bilateral treaties we are unable to export fresh tomatoes to such Countries as the United States, Canada, Russia; in the East, due to the strong phytosanitary limitations, we are unable to export.
Will there be any collaboration activities with retailers on the domestic market this year?
Some companies in the Consortium periodically organize promotions with stalls and hostesses to promote PGI Pachino Tomato in supermarkets. Furthermore, as a Consortium, we have joined a project called ‘Spettacoli alla frutta’ (Fruit Shows), an organization that involves the participation of actors with costumes representing fruit or vegetables in the stores, to involve children and families, explaining to them both quality and nutritional properties of individual products. Last but not least, the presence at Macfrut 2025 in Rimini, an event in which the Consortium participates every year. It is a reference event for professionals in the fruit and vegetable sector, in Italy and abroad, an international fair of its kind, representing the entire supply chain.
In terms of brand protection, how is its illegitimate use countered?
The Consortium carries out its protection activity through its surveillance agents. Furthermore, every year, a control plan is stipulated with Icqrf, through checks at large-scale retail trade, the Ho.Re.Ca. channel, websites, markets, etc.
Sustainability, despite certain announced relaxations on the Green Deal, is still essential to convey a product. And it can add further appeal to the PGI brand. Measurement of the Carbon footprint, nickel-free and Sqnpi-certified production, smart irrigation: in which direction and to which certifications is the Consortium aiming?
The soil and climate conditions of the production area, characterized by high temperatures, also thanks to the prolonged exposure of the plants to the sun’s rays (an Enea report shows that Pachino is the sunniest municipality in Europe) allow production in cold greenhouses. Furthermore, the greenhouse systems where PGI Pachino Tomato is produced are characterized by low energy impact and consequently by a strong reduction in CO2, the quantification and measurement of which in the selected phases of the life cycle can lead us to achieve the Carbon footprint certification. In fact, our typical cold Mediterranean greenhouse is characterized by two essential factors, heat and light.
In order to experiment with innovative uses of Lca (Life Cycle Assessment) for Carbon footprint studies associated with Pachino tomato production, according to the PGI specification, an agreement has been stipulated with the University of Messina, which is currently being implemented. In particular, the objective will be to determine, through application cases, a modular methodological approach to the Carbon footprint in favor of various types of consortium members adhering to the PGI Pachino Tomato specification. In terms of energy efficiency, today there is a lot of focus on photovoltaics as the main renewable source.
Are there any circular economy projects underway or planned? Tomato waste has a high value, innovative companies exploit, for example, the peels to produce bio-based coatings.
We are studying how to work on tomato waste, extraction of lycopene to be used in the pharmaceutical sector as supplements, and we hope to be able to start some projects in this direction soon.
How do your members move on social sustainability, a sensitive issue for tomatoes? Several companies use, for example, the Sa8000 certification.
Sa8000 is not a certification that directly concerns our Consortium. Many companies belonging to the Consortium also have various certifications, such as Global Gap or Grasp, which is a module that can be added to the Global Gap fruit and vegetables certification, which means Social Risk Assessment. But such ethical issues as social sustainability are very important to us and we always raise awareness among our members on these topics.
The cultivation of PGI Pachino tomato is carried out in greenhouses: in Sicily drought and high temperatures are putting producers in difficulty, with an increase in pathogens. What is the situation?
Until last year, the situation was quite dramatic. This year it seems that everything has almost returned to normal.
Is it right that the EU is aiming to be less restrictive on the use of agrochemicals?
We have not heard of this. The parameters used by our farmers are very restrictive compared to the European ones, as they are mainly imposed by large-scale retail trade.
Is there a collaboration with breeding companies to innovate varieties based on market demands and response to climate and pathogens? A higher Brix level is required, but also shelf-life.
In the area there is the presence of multinational seed companies, which are directly in contact with the individual members, and not with the Consortium, whose mission is solely to promote and protect this product. They are currently working above all to identify resistance against the Tomato Brown virus, in addition to taste and consistency. The tomato trend always leads to satisfaction of the final consumers, who increasingly need to have a product that is increasingly performing in terms of taste and resistance. The prerogative always remains that of maintaining a constant quality of the product.