L’ortofrutta punta sull’etichetta healthy per rilanciare i consumi

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La quercetina di capperi e cipolle, l’allicina dell’aglio, l’esperidina degli agrumi, il limonene della scorza del limone, il resveratrolo dell’uva, il sulforafano di broccoli e cavolfiore, la capsaicina del peperoncino, le antocianine delle arance rosse e frutti di bosco. Da qualche tempo i principi attivi di frutta e verdura cominciano a diventare materia di interesse per il consumatore. La vegetalizzazione dei consumi, il green deal creano il contesto adeguato (inflazione a parte). Le aziende più lungimiranti hanno capito che una delle opportunità è unirsi al mondo della ricerca per fare comunicazione. Un esempio sono le collaborazioni con Fondazione Veronesi, Airc, Lilt per iniziative come i limoni, arance, broccoli per la ricerca. “Il 40% dei casi e il 50% delle morti oncologiche possono essere evitati intervenendo su fattori di rischio prevenibili, soprattutto sugli stili di vita”, ha scritto il ministro della Salute Orazio Schillaci nell’introduzione ai Numeri del cancro in Italia 2022. Ma paradossalmente la scarsa assunzione di frutta e verdura continua a essere uno dei cattivi esempi della dieta occidentale. Le positive sinergie si stanno però moltiplicando. E stanno facendo da battistrada culturale a iniziative di aziende e Op che puntano a portare l’etichetta in ortofrutta, scommettendo sulla crescita continua della consapevolezza che frutta e verdura siano il miglior investimento che si possa fare sulla salute. Citrus-L’Orto italiano, molto attiva nelle collaborazioni con Fondazione Umberto Veronesi, ha addirittura creato una mascotte per il limonene, animando anche i punti di vendita della grande distribuzione. Esempi lungimiranti sono quelli proposti dal Cavolfiore Sele e dalla nettarina Saturnia. Il Cavolfiore della Piana del Sele (prossimo a diventare Igp), in occasione della Campagna Nastro Rosa 2023 ha, per esempio, sostenuto la Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori (Lilt) in un progetto che ha coinvolto anche lo chef stellato Davide Oldani che si è prestato a fare da testimonial dell’iniziativa sul packaging. L’Op Solco Maggiore, che riunisce 24 aziende, nella Piana del Sele, sta lavorando sulla nutraceutica in chiave consumer, come racconta il direttore Antonio Vocca.
“È un’attività che abbiamo attivato con il dipartimento di Ingegneria industriale, sezione Ingegneria degli alimenti, dell’Università degli Studi di Salerno, con cui lavoriamo da lungo tempo. Abbiamo verificato il contenuto dei polifenoli nel cavolfiore: sono elevatissimi. Stiamo elaborando una procedura di rilevazione per esporli anche in etichetta con il restyling della linea”. Un altro progetto innovativo in questa direzione e prossimo a diventare realtà è quello che coinvolge la pesca piatta Saturnia. L’azienda agricola Eleuteri, la prima in Italia sulla pesca piatta, scommette fortemente sulla crescita della nettarina piatta, più facile al consumo. Con Anfiteatro Saturnia ha creato a Monte Urano, in provincia di Fermo, la più vasta coltivazione a corpo unico d’Europa, circa 40 ettari, 55 mila piante (altre 15 mila saranno messe a dimora a marzo). Un investimento da 2 milioni di euro. Dal 2025 ci sarà la prima importante produzione, 3-4 mila quintali. Con l’obiettivo di arrivare a 11-13mila quintali. “Dal punto di vista organolettico è interessante -spiega Marco Eleuteri-. Siamo stati i primi, quest’anno, a creare una scheda nutrizionale sulla pesca piatta con Biomedfood, spin-off dell’Università Politecnica delle Marche. Abbiamo analizzato quattro varietà a marchio Saturnia e abbiamo rilevato che è ricca di fibre, tanto che potremmo usare il claim “ad alto contenuto di fibre”. La commercializzeremo con l’analisi di laboratorio posta sul fondo dei cestini, senza usare al momento slogan. Abbiamo considerato tutti i microelementi, compresi i polifenoli, ma abbiamo bisogno di verificare più risultati. Lo faremo nei prossimi due anni per avere un quadro riassuntivo e una scheda attendibile. Faremo anche il test con o senza buccia per vedere i differenti valori nutrizionali. Abbiamo anche finanziato un dottorato di ricerca con la Facoltà di Agraria: si occuperà di valutare come varia l’analisi nutrizionale con le diverse tecniche”.

Fruit and vegetables focus on healthy label to boost consumption

Research collaboration projects, from Fondazione Veronesi to Lilt, are expanding basic knowledge on nutraceutics. The cases of cauliflower from Sele and Saturnia nectarine 

Quercetin from capers and onions, allicin from garlic, hesperidin from citrus fruits, limonene from lemon peel, resveratrol from grapes, sulforaphane from broccoli and cauliflower, capsaicin from chili peppers, anthocyanins from blood oranges and berries. For some time now, the active substances of fruit and vegetables have begun to become a matter of interest for consumers. Both increase in consumption of vegetables and Green Deal create the appropriate context (inflation aside). The most far-sighted companies have understood that one of the opportunities is to join the world of research to communicate. An example are the collaborations with Fondazione Veronesi, Airc, Lilt for such initiatives as lemons, oranges, broccoli for research. Orazio Schillaci, Minister of Health, wrote in his introduction to ‘Cancer Numbers in Italy 2022’: ‘40% of cancer cases and 50% of cancer deaths can be avoided by intervening on preventable risk factors, especially on lifestyles’. But paradoxically, the low intake of fruit and vegetables continues to be one of the bad examples of the Western diet. However, positive synergies are multiplying. And they are acting as a cultural pacesetter for some initiatives proposed by companies and POs that aim at bringing the label to fruit and vegetables, betting on the continuous growth of awareness that fruit and vegetables are the best investment that can be made in health. Citrus-L’Orto italiano, very active in collaborations with the Umberto Veronesi Foundation, has even created a mascot for limonene, also animating the sales points of large-scale retail trade. Far-sighted examples are those proposed by Sele Cauliflower and Saturnia nectarine. For example, Cauliflower from Plain of Sele (close to becoming PGI), on the occasion of the 2023 Pink Ribbon Campaign, supported the Italian League for the Fight against Cancer (Lilt) in a project that also involved the starred chef Davide Oldani, who acted as testimonial for the initiative concerning packaging. Solco Maggiore PO, which brings together 24 companies in the Plain of Sele, is working on nutraceutics from a consumer perspective, as explained by director Antonio Vocca. ‘It is an activity that we have activated with the department of Industrial Engineering, Food Engineering section, of the University of Salerno, with whom we have been working for a long time. We checked the polyphenol content in cauliflower: it is very high. We are developing a detection procedure to also display them on the label with the restyling of the line’. Another innovative project in this direction and close to becoming reality is the one involving Saturnia flat peach. Eleuteri agricultural company, the first in Italy for flat peach, is betting strongly on the growth of flat nectarine, which is easier to consume. With Anfiteatro Saturnia, it has created in Monte Urano, in the province of Fermo, the largest single-plant cultivation in Europe, approximately 40 hectares, 55 thousand plants (another 15 thousand will be planted in March). This investment is worth 2 million Euros. From 2025 there will be the first important production, 3-4 thousand quintals, with the aim of reaching 11-13 thousand quintals. Marco Eleuteri explained: ‘From an organoleptic point of view it is interesting. We were the first, this year, to create a nutritional sheet on flat peach with Biomedfood, a spin-off of the Polytechnic University of Marche. We analysed four Saturnia brand varieties and found that they are rich in fibre, so much so that we could use the claim ‘high in fibre’. We will market them with the laboratory analysis placed on the bottom of the baskets, without using slogans at the moment. We have considered all trace elements, including polyphenols, but we need to verify more results. We will do this in the next two years to have a summary picture and a reliable sheet profile. We will also do the test with or without peel to see the different nutritional values. We have also financed a PhD with the Faculty of Agriculture: it will evaluate how nutritional analysis varies with different techniques’.

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