Il Regolamento europeo sugli imballaggi e sui rifiuti da Imballaggio (Ppwr), adottato lo scorso 24 aprile e attualmente in fase di pubblicazione, rischia di causare più danni che benefici al settore ortofrutta. Critiche e scetticismo sul provvedimento sono emersi al primo forum dell’Assemblea delle regioni europee frutticole, orticole e floricole (Areflh), dove si è discusso di politiche agricole e sostenibilità in relazione al nuovo mandato del Parlamento e della Commissione europea.
Necessaria un’armonizzazione, da evitare liste di esenzione nazionali sui prodotti
Grazie al supporto di Pro Food, gruppo merceologico di Federazione Gomma Plastica (Confindustria) che rappresenta le principali aziende italiane produttrici di imballaggi in plastica per alimenti, l’evento ha visto la partecipazione degli europarlamentari Herbert Dorfmann, Valérie Hayer, Dario Nardella del Comitato Agricoltura e Sviluppo Rurale, e Ricard Ramon della Dg Agri.
Nel panel dedicato alla sostenibilità, moderato da Nicola Dall’Olio della Regione Emilia-Romagna, si sono confrontati Mariateresa Vivaldini (Parlamento europeo, Comitato Itre), Jean-Luc Parou (vicepresidente Idfel Val de Loire), Wim Rodenburg (Groeten Fruit Huis) e Roberto Zanichelli, membro del comitato di comunicazione di Pro Food e consigliere di Unionplast.
La voce degli associati Areflh è stata unanime: l’eliminazione degli imballaggi in plastica per i prodotti ortofrutticoli oltre ad impattare pesantemente sulla filiera comporterebbe un aumento dello spreco alimentare, con conseguente crescita delle emissioni di Co2, maggiori costi di produzione e una riduzione dei consumi di ortofrutta.
Vivaldini ha evidenziato l’importanza di armonizzare le norme a livello europeo e di richiedere ai Paesi terzi di rispettare gli stessi standard. “Abbiamo lavorato molto per alleggerire le restrizioni sul packaging, restano comunque possibilità a livello normativo. Speriamo di agire anche in anticipo attraverso una deroga anche per l’ortofrutta, così com’è avvenuto per il vino: a livello istituzionale farò tutto il possibile per ottenere queste deroghe. La sostenibilità non deve essere ideologica, ma deve tenere conto dei suoi tre pilastri”.
Jean-Luc Parou (vicepresidente Idfel Val de Loire) ha descritto l’impatto della legge francese anti-spreco, che limita l’uso di imballaggi in plastica per i prodotti sotto i 1,5 kg. “Ǫuesta legge ci ha colpiti con costi di imballaggio raddoppiati e un impatto negativo sui consumatori, la normativa ha reso i prodotti freschi meno accessibili, con un conseguente calo delle vendite”.
Wim Rodenburg, rappresentante dei produttori olandesi di Groeten Fruit Huis, ha evidenziato invece la necessità di una regolamentazione armonizzata a livello europeo, evitando liste di esenzione nazionali sui prodotti che devono essere imballati per ragioni di igiene e conservazione. “Senza una lista comune europea, rischiamo di trovarci con regole diverse in ogni Paese”.
Ingiusto accanimento: il packaging in plastica per ortofrutta rappresenta solo l’1,5% di quello alimentare
ProFood, che rappresenta oltre il 70% della produzione italiana di contenitori in plastica per alimenti, con 14 aziende e 29 impianti produttivi, ribadisce che gli imballaggi in plastica sono fondamentali per garantire la sicurezza alimentare e ridurre lo spreco. Roberto Zanichelli, portavoce di Pro Food, ha evidenziato come in Europa circa il 50% dell’ortofrutta sia già venduto sfuso e gli imballaggi in plastica per ortofrutta rappresentino appena l’1,5% di tutti gli imballaggi alimentari. E ha ricordato come molti imballaggi per ortofrutta contengano già fino al 70% di materiale riciclato.