Settore agrumicolo in Italia: i numeri del comparto, tra bio e innovazione

In Italia ci sono circa 62 mila aziende agrumicole e oltre 129 mila ettari coltivati. Con oltre un centinaio di varietà, di cui venti coltivate in Italia, solo da ottobre a giugno, le arance sono il fiore all’occhiello del settore agrumicolo e tra i prodotti più rappresentativi del sud del Paese. I numeri emergono in occasione del Grande Viaggio Insieme di Conad tra le filiere che ha fatto tappa ad Agrigento.

Nel 2018 solo il valore della produzione di agrumi siciliana ha superato i 630 milioni di euro, pari al 13% del valore di tutta la produzione agricola regionale. Pur interessando tutte le nove province, la coltivazione si concentra maggiormente in quelle di Catania, Siracusa e Agrigento che da sole rappresentano più del 50% delle superfici e della produzione nazionali.

La filiera degli agrumi e quella delle arance in particolare rappresentano la ricchezza della cultura mediterranea e raccontano la specificità dei territori -annota l’amministratore delegato di Conad Francesco Pugliese-. La sinergia tra tradizione, innovazione e organizzazione di filiera consentono al settore agrumicolo di rafforzarsi sul mercato italiano e internazionale. In questo senso, i produttori siciliani sono la testimonianza di come l’investimento in sostenibilità ambientale, sociale ed economica può rendere la filiera degli agrumi un modello in costante miglioramento sul piano dell’innovazione e al contempo come la qualità dei prodotti possa dare un’adeguata valorizzazione a tutti gli attori della filiera”.

Quanto conta il biologico nel convegno Legacoop in Sicilia

Quello agrumicolo è il comparto più votato al biologico: l’Italia è il primo produttore al mondo di agrumi biologici con quasi 40 mila ettari di superficie agricola. Circa il 45% di tutta la produzione mondiale di agrumi biologici si trova in Italia. Secondo i dati Ismea, la Sicilia è la regione con le maggiori estensioni agrumicole biologiche concentrare nelle province di Catania e Siracusa rappresentando complessivamente circa l’80% della superficie agricola biologica dedicata ad agrumi in Sicilia.

L’esigenza oggi è quella di informare e formare la filiera agrumicola siciliana, con iniziative partecipate. In fatto di trasparenza e di blockchain si sono confrontati a Catania esperti del settore in occasione del convegno organizzato da Legacoop sul tema Informazioni, trasparenza e certezze per la filiera. Dall’agricoltore al consumatore: la blockchain.

L’impatto economico della Sicilia rappresenta il 4% sul totale Italia e mostra un aumento del 28% –  sottolinea Elena Albertini, vice presidente del Consorzio Tutela Arance rosse di Siciliae l’arancia rossa Sicilia Igp risulta tra i primi dieci brand food Italia”.

Il contributo dell’agroalimentare in Sicilia al Pil è pari al 5,3% -spiega invece Gian Luca Mascellino, partner ChainForFood srl e Wise Chain srlLa Sicilia è la prima regione italiana per superficie agricola dedicata al biologico (427.294 ettari su totale nazionale di 1.908.653) e numero di operatori. L’incidenza percentuale delle superfici biologiche sul totale delle superfici coltivate supera il 30%”. E aggiunge: “La blockchain garantisce la trasparenza di ogni passaggio della filiera agroalimentare. Dai campi allo scaffale ogni fase è registrata a beneficio dei consumatori e degli operatori del mercato”.

Per regolamentare la blockchain sta lavorando concretamente anche l’Assemblea Regionale Siciliana. Jose Marano è la firmataria del primo disegno di legge sulla Blockchain in Sicilia Sviluppo di una piattaforma informatica multifunzionale “Blockchain” per l’applicazione ai servizi di tracciabilità e rintracciabilità dei prodotti agroalimentari, depositato nel mese di agosto 2018. “Aspettiamo ora che si completi l’iter previsto – spiega la deputata Jose MaranoAbbiamo tra l’altro fatto una prima previsione di spesa di circa un milione di euro“.

 

 

 

 

 

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