Pera Igp dell’Emilia Romagna, da Ferrara parte il rilancio

Al Ferrara Food Festival si punta al rilancio di una produzione tipica del territorio, la pera Igp, che da anni sta soffrendo un calo dei consumi

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In occasione della prima edizione del Ferrara Food Festival, importante manifestazione dedicata ai prodotti di eccellenza del territorio emiliano, è stato fatto il punto sul comparto delle pere e sulle prospettive di uscita da una crisi senza precedenti. La grande affluenza di pubblico in Piazza Castello per l’appuntamento promosso da Cso Italy e dal suo presidente Paolo Bruni, conferma il forte legame tra il consumatore e il frutto. Soddisfatto Bruni, il quale afferma che con la manifestazione sono state dimostrate, ancora una volta, le enormi potenzialità della pera Igp dell’Emilia Romagna, una produzione di grande orgoglio e vocazione di cui l’Emilia Romagna è leader, producendo nelle province di Ferrara, Bologna e Modena, il 70% delle pere italiane e portando l’Italia al vertice in Europa.

Il 2021 anno difficile per la pera italiana

Le eccezionali gelate primaverili e i danni causati dalla cimice asiatica, hanno fatto perdere al settore almeno il 70% della produzione in Emilia Romagna. Un vero e proprio tracollo se guardiamo ai numeri: meno 83% per cento per la varietà Abate rispetto al 2018, meno 70% per la Conference, meno 60% per la William secondo i dati forniti da Cso di Ferrara.

“Dopo annate produttive e commerciali non positive, le condizioni per un rilancio a tutto campo ci sono”, afferma il presidente Bruni. E forse proprio l’utilizzo del prodotto in cucina, visto in questi giorni di manifestazione, e la valorizzazione delle sue caratteristiche salutistiche svelano l’attenzione verso nuovi utilizzi da parte del consumatore e la strada del trend salutistico.

L’evento è servito anche per illustrare le recenti iniziative di rilancio della pera Igp dell’Emilia Romagna, come la creazione della “Aop UnaPera”, che in brevissimo tempo ha visto la sottoscrizione del suo protocollo da aziende che rappresentano oltre il 60% della produzione regionale, un progetto finanziato dalla Regione per 120 mila euro nel 2021 e per 2,2 milioni di euro per il 2022, con l’obiettivo di raddoppiare la produzione certificata. A questa importante iniziativa si aggiunge lo sviluppo di una ricerca finalizzata alla messa a punto di avanzate biotecnologie per la difesa della produzione, in particolare per il contrasto della maculatura bruna.

Se i dati confermano che il 2021 è stato l’annus horribilis per le pere dell’Emilia Romagna, c’è da dire che il comparto vive un trend negativo da lungo tempo confermando difficoltà di natura strutturale oltre che climatica.

Con Bruni sono intervenuti, tra gli altri, anche il direttore della Clinica medica dell’Università di Ferrara, Roberto Manfredini che ha evidenziato le caratteristiche positive sia dal punto di vista organolettico che chimico, del frutto. La pera, riferisce il dott. Manfredini, “sviluppa nell’organismo un’azione benefica, per i suoi effetti anti-infiammatori, la sua funzione anti-tumorale e il suo contrasto ai calcoli renali”.

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