Mele, dopo l’embargo russo virata su Nord Africa e Medio Oriente

Il congresso mondiale della mela, uno degli eventi più importanti di Interpoma (Bolzano 20-22 novembre) si è trovato quest’anno ad affrontare una problematica nuova e molto più impegnativa di quella degli ultimi anni. Siamo infatti in presenza della più grossa produzione di mele a livello europeo con un consumo in costante calo e con l’embargo della Russia che ha creato problemi enormi per tutti gli esportatori: solo il Trentino Alto Adige negli ultimi anni con From aveva investito molto in questo mercato e ora attendeva di raccogliere i frutti. Ma la situazione più pesante si riscontra in Polonia che fin dai tempi dell’Unione Sovietica aveva nella Russia il proprio principale sbocco, nel solo ultimo anno aveva esportato in Russia 800mila t di mele. Questo mercato viene a mancare proprio nell’anno di massima produzione per il paese che ha superato i 3 milioni e 500 mila t di mele, con un costante aumento annuo al punto che negli ultimi cinque anni l’aumento della produzione è stato pari un milione di t.

Dominik Wozniak, della Rajpol Cooperative della Polonia ha parlato della pesane situazione del suo paese aggravata dall’enorme produzione che in un anno è aumentata del 60-70%. Questo comporta la necessita di smaltire una grossa quantità all’estero. «Pensiamo anche noi di concentrarci sul Nord Africa, sugli Emirati Arabi e sull’India, sempre che gli indiani decidano di comperare da noi e non dai cinesi. Non penso invece che avremo grandi possibilità di esportazione in Cina. Ma sicuramente il nostro mercato più importante è ancora in Europa: Inghilterra, Svezia, Germania sono i nostri sbocchi più importanti».

Un’attenzione particolare va riservata alla gdo che assorbe ormai oltre il 50% delle nostre mele, ha proseguito Wozniak: «Sicuramente il maggior problema è dato dalla Idared della quale abbiamo una grossa produzione perché era la mela che preferivano i russi, e ora non ha mercato».

Quali le strategie per uscire da questa congiuntura? «È giunto il momento di serrare le fila ‒ conclude Wozniak ‒ di promuovere una maggiore collaborazione fra i produttori europei, abbiamo almeno mezzo milione di t di mele che non sappiamo dove collocare, dobbiamo discuterne assieme per trovare una strategia comune».

L’Europa attende con molto interesse anche i dati sull’andamento della campagna melicola Usa e del Sud America. Steve Lutz CML, Washington State (Usa), ha esordito affermando che negli Usa è diminuita la produzione di mele, ma anche i consumi, siamo al minimo come consumi dal 1980, il calo si è avuto particolarmente nelle varietà storiche, la Golden Deliciuos è stata soppiantata dalla Gala che ha avuto un aumento della produzione del 153%. Un ruolo molto importante è giocato dalle varietà club come Envi®, Ambrosia, Sweet Tango e Kiku. La commercializzazione avviene per il 77% tramite la gdo». Ma come reggere a questa situazione si è chiesto Lutz? «Migliorare la genetica e i marchi di proprietà e aumentare l’esportazione che oggi è del 15-18% verso Messico, Canada e Paesi Arabi e per le varietà puntare su Gala e Fuji».

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