Genome editing: ma è veramente ogm?

Atto di disobbedienza civile al Parlamento Europeo organizzato dall'Associazione Luca Coscioni e da Science for Democracy per promuovere la tecnica che l’Ue considera Ogm

I radicali Marco Cappato e Marco Perduca a Bruxelles promuovono la tecnica Crispr di genome editing con un atto di disobbedienza civile
I radicali Marco Cappato e Marco Perduca a Bruxelles promuovono la tecnica Crispr di genome editing

Una “merenda” Crispr davanti al Parlamento Europeo, con l’obiettivo di promuovere l’innovativa tecnica, considerata Ogm dall’Ue, e i loro effetti benefici sull’agricoltura. L’atto di disobbedienza civile si è svolto ieri, a Bruxelles, organizzato dall’Associazione Luca Coscioni e dalla piattaforma internazionale Science for Democracy. I radicali Marco Cappato e Marco Perduca, coordinatori di Science for Democracy, sono stati fermati dalle autorità belghe che hanno sequestrato i prodotti. Fra i partecipanti, giovani ricercatori e la genetista italiana Vittoria Brambilla.

Alessandro Vitale (Cnr): “Con la nuova metodologia si risparmierebbe il 90% dei 100 milioni necessari per portare un prodotto geneticamente modificato sul mercato”

Alessandro Vitale, dirigente di ricerca del Cnr all’Istituto di biologia e biotecnologia agraria di Milano
Alessandro Vitale, dirigente di ricerca del Cnr

L’atto dimostrativo è contro la decisione della Corte di giustizia dell’Unione europea. Il 25 luglio 2018 ha stabilito che anche la tecnica di genome editing Crispr è da considerarsi Ogm e dunque soggetta alla direttiva europea del 2001 sugli organismi geneticamente modificati.

La maggioranza dei ricercatori, tra cui la Società italiana di genetica agraria e la Società italiana di biologia vegetale, è convinta però del contrario e ritiene che debba essere esclusa dall’applicazione della direttiva Ue.

Secondo Alessandro Vitale, dirigente di ricerca del Cnr all’Istituto di biologia e biotecnologia agraria di Milano e membro del consiglio direttivo della Società italiana di genetica agraria (Siga), con la nuova metodologia “si risparmierebbe il 90% dei 100 milioni oggi necessari per portare un prodotto geneticamente modificato sul mercato e si dimezzerebbero i tredici anni di tempo attualmente necessari”.

Un fungo champignon che non annerisce il primo prodotto made in Usa con la tecnica Crispr

Il pomodoro Sun Black prodotto con la collaborazione della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa. Non è ogm, ma è stato ottenuto con incroci tradizionali per avere una colorazione più scura, ricca di antociani
Il pomodoro Sun Black prodotto con la collaborazione della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa. Non è ogm, ma è ottenuto con incroci tradizionali

La tecnica di correzione o revisione del genoma è stata sviluppata  grazie alla collaborazione di due laboratori diretti da due donne: Jennifer Doudna, statunitense, University of California, Berkeley, ed Emmanuelle Charpentier, francese, allora alla Umeå University (Svezia), ora all’Hannover Medical School, (Germania).

Un fungo champignon (Agaricus bisporus), ottenuto con la metodologia Crispr-Cas9, è stato il primo organismo per uso alimentare ad avere ottenuto il via libera alla commercializzazione dal ministero dell’Agricoltura degli Stati Uniti. È stato modificato, in particolare, per ridurre il fenomeno dell’annerimento durante la conservazione. Oggi diverse aziende sementiere stanno puntando sulla produzione di nuove varietà resilienti e nutraceutiche con la tecniche del genome editing in mercati ove è consentito dalla legge. E sarebbero pronte a investire anche in Europa, se ci fosse il via libera dell’Ue.

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