Frutticoltura romagnola, va cambiato il business model

L’analisi di Alberto Mazzoni, vicepresidente di Confagricoltura Forlì-Cesena e Rimini: “Incentivi per l’innovazione”

pesche nettarine romagnole
Nettarine romagnole

“Se si vuole salvare la frutticoltura romagnola serve una manovra di emergenza. Occorre cambiare il business model della frutticoltura. Il settore anche nel 2023 sta affrontando un altro anno di crisi”. La riflessione è di Alberto Mazzoni, frutticoltore e vicepresidente di Confagricoltura Forlì-Cesena e Rimini.

Filiera più equa

Alberto Mazzoni, frutticoltore e vicepresidente di Confagricoltura Forlì-Cesena e Rimini
Alberto Mazzoni, vicepresidente di Confagricoltura Forlì-Cesena e Rimini

“Nei punti vendita della distribuzione moderna ci sono valori importanti, ma ai produttori frutticoli arrivano pochi. Per pesche e nettarine registriamo quotazioni in campagna sui 50 centesimi il chilo, liquidazioni più basse di 20 centesimi rispetto all’anno scorso, nonostante volumi scarsi e impegni finanziari maggiori che gravano ed erodono marginalità all’impresa agricola. Servirebbero quotazioni vicine all’euro per avere una sostenibilità economica: questo pregiudica la capacità delle aziende di portare avanti investimenti per il futuro”.

Investire nelle varietà più resilienti e redditizie

La frutticoltura è in crisi perché nel tempo non sono state portate avanti strategie necessarie a difendere la competitività del settore. Paghiamo lo scotto dell’incapacità di rinnovare il parco varietale: dobbiamo avere una produzione, che possa coprire le esigenze di tutte le fasi commerciali, dal precoce al tardivo, portando sul mercato frutti di qualità: puntiamo su frutti che sappiano dare al produttore una soddisfazione economica. Chiediamo di avere un contributo per l’espianto di vecchie varietà non più performanti, con l’obbligo di impiantarne delle nuove che possano essere produttive, remunerative. C’è poi l’esigenza di fare un salto di qualità anche nel livello manageriale della filiera ortofrutticola.

Favorire l’agricoltura di precisione

Siamo in cronica carenza di manodopera, in costante emergenza idrica: l’agricoltura va messa al centro della transizione ecologica, anche con i relativi sostegni, per un agricoltura di precisione e sostenibile. Sarebbe importante applicare per i prossimi tre anni alle aziende agricole della Romagna aliquote contributive previste per le zone svantaggiate. La svolta green verso la decarbonizzazione ci trova pronti: l’agrivoltaico avanzato può essere un’integrazione al reddito anche in un’azienda frutticola. Crediamo siano necessari incentivi agli agricoltori affinché si possano occupare della manutenzione di fossi e corsi d’acqua, prevedendo anche un impianto normativo”.

 

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