Pere, pesche e nettarine Igp, la Regione Emilia-Romagna rilancia con il Psr

Nel 2019 sei milioni di euro per la promozione e valorizzazione delle eccellenze del territorio. E la Brexit preoccupa

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Le produzioni di eccellenza Dop e Igp hanno un nuovo alleato nei Programmi di sviluppo rurale (Psr). Almeno è quanto si può dedurre dai risultati del primo anno del progetto di promozione e comunicazione dedicato a pere, pesche e nettarine di Romagna finanziato dalla Regione Emilia Romagna nell’ambito dei Psr. Risultati che sono stati presentati giovedì scorso al Fruit Logistica di Berlino.

paolo pari“Il Consorzio di tutela della Pesca e Nettarina di Romagna svolge un ruolo importante a difesa delle caratteristiche uniche del prodotto –ha detto il presidente, Paolo Pari– I risultati delle vendite danno segnali positivi con una ripresa di interesse da parte, soprattutto della gdo. Va aggiunta la crescita delle domanda da parte delle imprese di trasformazione per l’utilizzo della dicitura Igp di Romagna”.

Gli ettari certificati Igp sono oltre 500 con un potenziale produttivo di diecimila tonnellate.

Pari ha anche ribadito la necessità di aggiornare il disciplinare di produzione, inserendo le nuove cultivar che, oltre a soddisfare al meglio il gusto dei consumatori moderni, grazie alla loro resistenza garantiscono una maggiore sostenibilità a livello ambientale e di sicurezza.

I fondi del Programma di Sviluppo Rurale per la valorizzazione

I fondi stanziati dall’attuale Psr per attività di valorizzazione dei prodotti di eccellenza sono stati pari a 6 milioni di euro.

“Quando sono stati introdotti rappresentavano una novità assoluta; data l’esperienza più che positiva saranno riconfermati anche nel prossimo Programma di Sviluppo Rurale”, ha spiegato Mario Montanari, capo servizio produzioni della Regione Emilia-Romagna. Che ha aggiunto: “L’impegno della Regione è di attivare tutte le azioni per rendere il più veloce possibile il rinnovo del disciplinare e continuare a sostenere una produzione tipicamente regionale e che possa fare da traino a tutte le altre. L’elaborazione di questo aggiornamento, già inviato al Mipaaf, prevede tempistiche e procedimenti precisi. Siamo fiduciosi della buona riuscita grazie all’ottima credibilità internazionale di cui godono i prodotti della nostra Regione”.

La promozione passa anche dai social per intercettare nuovi consumatori

In termini di visualizzazioni ed engagement i risultati della promozione 2019 sui social sono rilevanti: le pagine Facebook e Instagram hanno raggiunto 900mila visualizzazioni organiche e sponsorizzate.

paolo bruni consorzio igpIl Consorzio di tutela proseguirà anche per il 2020 il percorso di promozione attraverso le attività previste dal Psr, come rimarcato dal presidente di Cso Italy, Paolo Bruni: “Siamo il braccio operativo del Consorzio per la realizzazione di una promo-comunicazione che riconquisti il consumatore, soprattutto nella fascia di età dai 30 ai 45 anni puntando su messaggi che mettono in evidenza il valore del legame prodotto-territorio e il piacere di gustare frutti buoni e ricchi di benessere”.

Oltre alle attività social è stata pianificata una campagna pubblicitaria su testate femminili e sui quotidiani. Particolarmente apprezzate, poi, le degustazioni realizzate all’interno di alcune insegne distributive in Emilia Romagna e Veneto.

Pera dell’Emilia-Romagna Igp pronta al recupero

“Nonostante l’incremento dei prezzi indotto dalle produzione dimezzata del 2019, la richiesta di pere Igp si è mantenuta invariata rispetto agli anni precedenti. È un chiaro segnale della forte fidelizzazione dei nostri consumatori. Fidelizzazione da sostenere e stimolare”, ha dichiarato il presidente del Consorzio di tutela, Pier Giorgio Lenzarini.

I Paesi competitor, poi, hanno occupato spazi lasciati liberi sul mercato internazionale dalla carenza di prodotto italiano. “Un fatto preoccupante che ci induce a lavorare ancora di più sulla valorizzazione e sulla distintività dell’Igp”, ha sostenuto il presidente di Futurpera Stefano Calderoni.

E con la Brexit sono a rischio Dop, Igp e tipicità italiane

Intanto, con l’uscita del Regno Unito dall’Ue, per i prodotti italiani agroalimentari rischia di aprirsi uno scenario problematico che potrebbe costare caro alle eccellenze del made in Italy. Senza un accordo commerciale dettagliato tra le due parti si assisterebbe al ritorno delle frontiere con il conseguente pagamento di dazi e controllo delle merci che provengono dall’Italia. Secondo Coldiretti, che ha lanciato l’allarme, a rischio sarebbe il 30% dei prodotti agroalimentari italiani, che corrispondono a forniture stimate in circa 3,4 miliardi di euro (nel 2019).

Senza intesa, il riconoscimento delle Igp e Dop non sarebbe più garantito sul mercato britannico, con il conseguente avanzamento delle imitazioni e delle contraffazioni delle nostre specialità e il rischio di vendita in Paesi terzi che non rispettano gli standard europei, come ad esempio gli Usa”, ha commentato Rosa Mosca, esperta di proprietà intellettuale dello studio legale di Rödl & Partner.

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