Cedior, il mercato premia la frutta e verdura snack #vocidellortofrutta

L’azienda, nota per il brand premium Elisir, da 70 anni seleziona e distribuisce prodotti dalle zone più vocate: “Vogliamo essere un Orto senza confini e pregiudizi” racconta il ceo Gianluigi Cugini

Peperoni Elisir, uno dei prodotti più venduti del marchio di Cedior
Peperoni Elisir, uno dei prodotti più venduti del marchio

Gianluigi Cugini è il ceo di Cedior, una famiglia di imprenditori giunti oggi alla seconda generazione. Un’azienda che nel settore ortofrutticolo ha una storia di oltre 70 anni e distribuisce ortofrutta proveniente da ogni parte del mondo, senza pregiudizi. Un “orto diffuso”, con il solo prerequisito della qualità. Dal punto di vista comunicativo sta investendo sul rilancio del marchio Elisir, che identifica la frutta e la verdura premium dell’azienda.

Cedior ha aderito al summer tour di Be Fruity! Perché questa scelta?

Gianluigi Cugini, ad di Cedior
Gianluigi Cugini, ceo di Cedior

Abbiamo deciso di aderire con il pomodoro di Elisir, tra i nostri prodotti di punta: con il recente rebranding del marchio avevamo necessità di comunicare direttamente al consumatore finale. È un’iniziativa che lo raggiunge  in spiaggia in modo giocoso, con una modalità comunicativa che è sovrapponibile alla nuova identità di Elisir. Il primo weekend inaugurale del tour ha avuto un ottimo riscontro, con tanta partecipazione, curiosità e coinvolgimento.

Quali sono i numeri di Cedior?

Cedior fattura 50 milioni di euro, gestendo circa 45 milioni di kg di merce all’anno. Contiamo 120 operatori tra tutti i comparti, operiamo su due sedi, il polo logistico di Zelo Buon Persico, e il punto distributivo ai Mercati generali di Milano. Circa il 65% del prodotto è nazionale e il resto importato nelle varie fasi dell’anno.

Quali sono i prodotti significativi di Elisir?

Tutta la gamma del pomodoro, sia negli snack, sia quelli più insalatari e per il sugo; la gamma del peperone e cucurbitacee, zucchine, cetrioli e melanzane. Poi la stone fruit estiva e per quella invernale, agrumi e uva.

Come è declinata la sostenibilità nel brand Elisir?

Pomodoro Elisir, marchio di Cedior
Pomodoro a marchio Elisir

Per il bio abbiamo una linea dedicata. Il bio di Elisir è aperto, non ha pregiudizi né confini: se manca il prodotto nazionale si attinge all’estero, non si va a interruzione di fornitura.  Il brand ha poi restrizioni sulla sostenibilità legate a capitolati. Preferibilmente operiamo con produttori che lavorano in regime di agricoltura integrata. Non trattiamo invece il residuo zero che ha complicanze e penalizza troppo il produttore: la sostenibilità deve essere anche economica.

Sul packaging?

Da sempre crediamo nell’abbandono il più possibile della plastica. I nostri pack sono tutti in cartone Fsc e per la pellicola diamo doppia possibilità: ben felici di operare con questo materiale per chi sa valorizzare il pla o altro compostabile, altrimenti usiamo la plastica. Non facciamo pl, ma saremo a Marca: ci stiamo mettendo in gioco per questa attività e potremmo prenderla in considerazione

Qual è il prodotto più alto vendente nella gdo italiana?

Direi il peperone: attingiamo dove il prodotto è di qualità e nella zona produttiva in quel momento che sa dare il meglio.  Poi il pomodoro: in questo momento il datterino arriva da Puglia e Lazio poi ci spostiamo in Sicilia e Spagna, in alcuni casi lo importiamo anche dal Marocco come estrema ratio.

Quale produzione estiva identifica maggiormente Cedior?

La parte del leone la fa il prodotto di largo consumo: per la frutta estiva ciliegie, la cui campagna volge al termine, l’albicocca, che funziona bene e il comparto pesche e nettarine, nelle varie declinazioni bianche e gialle. Poi il melone, tradizionale che sviluppa volumi importanti, ma anche segmenti più sfiziosi come verde e giallo e anche le nuove varietà come Dino che sta avendo importante riscontro. Nella controstagione lo importiamo dalla Spagna e anche Oltreoceano durante l’inverno.

Cos’ha di particolare?

Ha un aspetto curioso, è attrattivo per il consumatore, all’interno ha polpa bianca classica. La parte forte è l’attrattività. Distintività e grado brix sono oggi i maggiori driver, da accompagnare con qualità, durevolezza per arrivare in fondo alla catena.

I giovani vedono la qualità non necessariamente in un marchio tutelato dall’Ue, ma spesso dalla diversità.

Ciò che è nuovo, strano, genera attrattiva, ma le nuove generazioni sono incuriosite da ciò che è facile da consumare, snackizzato, asportabile, consumabile per strada. Anche il seedless è leva importante. La categoria dei pomodorini compie a pieno per esempio questa funzione: una vaschetta da 250 grammi si apre anche sul posto di lavoro e si ha pronto uno snack salutare. Altra tipologia che funziona bene è il limone snack che sta avendo sempre più spazi negli anni, man mano che cresce la conoscenza.

Brassiche e ortaggi sono altri prodotti su cui Cedior investe molto: dove sta l’innovazione?

La brassica è regina nella fase invernale e autunnale e le tipologie si stanno ampliando con colori sempre più attrattivi. Il colorato rappresenta oggi il 15% del volume.

Qual è il ruolo dell’import/export di Cedior?

L’import è per noi importante. Come recita il manifesto, Elisir è un Orto senza confini e pregiudizi. Prioritariamente in Elisir si confeziona prodotto nazionale, finché si riesce ad avere qualità e prezzo sostenibile, poi si spazia in Europa ma anche Nord Africa nei momenti più freddi. Prendiamo i prodotti in zone vocate da fornitori selezionati e certificati per averli 365 giorni all’anno e chiudere il ciclo. Per l’export abbiamo attività che si limitano a Paesi oltre confine vicini all’Italia, Svizzera, Germania, Austria, Serbia, Grecia. Esportiamo nel periodo invernale soprattutto i pezzi forti del made in Italy, pomodoro, kiwi. Nasciamo come società che ha un ventaglio di prodotti e varietà importanti. Per Cedior la vocazione all’export è offrire a clienti relativamente vicini un’ampia gamma di prodotti ed eccellenze italiane.

Cedior ha sposato l’industria 4.0.

Polo logistico 4.0 di Cedior a Zelo Buon Persico
Impianto di Cedior a Zelo Buon Persico

Abbiamo creduto da sempre nella rivoluzione 4.0. Non appena il governo ha messo a disposizione gli incentivi abbiamo rinnovato tutto il parco macchine e l’impiantistica tecnologica del freddo e sanificazione degli ambienti con questa tecnologia digitale. Tutto lo stabilimento di Zelo Buon Persico opera iperconnesso con i dati fruibili della produzione, la manutenzione preventiva. Tutto questo rende fluidi i processi operativi. L’impianto è stato concluso nel 2019 ma gli ultimi progetti verranno consegnati in autunno. Saranno delle linee di confezionamento automatiche: basta rifornirle di prodotto grezzo e a fondo linea esce il prodotto finito e confezionato, elevando così la qualità dell’operatore che gestisce le linee.

Cedior ha altri marchi?

Lombardia Gerunda, con cui distribuiamo il km zero, un cappello che raduna 25 aziende agricole lombarde, che producono con specifiche prefissate, in condivisione con i programmi dei distributori. Sono prodotti della Lombardia distribuiti a catene che operano in questa regione. Poi abbiamo Nostralia, creato per l’export.

 

 

 

 

 

 

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