Almaverde Bio: vola l’export con Canova, +22%

Paolo Pari, direttore del marchio leader del biologico italiano, traccia una sintesi del 2020 

Isola Almaverde Bio in un negozio di Ravenna
Ravenna, Isola Almaverde Bio

Vola l’export di Canova, società del Gruppo Apofruit esclusivista del marchio Almaverde Bio: la crescita nel 2020 è stata del 22% rispetto all’anno precedente concentrata sul mercato europeo, in particolare Germania Francia e Svizzera.

“Benessere e salutismo i driver per il bio: servono innovazione di prodotto, nuovi concept espositivi e format, declinazioni diversificate e sviluppo del biodinamico”

Paolo Pari, direttore di Almaverde Bio, marchio leader del biologico
Paolo Pari, direttore di Almaverde Bio

“Il driver fondamentale per il biologico resta sempre quello del benessere e del salutismo. Serve innovazione di prodotto, nuovi concept espositivi, nuovi format, declinazioni diversificate, sviluppo del biodinamico e tanta comunicazione diretta al consumatore per spiegare che il bio è produzione sostenibile: è determinante il legame, sempre più stretto, tra produttori e consumatori  -spiega Paolo Pari, direttore di Almaverde Bio-. Siamo in un momento chiave per il biologico, considerando che il Farm2Fork prevede che almeno il 25% della superficie agricola europea debba essere biologica da qui al 2030 e che oggi (dati 2019), in Italia, l’area destinata a biologico è il 15,8% della superficie agricola coltivata (fonte Nomisma).

Sul fronte interno le chiusure delle gallerie commerciali, nel mese di ottobre e novembre, hanno condizionato molto i grandi ipermercati delle aree metropolitane, riducendo anche le vendite nelle Isole Almaverde Bio presenti in tali aree. “Il comportamento del consumatore è difficilmente decifrabile essendo condizionato dagli effetti dei diversi decreti sulla mobilità e sulle aperture dei negozi. Durante il primo lockdown abbiamo assistito a un approccio all’acquisto in cui i consumatori facevano la spesa prevalentemente una volta alla settimana: oggi questo atteggiamento sembra meno evidente. Resta però la volontà di fare tutto più velocemente e quindi diminuisce l’acquisto d’impulso e prevale l’acquisto programmato”.

Nel 2020 la crescita a valore del bio in Italia è del 7%

Secondo una recente indagine Nomisma sul biologico in Italia, il valore (dati fino ad agosto 2020) è di 4.258 milioni di euro, con una crescita (rispetto al 2019) del 7% e un incremento in 10 anni del 142%. Il freschissimo vale 308 milioni di euro ed è generato dalla Gdo mentre l’e-commerce pesa per 46 milioni di euro. Cala drasticamente il fuori casa e aumenta fortemente l’export (2.619 milioni, +8% rispetto al 2019).

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