Almaverde Bio, boom dell’eCommerce e ora raddoppio delle Isole negli store

Durante il lockdown passati da 300 a 1.000 ordini settimanali, ma oltre all'online si guarda al fisico e alla sostenibilità con packaging innovativi

Almaverde bio

Nel periodo di lockdown, come per tutta la filiera agroalimentare, Canova, società del Gruppo Apofruit, che gestisce la produzione di ortofrutta bio, non si è mai fermata e ha fatto fronte alla crescente richiesta di prodotti biologici dai negozi e nella grande distribuzione che ha registrato il marchio Almaverde Bio. Ma il dato che più impressiona è l’esplosione dei due canali di eCommerce del gruppo: Fruttaweb e Almaverde Bio shop online.

Nel mese di aprile gli ordini hanno raggiunto il record di 1.000 a settimana contro uno standard intorno ai 300 ordini settimanali.

“Su Fruttaweb, che è attivo nelle principali città italiane -dice Ilenio Bastoni, presidente di Apofruit- è cambiata la clientela, da un’incidenza molto importante del b2b che pesava per oltre il 90% dell’attività, con un fatturato medio nella fascia 20-30mila euro, nei mesi di marzo e aprile le aziende Horeca hanno in parte chiuso ed è cresciuta l’attività b2c. In termini di fatturato gli ultimi tre mesi siamo entrati nella fascia 100-140mila euro.

Interessante notare che nelle ultime settimane, anche con l’allentamento del lockdown gli ordini si sono mantenuti costanti. Su Almaverde Bio shop online, utilizzata per i prodotti ambient che non necessitano di catena del freddo, il fatturato dei primi tre mesi del 2020 è stato superiore a quanto fatturato nell’intero 2019. Questi portali rappresentano anche un ottimo strumento per comunicare, velocemente, ai consumatori i valori di quello che facciamo”. Se sul digitale si corre anche le attività offline non si fermano.

Le performance di vendita dell’ortofrutta bio nel primo quadrimestre 2020 segnano un + 17,2% di fatturato rispetto al 2019 e un + 10,7% di crescita in volume

È infatti previsto un raddoppio, da 21 a oltre 40, delle isole Almaverde Bio all’interno degli store italiani entro la fine dell’anno. “Durante il periodo di lockdown -sottolinea Paolo Pari, direttore di Almaverde Bio- abbiamo dovuto sospendere le nuove aperture, ma nei prossimi mesi le riprenderemo seguendo lo schema delle tre tipologie. Il format delle isole si è evoluto nel tempo con personale specializzato, che fornisce assistenza continua e può comunicare correttamente il valore che il biologico esprime. In accordo con i retailer abbiamo pensato anche a una formula ibrida di presidio nelle ore di massima affluenza e vendita a libero servizio. Nelle superfici più piccole c’è la possibilità di un libero servizio parziale, con presenza di personale solo per quattro ore, in questo modo il reparto viene alleggerito e nella trasmissione dell’ordine, infine ci sono i corner a libero servizio“.

Al lavoro sulla sostenibilità del packaging

Nell’ottobre 2017 Almaverde Bio ha introdotto sui prodotti il packaging compostabile, con un passaggio dalla plastica alle risorse vegetali, derivate dagli scarti della lavorazione della patata. Lo scorso anno lanciato contenitore di Tetrapack per la passata e nel 2020 i succhi di frutta senza zucchero con apertura che consente di non usare la cannuccia. Nei surgelati infine Fruttagel ha introdotto il surgelato con una busta biodegradabile.

L’importanza della rete di fornitori e le partnership

“Gli associati -dichiara Ernesto Fornari, direttore di Canova- stanno portando avanti un’azione molto importante con programmi lavorazioni in loco e spedizioni sia sul mercato interno sia per l’export e ciò garantisce la competitività sul mercato. In particolare grazie alle nuove partnership che abbiamo avviato, per esempio con Francescon per la commercializzazione dell’anguria Perla Nera Bio, anguria midi da 3 a 6 kg, con un grado brix costante che ne ha decretato il successo sul mercato. La qualità organolettica è sempre più importante e lo abbiamo visto con le fragole Melissa, o le uve da tavola con e senza semi che arrivano dalla Puglia”.

“Nel 2019 abbiamo registrato una crescita sostenuta nel secondo semestre con le produzioni autunnali come cachi e i kiwi commercializzati da Zespri. Anche l’export è stato in crescita e ottima la campagna di clementini e degli agrumi come limoni e arance trainate dalla richiesta di vitamina C. I problemi della cimice hanno impattato sui volumi delle pere, ma William, Abate e Conference hanno avuto un forte interesse. La campagna delle mele ha tenuto bene, con quantità che crescono ovunque in Europa e stiamo puntando su varietà incentrate su Gala, che copre fino alla fine di aprile, e poi con Candine, messa a dimora da qualche anno in esclusiva di Apofruit. Bene infine l’introduzione della produzione piemontese di Gullino”.

Se questo articolo ti è piaciuto e vuoi rimanere sempre informato iscriviti alla newsletter gratuita.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome